Piazza Scala

 

 

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Più brevemente, anche se meno fedelmente: “L’importante non è vincere, ma partecipare” è la sintesi del pensiero del Barone Pierre de Coubertin che reinventò le Olimpiadi moderne. Purtroppo, le Olimpiadi testimoniano invece l’anacronismo di questo motto e dell’ispirazione di colui che le ha rifondate nei tempi moderni.
Oggi il dilettantismo è quasi estinto. Lo sport anche il più povero si è inchinato al professionismo diventando una vera e propria macchina da soldi. La partecipazione si è trasformata in un esclusivo strumento di sponsorizzazione e lo sport è anch’esso diventato un contenitore per la pubblicità, come tutto il resto in questo nostro mondo malandato.
La mancanza di spirito sportivo si manifesta soprattutto nelle cronache degli eventi, in cui imperano provincialismo e campanilismo. I “professionisti” sono i padroni della scena, gli altri sono comprimari, che esistono solo come perdenti, o come usurpatori delle “nostre” speranze di vittoria. D’altronde, un popolo che vive per quasi tutto l’anno di calcio professionistico e campanilista, non può certo essere sensibile agli ideali sportivi e decoubertiniani.
Ho praticato sport dilettantistico per oltre 50 anni e ho cercato di instillare anche nei miei figli gli ideali sportivi più nobili. Mi ha commosso, quindi, l’immagine di entrambi i miei “ragazzi” (con il pettorale 1002 e 1003) che, bando all’esasperata competitività, con altri quattro concorrenti concludono sorridenti e sotto una pioggia battente, mano nella mano, una gara di corsa su strada di 10 km. – il 3° Trofeo Santa Barbara – organizzata tra l’altro dal loro papà a Taranto.
Per la cronaca, la gara nonostante il tempo inclemente (freddo e pioggia) è stata “nobilitata” dalla presenza di Francesco Caliandro, il vincitore (fratello di Cosimo ex Campione Europeo dei 3000 mt. indoor deceduto tragicamente la scorsa estate) e di Marco Barbuscio, ventenne cosentino arrivato secondo, Campione Italiano Promesse di Corsa in Montagna e tre volte con la maglia azzurra della nazionale a Europei e Mondiali di specialità.

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Dalla sinistra in completo nero Caliandro il vincitore, al centro il mio "pupillo" Marco Barbuscio e poi in tenuta celeste il terzo arrivato Domenico Greco della IIIa Regione Aerea di Bari. 

Ho detto il mio "pupillo" in quanto Marcolino l'ho visto nascere a Cosenza, muovere i primi passi nell'atletica fino a diventare Campione Italiano di Corsa in montagna e vestire tre volte la maglia azzurra. Il suo papà Enzo è il Presidente della Marathon Cosenza, squadra con la quale sono stato tesserato negli anni calabresi,  suo allenatore ed è un carissimo amico con il quale ci frequentiamo anche in famiglia. Ha un altro figlio più grande Guido, attualmente a Chieti studente all'ISEF e tesserato per  la Soc. L'Orecchiella di Lucca ed anche lui ha vinto  un Campionato Italiano di Corsa in montagna di lunga distanza (21 km!!!). Le tre sorelle invece, praticano tutte la marcia con buoni risultati nelle categorie giovanili!!!!!!

Bella famiglia eh?


 

Fernando Mazzotta - 11 dicembre 2012

           

 

 

 

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Piazza Scala - dicembre 2012