Il diario di
una breve vacanza a Saragozza. Grazie all'autrice, la nostra amica Paola
Bortolani, che ha fatto, come sempre, una puntuale descrizione del
viaggio...... a parte l'attribuzione canzonatoria di "tour leader" a me e di
"first lady" a mia moglie. Buona lettura."
Gianni Rossetti - maggio 2012
19 aprile – 22 aprile 2012
Con pochi euro e un breve volo si può raggiungere Saragozza. E noi andiamo,
olè.
Ci incontriamo all’aeroporto di Orio al Serio, siamo in dieci, con noi:
il tour leader Gianni
la first lady Tiziana
la dolce Assunta
il dinamico Luigi
il sensibile Giovanni
la pragmatica Giovanna
la solare Mirella
il deciso Paolo
L’aereo parte puntualissimo e dopo meno di due ore
atterriamo in Spagna, a Saragozza, città
capoluogo dell’Aragona. Il piccolo aeroporto sorge accanto a un’importante
base militare
dell’aviazione spagnola, in una zona dall’aspetto un po’ desolato e arido, e
il panorama non
cambia nel percorso in autobus verso la città, se non per le numerose pale
eoliche che svettano in lontananza. In realtà l’Aragona è una regione
abbastanza fertile e ricca di industrie, ma per quanto ci riguarda non ne
vediamo traccia. L’autobus ci lascia in un viale centrale, vicino alla
Puerta del Carmen, e con una breve passeggiata raggiungiamo l’hotel Avenida,
essenziale ma confortevole. Ci
riposiamo pochi minuti nel salotto dell’albergo e poi via! alla scoperta di
Saragozza.
Di fronte all’hotel c’è il Mercado Central, un’ampia costruzione dedicata
che ricorda un po’ la
Boqueria di Barcellona, dove la merce è esposta in bell’ordine come nei
mercati magrebini. E’ sempre interessante la visita al mercato per cogliere
le abitudini alimentari del posto e dare
un’occhiata ai prodotti tipici, anche se ormai la globalizzazione rende
tutto il mondo un po’ uguale
a se stesso … Usciamo dal mercato, siamo diretti verso il fiume Ebro,
l’arteria che separa la città
storica dalla periferia moderna, e incontriamo le monumentali Murallas
Romanas, le vestigia che
hanno protetto la città per 2000 anni attraverso le epoche romana, visigota,
musulmana e cristiana.
Oltre le mura romane ci aspetta la facciata della chiesa di San Juan de los
Panetes, ma soprattutto il Torreon de la Zuda, di origine musulmana. Oggi
ospita l’ufficio del turismo, e le sue eleganti
proporzioni risalgono al XVI secolo, ma in origine faceva parte dell’alcazar
di Saragozza. Nonostante le indicazioni ci dicano che dal tetto si gode un
bel panorama della città,
decidiamo di non visitarlo, e proseguiamo la
nostra passeggiata fino all’Ebro. Il fiume è ampio e suggestivo, ma il suo
aspetto fangoso rivela subito che non è navigabile: niente gita in barca!
Ritorniamo sulla maestosa piazza di Nostra Signora del Pilar, dove si
affaccia l’omonima basilica, meta di pellegrinaggio. E’ con questo nome che
in Spagna viene venerata la madre di Gesù, ed è la
patrona della Spagna. Cominciamo la nostra visita nella Basilica: dice la
leggenda che la costruzione della chiesa è stata chiesta all’apostolo
Giacomo dalla Madonna stessa, e infatti all’interno della basilica c’è il
“pilar”, ovvero la colonna dove la Madonna avrebbe posato i suoi piedi. Il
santuario è il più antico di Spagna e, forse, di tutta la cristianità. Oggi
ha proporzioni gigantesche, l’interno è in stile barocco suddiviso in
numerose cappelle. I quadri e gli affreschi sono tutti di qualità, in
particolare rivolgiamo la nostra attenzione agli affreschi di Francisco Goya
nella volta del Coreto e nella cupola Regina Martyrum (per fortuna, data la
poca luce, ce n’è una piccola copia appoggiata a una parete della chiesa,
così da ammirarla comodamente). Il monumento più impressionante è senz’altro
la pala dell’altare maggiore,capolavoro in alabastro che rappresenta diversi
momenti della vita della Madonna, realizzato in modo così fine da ricordare
il pizzo. Molto bello anche il coro rinascimentale con la cappella che
ospita l’immagine della Vergine del Pilar.
Sulla piazza si affaccia anche la Lonja dei Mercaderes, o Borsa dei
Mercanti, costruita con questa
funzione nel 1500, oggi sede di mostre. La facciata è severa, molto bella,
caratterizzata da una
gronda vistosa e da una galleria di archi, e realizzata nello stile che
troveremo ripetuto in città,
ovvero con mattoncini marroni a vista. L’interno è un esempio di stile
rinascimentale aragonese,
con imponenti colonne e bellissime volte stellate, mentre ai lati due leoni
sostengono lo stemma
dell’imperatore Carlo V. Siamo molto fortunati, perché possiamo vedere la
mostra fotografica di
uno dei più grandi autori spagnoli: la mostra è ambientata in varie città
della Spagna negli anni
1950‐60.
Ormai è quasi sera, proseguiamo un po’ la nostra passeggiata per guardare
dall’esterno la Seo,
Cattedrale di Saragozza, ritorniamo sul fiume fino al Ponte di Pietra.
Infine ci lasciamo rapire dalla
suggestiva immagine della Basilica del Pilar al tramonto, e tornando verso
l’hotel ammiriamo i tipici palazzi spagnoli, dalle facciate colorate e
decorate e con i caratteristici terrazzi in ferro battuto. Per cena
scegliamo il ristorante Casa Montañés, dove ci sfamiamo decorosamente.
20 aprile – La prima visita in programma è per la Seo, la
Cattedrale. Arriviamo talmente presto che
dobbiamo aspettare qualche minuto per l’apertura, ma non importa, ci godiamo
il tiepido sole della mattina. La chiesa ha facciata in stile barocco
italiano e, intorno, splendidi ornamenti geometrici in ceramica policroma
tipici dello stile mudejar aragonese. L’enorme interno è diviso in numerose
cappelle, decorate per lo più da artisti spagnoli, sebbene non manchino
interventi italiani. I dettagli più interessanti sono rappresentati
dall’organo, che conserva tracce della stupenda scatola gotica del 1469, il
lucernario a cupola, armoniosa fusione di architettura del rinascimento con
elementi mudejar e, ancora una volta, la pala dell’altare maggiore in
alabastro,
qui policromo, che racconta la storia di San Lorenzo. Ma forse la ricchezza
più interessante nascosta all’interno della
cattedrale è la bellissima
raccolta di arazzi, “Tapices del Capitolo Metropolitano di Saragozza”.
Iniziata nel Medioevo, raccoglie oggi ben 63 arazzi provenienti dalle
principali manifatture europee, divisi in diverse serie e temi, la maggior
parte dei quali è “edizione
principe”, cioè il primo arazzo di ogni cartone. Un tempo queste opere
d’arte venivano usate durante le manifestazioni religiose, oggi sono
protette e vengono esposte ciclicamente, in numero
limitato.
Ci avviciniamo alla moderna fontana in pietra posizionata dall’altra
estremità della piazza del Pilar, e ci avviamo senza indugio alla visita di
un altro importante e caratteristico monumento, il Palazzo
dell’Aljaferia. Si tratta di una delle più grandi testimonianze di
architettura musulmana in Spagna, a simboleggiare lo splendore raggiunto
all’epoca del regno di Taifa, e successivamente residenza per i Re
Cattolici. Oggi è sede del Parlamento Aragonese. Della struttura originale
islamica restano pochi reperti, parte delle mura e la grande torre del
Trovador (di ispirazione per il Trovatore di Giuseppe Verdi), ma è molto
elegante il patio che ci accoglie, e bellissima la piccola moschea decorata
in colori vivaci, con uno scintillante mihrab. Proseguendo la visita
attraversiamo un giardino realizzato secondo i canoni orientali, con alberi
di agrumi e vasche dove, immagino, una volta scorreva l’acqua. All’interno i
decori si trasformano, a testimonianza che il palazzo è stato rimaneggiato
secondo stili diversi, con pavimentazioni in piccole piastrelle e soffitti
di legno, decorati con sovrabbondanza di ornamenti, colori e dorature, ma
comunque bellissimi ed eleganti.
E’ spesso ripetuto il simbolo dei Re Cattolici, il giogo e le frecce. Il
percorso ci accompagna per uno
scalone principesco circondato da splendide finestre, arricchite con le
decorazioni dell’arte islamica.
Ci riposiamo in quello che era l’ampio fossato dell’Aljaferia, oggi un prato
verde, e con le indicazioni di Giovanni ci chiudiamo tutti insieme in un
cerchio, per fermare l’armonia che è nata
tra noi e unire le nostre energia in un’unica corrente positiva. E’ il
momento del viaggio che forse
ricorderemo con più intensità.
E’ ora di pranzo, ci sediamo per uno spuntino a base di bocadillos vicino
alla Plaza de Toros,
intitolata “Coso de la Misericordia”. Come tutte queste arene, è molto
bella, perfettamente
circolare, con i caratteristici passaggi coperti su diversi piani, ma è ben
triste pensare che ancora
resista uno spettacolo feroce e cruento come la corrida.
Costeggiamo il Palazzo Pignatelli, attuale sede del Governo di Aragona, e
ritorniamo verso il centro, passando dalla Puerta del Carmen, uno dei
simboli della città, eretta nel XVIII secolo, ma diventata baluardo durante
la guerra di indipendenza spagnola (1808‐1809) quando gli abitanti di
Saragozza si difesero contro i francesi.
La nostra passeggiata prosegue con il naso all’insù, per non perderci i bei
palazzi così tipicamente spagnoli, con i terrazzi in ferro battuto e i
bovindo in vetro trasparente. E’ piacevole perdersi tra le strette stradine,
ma il nostro obiettivo è la cupola di Santa Maria del Pilar,per ammirare la
città dall’alto. Oltre che bello, è interessante osservare l’urbanistica
della città, i dintorni piuttosto desolati, l’Ebro imponente con i suoi
ponti, e le cupole multicolore del santuario.
Una breve passeggiata dietro l’hotel, in un quartiere dall’apparenza araba,
ci porta a scoprire la bella chiesa dedicata a San Pablo, anch’essa in stile
mudejar, con un’imponente pala sull’altare
maggiore. Molto interessante è la torre campanaria, a pianta ottagonale, che
sembra composto da
più torri, incassate una nell’altra. A cena ci viziamo, ottima scelta il
ristorante Albarracin.
Tornando verso l’hotel quando ormai è buio, la basilica del Pilar illuminata
ci appare in tutto il suo
abbagliante splendore.
21 aprile – La meta stamattina è l’area dell’Expo, la parte nuova di Saragozza costruita per l’evento
del 2008. Scopriamo una piacevolissima passeggiata pedonale lungo il fiume, percorrendola incontriamo un ponte, molto bello e leggero, chiamato “Pasarela Manterola”, dal nome del suo costruttore. Poi ci fermiamo come bambini a giocare in una piccola palestra a cielo aperto, e in mezzo a un boschetto di tubi sonori.
Osserviamo che purtroppo quest’area, pur essendo curata e frequentata da sportivi diversi, ha numerose costruzioni apparentemente vuote e inutilizzate.
Nello spazio più ampio ci fermiamo sotto l’Alma del Ebro, una scultura alta 11 metri, composta da tante lettere bianche, nella quale si può entrare. Dopo pochi
Nel pomeriggio il tempo volge alla pioggia, ma per fortuna c’è una mostra dei disegni di Francisco de Goya al Museo Ibercaja Camon Aznar, Palazzo dei Pardo, un bell’edificio rinascimentale.
All’interno di questo palazzo è stato collocato il Patio de la Infanta, parte di un palazzo nobiliare
Paola
Piazza Scala - giugno 2012