una recensione del collega Giuseppe Bardone 

 

Ivan Santus “Il contributo della Santa Sede al diritto internazionale. Dal diritto di ingerenza alla responsabilità di proteggere la dignità umana” Torino Cedam, 2012, pagg. 551,euro 51

 

La tutela dei diritti umani è da molto tempo al centro di numerosi dibattiti politici e culturali. Il recente volume di Ivan Santus illustra con chiarezza l’importante contributo della Santa Sede in tale importante questione

L’autore del volume è un sacerdote addetto alla nunziatura apostolica in Cina, a Taipei , che riassume nel  libro parte dei suoi studi per il dottorato in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense mettendo in rilievo l’ importante contributo della Santa Sede a tutela del principio della dignità umana.

In un contesto internazionale caratterizzato da continui conflitti e drammi è viva e sentita la necessità di fondamenti giuridici saldi, che tutelino la sicurezza generale, l’uso della forza tra i contendenti, la crescente ingerenza umanitaria internazionale favore delle popolazioni civili.

L’autore esamina il quadro generale del diritto e della prassi internazionale e confronta le normative, gli istituti giuridici e alcune rilevanti opinioni dottrinali con i principi espressi dal Magistero della Chiesa Cattolica a riguardo.

Santus spiega chiaramente le diverse motivazioni che hanno spinto nel corso del tempo la Comunità internazionale ad attuare il diritto-dovere di ingerenza per la difesa della dignità umana nel rispetto dei diritti dell’uomo. L’Autore sottolinea che esiste una diffusa coscienza comune della dignità umana ,che non tollera  più le violazioni gravi dei diritti fondamentali dell’uomo. La stessa opinione pubblica è un soggetto attivo che trasmette le modalità di condurre le relazioni tra gli Stati a tutela della dignità umana e dei suoi diritti. Santus evidenzia che trattati e convenzioni internazionali costituiscono oggi degli importanti fattori di orientamento della comunità internazionale. Il diritto internazionale si sta evolvendo in modo tale da riconoscere la responsabilità dei soggetti internazionali nei confronti della protezione della dignità umana;. tali soggetti hanno il compito di creare uno sviluppo armonico per ciascun essere umano. Resta peraltro il problema fondamentale di chi, come e quando possa decidere il diritto-dovere di ingerenza, garantendo nello stesso tempo imparzialità e contemporaneamente legittimità. Santus richiama la “Populorum Progressio” di Paolo VI ed il magistero di Giovanni Paolo II,  che hanno sottolineato l’interdipendenza che esiste tra gli uomini e le nazioni ed hanno ribadito  la necessità di un codice di condotta che tuteli il bene comune. Da tali principi deriva il diritto-dovere di ingerenza per attuare praticamente con efficacia i diritti dell’uomo, segnando il passaggio da una struttura di relazioni basate su rapporti interstatuali ad una fondata su dei rapporti sovranazionali. Tale prospettiva ha caratterizzato l’azione diplomatica della Santa Sede, che ha sempre ribadito e continua tuttora a proclamare la dignità umana creata ad immagine di Dio ,come è stato bene evidenziato dal filosofo Boezio e da altri importanti pensatori e giuristi nel corso dei secoli fino ai giorni nostri  . La presenza della Santa Sede nella vita dei popoli ed il metodo discreto della Chiesa  nel mondo sono stati esaminati recentemente nell’interessante volume “Il lievito del Vangelo” pubblicato nel 2006 dal cardinale Angelo Sodano, che è stato per molti anni Segretario di Stato. La protezione internazionale della dignità umana si realizza oggi attraverso la promozione dei diritti fondamentali a vari livelli statali ed internazionali e, come è noto,  la carta dell’ONU l’ha affidata per statuto all’Assemblea generale;  è necessaria peraltro, sottolinea l’Autore, l’esistenza di valori comuni e condivisi sul piano socio-culturale e politico-giuridico. Acutamente Santus rileva che il diritto naturale non comprende solo i suoi diritti fondamentali ma l’insieme di leggi e valori che ne hanno diretto il suo sviluppo, come afferma il Compendio della dottrina sociale della Chiesa. Accanto a diritti, leggi e valori esistono ovviamente i doveri relativi e le relazioni internazionali presuppongono, per essere efficaci, istituti giuridici efficaci per la protezione effettiva della dignità umana. Santus sottolinea che la protezione dei diritti fondamentali e della sicurezza hanno spinto la Comunità internazionale ad intervenire con l’uso della forza come strumento necessario per la difesa dei diritti, per cui è accettato il diritto-dovere di ingerenza quale reazione per tutelare la dignità umana ove sia minacciata. L’uso della forza è sempre l’ultima risorsa a cui ricorrere di fronte a gravi crimini contro l’umanità. L’autore evidenzia il primato della vita umana su tutte le istituzioni e le strutture sociali e politiche; tale primato consente non solo di condannare gli atti criminosi con denunce appropriate ma di programmare delle politiche sociali positive a favore dei cittadini; la “ricerca della sicurezza” va sempre correlata alla “teoria della prevenzione”

 

GIUSEPPE BARDONE

Filosofo del diritto        

30 aprile 2013

 

 

 

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Piazza Scala - maggio 2012