La gestione del Personale alla Banca Commerciale Italiana (1973)

 

Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato una "circolare" abilmente "taroccata" e molto apprezzata dai nostri lettori sulla distribuzione controllata di psicofarmaci. Oggi vogliamo offrirvi un "pezzo" serio e che ha fatto scuola: la riservata ai Direttori delle filiali indipendenti del 1973 a firma Cingano e Corna. Lo scritto è ancora attuale ai nostri giorni (se si vuole trovare una pecca, colmata molti anni dopo, si riferisce al personale in servizio e non a quello in quiescenza), anzi speriamo di trovare qualcuno che lo prenda seriamente in considerazione. Come nostro costume pubblichiamo la lettera senza alcun commento: lasciamo a voi trarre le ovvie considerazioni.
Ringraziamo Anselmo Locati, pozzo di notizie e di informazioni, che ci ha inviato la riservata.
Piazza Scala - novembre 2010
 

 

Un commento di Fernando Mazzotta che condividiamo: dopo Ferretti il servizio personale è stato posto in staff agli altri servizi della Direzione Centrale ed ha perso la sua autonomia, diventando un mero esecutore di ordini


A proposito della “Riservata” del Personale Comit del 13 marzo 1973 

Belle parole, senza dubbio, che suscitano tanta nostalgia! Ma nella sostanza, specie negli ultimi anni di vita dell’Istituto? Cingano, Corna, Siglienti, Todeschini, Beneduce, Ferretti…..”signori banchieri” di altri tempi!

Mutuando il noto aforisma “après moi, le déluge” il “dopo” non c’è più stato: i nocchieri che hanno retto poi il timone del “Personale” hanno mancato di carisma e di dialogo, mutatis mutandis sono stati solo dei cacciatori di teste e sul repentino declino e  fine della Comit hanno avuto  anch’essi un ruolo non secondario! Al di là degli aspetti meramente politici, della privatizzazione, del “flop” sulle note acquisizioni e lo “sgambetto” finale di Bazoli che ha compiuto il grande raggiro a braccetto con Bankitalia,  ci sarebbe voluto un management con ben altro polso…. per evitare tutto questo e oggi, forse, si parlerebbe ancora della Comit……. Chapeau all’incolpevole Civaschi!
Fernando Mazzotta - 24 novembre 2010

 

 

 

 

Banca Commerciale Italiana
Direzione Centrale


Servizio Personale

 

Milano, 12 marzo 1973

 

RISERVATA

 

 

Inviata copia ai Direttori delle Filiali indipendenti
+ C.C. PARMA e Avv. TODESCHINI (con lettera accompagnatoria)

 

 

Al Direttore della
Filiale di
______________



 

I rapporti fra i Collaboratori e coloro cui sono affidati compiti di direzione e amministrazione
del Personale sono ormai caratterizzati dalla consapevolezza di entrambe le parti che soltanto nell1osservanza dei propri obblighi e nel rispetto degli altrui diritti può conseguirsi con soddisfazione e profitto il fine che ciascuna persegue.
Ne deriva che, anche per potersi aspettare dai prestatori d'opera la leale collaborazione che è insita nell'accennato tipo di rapporto, le Aziende devono da parte loro dar prova di volersi e sapersi conformare, concretamente e nei fatti, ai principi sui quali quel rapporto si fonda. E poiché la prova di tale volontà si realizza in pratica attraverso il comportamento delle Direzioni locali: e in genere di chiunque abbia compiti di responsabilità e svolga funzioni di collegamento col Personale, è evidente la necessità che si operi in modo da trasferire i principi nelle situazioni concrete Infatti le direttive più consone ad instaurare e favorire un clima di reciproco rispetto e spontanea collaborazione rischiano di non raggiungere lo scopo se - per trascuratezza, per incomprensione o perchè si presuma di poter fare diversamente - non vengano assecondate con intelligenza e attuate con costante impegno.
Sappiamo che le Direzioni locali sono abituate per tradizione ad improntare a correttezza e lealtà i rapporti col Personale. Ma affinchè a nessuno sfugga l'importanza di tali rapporti e per dar modo, altresì, di soffermare l'attenzione su ciò che in questo campo viene e deve essere fatto come su ciò che invece deve essere evitato, riteniamo opportuno ricordare, anche a rischio di dire cose che possono apparire ovvie, alcune fondamentali norme di comportamento alle dua¬li debbono riferirsi, costantemente e con convinzione, tutti coloro - Direttori di Filiale e loro Delegati, Capi Servizio Esecutivo, Capi Reparto, Addetti agli Uffici del Personale, ecc. - che per diverso titolo, e con grado diverso di autonomia e responsabilità, svolgano funzioni di guida del Personale.
I diritti del lavoratore devono essere in ogni caso scrupolosamente e lealmente rispettati. Non ci si può aspettare dai Collaboratori una pronta osservanza dei doveri se non si è disposti a riconoscere con pari prontezza, nei limiti di responsabilità e autonomia che competono ad ogni grado gerarchico, quanto effettivamente dovuto a ciascuno. Di qui, in primo luogo, la necessità che coloro le cui attribuzioni comportano compiti direttivi conoscano bene (ora più che in passato) le norme che regolano il rapporto di lavoro. Ricorderemo, a titolo di esem-plificazione, che al dovere del prestatore d'opera di essere puntuale al lavoro corrisponde quello dell'Azienda di non prolungargli l'orario se non nei limiti e per le necessità contrattualmente previsti e, comunque con conseguente integrale corresponsione del compenso stabilito per le prestazioni straordinarie; al dovere del lavoratore di tenere una condotta costantemente improntata ai principi di disciplina, di dignità e moralità corrisponde il dovere di chi è a lui preposto di non abusare dell'autorità che gli è stata conferita e di rispettare in lui quella dignità che giustamente si pretende; al dovere del Dipendente di offrire all'Azienda una collaborazione attiva corrisponde quello delle Direzioni e di chiunque abbia compiti di responsabilità gerarchica di seguire attentamente il Personale tutto, non solo per ciò che concerne lo svolgimento del rapporto di lavoro, ma anche per ciò che attiene alle aspirazioni, alle necessità, alle particolari evenienze che possono insorgere e manifestarsi nella vita di ciascuna
L'interessamento alla vita lavorativa dei Collaboratori, sotto il profilo della selezione, dell'addestramento e della valorizzazione, costituisce un dovere morale da assolvere in modo costante, fattivo, assiduo e imparziale. Tutti i Dipendenti devono essere messi in condizione di poter trarre pari profitto dall’ assegnazione a questo o a quel settore di lavoro nel quadro dei programmi di rotazione disposti da ciascuna Filiale. Tanto più incombe alle Direzioni (e in specie ai Capi Servizio Esecutivo) il compito di fare tutto il possibile per "riportare avanti" i meritevoli e volonterosi momentaneamente "sacrificati" a particolari esigenze di servizio. Ed è importante che, nel far ciò, siano resi consapevoli gli interessati. I quali, poi, devono acquisire la certezza, attraverso il comportamento imparziale e obiettivo dei responsabili, che la valorizzazione dei Collaboratori non è affidata al concorso di imponderabili circostanze e tanto meno a simpatie e favoritismi, ma dipende dalle capacità effettive di ciascuno.
Attenzione e cure del tutto particolari devono essere naturalmente dedicate ai neo assunti per aiutarli a superare il periodo di ambientamento e la fase iniziale dell'istruzione.
Il Collaboratore deve essere ascoltato in ogni circostanza e messo in condizioni di poter esprimere liberamente - con la fiducia di trovare interlocutori comprensivi e ragionevoli - i propri desideri, le proprie aspirazioni, le proprie necessità. Non vi è nulla di più deleterio per il buon andamento delle relazioni interne che il distacco programmatico e l'atteggiamento di sufficienza sugge riti dall'intento di salvaguardare una male intesa autorità. La disciplina e 1' ordine, presupposti irrinunciabili per qualunque attività di tipo collettivo (e che quindi intendiamo siano mantenuti, è ovvio, senza debolezze e senza cedimenti), non possono venire a mancare là dove coloro che hanno compiti di responsabilità e di coordinamento li esercitino anzi con fermezza ma anche con misura e con senso di dignità. E siamo anche persuasi che la disponibilità al colloquio e l’interessamento sincero ai problemi dei Collaboratori, cioè l'esisten-za di un dialogo che sia rapporto umano, favoriscono la cordialità meglio di qualunque altro atteggiamento.
In occasione di avvenimenti lieti o tristi (conseguimento di titoli di studio, matrimoni, nascite, malattie ecc) non deve mancare ai Collaboratori un segno di partecipazione delle Direzioni; un segno, beninteso, che non sia espressione di mero formalismo.
Così pure le Direzioni non devono far mancare parole di compiacimento a coloro che, operando al di fuori della banca, nel campo degli studi, delle ricerche, delle attività "sociali", dello sport, ecc., si siano particolarmente distinti, ottenendo riconoscimenti. A queste proposito ricordiamo anzi che le Filiali so no tenute a segnalare, sul conto dei Collaboratori, anche al fine di un eventuale encomio o intervento di altro genere da parte della Direzione Centrale, ogni atto, comportamento o iniziativa meritevole di apprezzamento.
I Collaboratori che facciano presenti particolari necessità, in relazione a situazioni non facili nelle quali siano interessati essi personalmente o membri della loro famiglia, devono poter contare sull'assistenza tecnica, amministrativa e di consulenza dei Servizi della banca. Ciò può avvenire, ad esempio, in relazione a pratiche di contenzioso, successioni, acquisti o trasferimenti di proprietà, richieste di mutui fondiari, pratiche di ricovero in ospedale o case di salute, cure specializzate c climatiche, pratiche con Ministeri, Enti previdenziali ecc.. E’ evidente che nei casi esemplificati, e in altri che pu¬re potrebbero elencarsi, la banca, per mezzo della sua organizzazione, dei suoi esperti e delle sue conoscenze, può essere di notevole aiuto ai Collaboratori che ricorrano ad essa, ai quali offre, con l'affidamento del proprio disinteresse, la possibilità di raggiungere un risultato forse per altra via non conseguibile. Pertanto esortiamo le 3irezicn a non far mancare l'assistenza del¬la banca a coloro che la chiedano per seri e comprovati motivi e ad offrire anzi d'iniziativa il suo intervento ogni qualvolta possa apparire utile e gradito.
Infine, i Collaboratori che non siano in grado di fronteggiare con i propri mezzi necessità impreviste e imprevedibili derivanti da malattie, eventi eccezionali ecc.) ed altresì quelli che, non avendo disponibilità liquide immediate ma potendo impegnarsi in un precise piano di rimborso, desiderino effettuare spese di una certa entità in particolari occasioni meritevoli di considera-zione, devono sapere che possono contare sull'aiuto della Banca. E' ovvio che nessun prestatore d'opera, neppure il più qualificato, è disposto a prodigarsi nel lavoro se non abbia la certezza che l'Istituto dal quale dipende si interessa a lui, alle necessità sue e della sua famiglia anche al di fuori degli obblighi contrattuali e, nel caso in cui egli venga a trovarsi in condizioni di bisogno, sia pronte a offrirgli il proprio aiuto. Pertanto abbiamo ritenuto opportuno trattare più diffusamente l'argomento riservando ad esso un capitolo dell'allegata memoria sulle "Istituzioni e agevolazioni in favor del Personale in servizio". In tale memoria abbiamo voluto ricordare - come chiaramente dice il titolo - le varie forme di intervento (diretto o indiretto) in favore dei Collaboratori; ciò non per semplice necessità d'ordine amministrativo, ma perchè ci è sembrato giusto e appropriato nel momento in cui esortiamo le Direzioni a considerare con particolare cura il problema dei rapporti interni offrire ad esse un compendio delle varie istituzioni attraverso le quali può realizzarsi in parte - e crediamo che di fatto si realizza - il fine di sincere "relazioni".
Lasciamo a Lei l’iniziativa di intrattenere sull'argomento, in mode non formalistico ma con convinzione, i Funzionari della Filiale (e delle eventuali Dipendenze), il Capo e il Vice Capo Servizio Esecutivo, i Capi Reparto, discutendo con essi, punto per punto, le norme di comportamento sopra accennate e adoperandosi nel migliore dei modi affinchè essi acquisiscano - se già non l'hanno - l'abito. mentale desiderato.
Occorre che Ella faccia capire la necessità - avvalorandola e confermandola con l’esempio - di
- attivarsi con impegno affinchè i rapporti col Personale, quali sopra concepiti, siano costante
  consuetudine di vita e caratteristica dell'Istituto;
- intervenire appropriatamente per vincere ostilità o dissipare diffidenze;
- prodigarsi nei riguardi di chi ha bisogno di aiuto;
- saper comprendere e sovvenire, selezionare senza mortificare, giudicare obiettivamente, valorizzare
  secondo i meriti;
- mantenere sempre vivi, in definitiva, i presupposti affinchè l'attività aziendale possa svolgersi in un
  clima di fiducia, di rispetto e di leale collaborazione.
Occorre che Ella convinca gli eventuali dubbiosi che il tempo dedicato al miglioramento delle relazioni interne non è tempo perso perchè l'interessamento costante e sincero dà i suoi frutti: le situazioni tese si ammorbidiscono, la comprensione reciproca si accresce, la fatica del lavoro diventa meno pesante. Senza dire che le regole della buona educazione sono sempre il mezzo più confacente per ottenere in questo campo i migliori risultati.
Grati dell’attenzione che Ella vorrà dedicare ai problemi che siamo ve nati prospettando, restiamo in attesa di ricevere al riguardo un cenno di assicurazione e cordialmente La salutiamo.


BANCA COMMERCIALE ITALIANA
DIREZIONE CENTRALE
CINGANO - CORNA



Allegato

 

 

 

 

 

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