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Il Giudice
esordisce puntualizzando che intende seguire il “rito del lavoro” e
chiedendo alle parti se vi sono proposte di conciliazione da prendere in
considerazione, prima di dare avvio all'esame dei ricorsi e delle memorie
difensive.
L'Avv. Iacoviello, come in precedenza concordato, afferma che il ricorso può
essere ritirato qualora le controparti recedano dall'intento di dividere i
bilanci del Personale in servizio ed in quiescenza, così determinando un
grave danno alla seconda categoria che vedrebbe gravemente compromessa la
propria situazione complessiva.
Il Giudice chiede una descrizione alle parti e prendo io la parola per
tutti, chiarendo che:
pur in mancanza di un “business plan”, abbiamo calcolato che a bilanci
separati risulterebbe, già a fine 2011, un risultato ampiamente positivo per
il Personale in servizio e quasi altrettanto ampiamente negativo per quello
in quiescenza; ciò significa che a bilancio unificato si chiuderebbe
comunque in attivo, senza le gravi conseguenze che pendono sul capo dei
Pensionati; e ciò dopo che, per oltre 60 anni, la solidarietà fra
generazioni ha sempre funzionato;
• manca per
noi l'individuazione di un “costo certo” , in quanto ai contributi versati
potrebbero aggiungersi il mancato rimborso del 20% - procrastinato all'anno
successivo e da liquidarsi soltanto in presenza di un risultato positivo – e
la possibile richiesta di versamento di ulteriori contributi, a pareggio;
• siamo
pertanto in presenza anche di una mancata certezza sulle prestazioni del
Fondo, che potrebbero essere erogate solo in parte come sopra accennato;
• esiste una
norma “giugulatoria” che costringe i Pensionati a restare iscritti sino al
31 dicembre 2013, anche nell'eventualità che l'Iscritto desideri recedere a
seguito di fatti negativi derivanti dalla gestione;
• a
dimostrazione della negatività della situazione, ho ricordato che alla Cassa
Sanpaolo, dove già vige la separazione Attivi/Pensionati, soltanto pochi
Colleghi mantengo l'iscrizione alla Cassa all'atto del pensionamento;
inoltre, circa il 25% dei Pensionati non ha ancora inoltrato i documenti al
nuovo Fondo;
• alla
prospettazione di queste conseguenze, fatta dal sottoscritto al Presidente
del Fondo nel dicembre scorso, la risposta è stata negativa, in quanto le
norme erano frutto di lunghissime trattative e risultava pertanto
impossibile introdurre modifiche; alla mia replica che, così stando le cose,
avremmo chiesto l'intervento di un “Giudice a Berlino” per ottenere il
riconoscimento dei nostri diritti, la risposta fu un “allargamento di
braccia”;
• concludo
dicendo che proprio il Dr. Gatteri può rappresentare il famoso “Giudice di
Berlino” (che, come noto, era l'Imperatore che diede ragione ad un villico
cui era stato confiscato un podere dal signorotto di turno) e indurre la
controparte ad accogliere le nostre istanze, del tutto ragionevoli.
Il Prof.Tosi ha replicato che la richiesta di unificazione dei bilanci non
figura fra le istanze dei ricorrenti, ma il Giudice ha precisato che si
tratta non di cavillo giuridico, ma di questione “politica” degna di
attenzione.
Dopo qualche scaramuccia fra legali, il Giudice ha verbalizzato la nostra
richiesta, invitando la controparte a condurre ulteriori trattative fra
Aziende e Sindacati per poterla soddisfare e fissando una nuova udienza per
il prossimo 29 settembre, al fine di verificare l'evoluzione dei fatti.
Nel frattempo si sospende ogni azione, tipo il trasferimento delle riserve
dalla Cassa al Fondo, mentre continua l'attività del nuovo Ente
nell'assistenza agli Iscritti.
Sergio Marini