Piazza Scala

 

 

Fra i ricordi della mia prima giovinezza hanno rilievo gli anni trascorsi in estate in Friuli alle pendici del monte Plauris dalle cui viscere si estraeva un minerale (scisto bituminoso) che una teleferica portava a valle , a Resiutta, per essere distillato in un fabbricato ancora visibile , lungo il torrente Resia.Le miniere erano state per lungo tempo la prima fonte di reddito per gli abitanti.

Quando mio padre diede nuovo impulso alla produzione con la costruzione di impianti moderni la miniera si trovava in uno stato di semi abbandono. I tempi erano cambiati e la produzione doveva al più presto espandersi. Infatti dalla lavorazione del minerale si estraevano oli pesanti e per successiva distillazione si liberavano le essenze più leggere, la benzina.

Produzione di importanza enorme per l’Italia in guerra.

Con i nuovi investimenti si aprirono i confini per il rimpatrio di tanti minatori che avevano dovuto emigrare confermando l’antica piaga del Friuli di quei tempi . Anche le villotte friulane rimembrano quel dramma come per esempio “l’emigrant”.

In quella memorabile estate fu come se si operasse un miracolo. La valle si riempì di vita di rumori , di impalcature per le costruzioni in cemento armato ed i cuori si aprirono a nuove speranze.

Mio padre era un ingegnere dal carattere schivo e modesto come generalmente sono coloro dotati di ingegno e capacità creative. Era amatissimo e considerato una specie di “salvatore della patria”.

Purtroppo l’autentico propellente creativo era la guerra che come si vide qualche anno dopo distruggeva e non creava.

Ricordo un compleanno di mio padre in quegli anni, quando i minatori portarono a valle per lui una quantità incedibile di stelle alpine. Così tante insieme non le ho più riviste.

Sono passati tanti anni e quando ho potuto sono tornato a Resiutta con lo stabilimento in cemento armato ancora visibile ed abbandonato come la miniera , un tutto divenuto antieconomico con la fine della guerra.

Anche lo scorso anno sono passato da Resiutta. Mi ettendeva un’emozione indescrivibile. La mia attenzione fu attratta da una costruzione nuova con l’insegna “Mostra miniera del Resartico”.. Il cuore si era messo a galoppare impazzito come presentissi quel che mi attendeva.

Un museo costruito per ricordare i sacrifici di tanti minatori in quegli anni lontani.

Vi è riprodotta l’imboccatura di una galleria con visibili in rilievo minatori al lavoro. Sono esposti i carrelli che circolavano in galleria per il trasporto del minerale . Alle parete sono esposte tante foto. Ecco la mia agitazione di poco prima: in una foto grande appare mio padre attorniato dai minatori, all’imbocco di una galleria.

Più sotto una sua nota: “ nelle viscere della terra a 400 metri dall’imbocco , sotto 1000 metri di montagna consacrando il lavoro”.

Ogni ulteriore commento e’ superfluo. Penso che un pensiero a quegli uomini e a quell’ingegnere lo possiamo inviare tutti.

 

Giovanni Noera - febbraio 2013   

 

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico:



 

 

Piazza Scala - febbraio 2013