Il Leopardi non si sposò ma vide con una certa punta d’invidia una collega trentenne ancor piacente, anche a lui, che fu chiesta in moglie da un cliente. Egli la ricorda in questo canto augurando al cliente che, a sua volta, possa finire in banca.
L’ULTIMO CANTO DI SAFFO
Placida notte e verecondo raggio
della cadente luna... e tu che spunti
tra la murmure selva dei clienti
e giunto appresso al mio marmoreo banco
con dilettosi e cari complimenti
intendere facesti... il gran vantaggio
di lasciare la Banca e te seguire.
A me, nubile ormai da sì grand’anni,
parve un sogno, una gioia da morire.
Dissero le colleghe: « Complimenti
che il tuo bello invece di versare
i soldi in Banca ha certo preferito
questo tipo d’ignoti investimenti... »
Può esser che dipoi, nei dì futuri,
sia lui a lavorare in questa Banca,
perchè la Direzion, state sicuri,
dà preferenza all’uomo già sposato.
Ei lavora di più: sotto pressione
è già in ogni momento di sua vita;
fa parte ormai d’una generazione
che più non scappa, non ha via d’uscita!
Di questo ci s’accorge: che la pecca
della generazione nova è proprio quella
che molti assai di noi, per quanto arzilli,
non ne fanno più parte, e ognor ci secca.
Ma occorre stare lì, zitti e tranquilli.
Virginio Inzaghi - Pavia
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