PAGARE TUTTI PER PAGARE MENO
articolo tratto dalla pagina Facebook del collega Umberto Costa

Legge 24 dicembre 1969, n. 990:
nasce l’obbligo dell’assicurazione sulla responsabilità civile automobilistica

 


 


Abbiamo avuto:
25 Presidenti del Consiglio
12 legislature
38 Governi
Nessuno è riuscito in un compito fondamentale: fare rispettare una legge nata nel 1969.
Fatte le leggi, si rimanda l’applicazione. Se ne fa una nuova che modifica la precedente ecc.
Dal 1969 il problema resta irrisolto !!!!!!!
Quanti provvedimenti legislativi hanno trattato la materia senza risolvere il problema alla radice?
Quante le frodi che fanno lievitare i costi dei risarcimenti?
Quante compagnie inesistenti?
Quante truffe che danneggiano gli assicurati onesti?
Quanti contrassegni falsi?
Quanti i pirati della strada che, non essendo assicurati, scappano dopo l’incidente lasciando spesso delle vittime?
Quante le vittime in attesa d’indennizzo?Abbiamo dovuto anche istituire il “Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada” che a tutto il 2008 aveva effettuato 128.700 indennizzi relativi a sinistri causati da veicoli o natanti non assicurati, per 1.110,2 milioni di €. IN ITALIA CI SONO 3.500.000 DI AUTO SENZA ASSICURAZIONE (Fonte A.C.I. comunicato stampa del 25/10/2011).
Nel 2010 sono stati scoperti solo 100.000 automobilisti sprovvisti di copertura Rc Auto.
Sono dati su cui riflettere e ragionare!
Intanto in Italia i prezzi medi delle polizze Rc auto hanno subito negli ultimi anni un incremento nettamente superiore alla media europea e continuano ad aumentare. Nelle tariffe ci sono ancora troppe differenze: da provincia a provincia - tra Nord e Sud – tra neopatentati e anziani.
Siamo nel 2012 proviamo a risolvere il problema?
Le nuove disposizioni in materia di liberalizzazioni hanno introdotto quattro concetti fondamentali:
1) Dematerializzazione dei contrassegni, prevedendo la loro sostituzione o integrazione con sistemi elettronici o telematici.
2) La violazione dell'obbligo di assicurazione della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli può essere rilevata, dandone informazione agli automobilisti interessati, anche attraverso i dispositivi, le apparecchiature e i mezzi tecnici per il controllo del traffico e per il rilevamento a distanza delle violazioni delle norme di circolazione.
3) Installazione di meccanismi elettronici che registrano l'attività del veicolo, denominati scatola nera o equivalenti.
4) L'attestazione sullo stato del rischio, all'atto della stipulazione di un contratto per il medesimo veicolo al quale si riferisce l'attestato, è acquisita direttamente dall'impresa assicuratrice in via telematica.
Assicurare la propria automobile in Italia costa mediamente € 407 (qualcuno sostiene anche che il costo medio sia compreso tra 900 e 1.000 €).
E’ da ricordare che nel “costo” sono compresi: il premio (l'importo dovuto dall’assicurato), l’imposta provinciale (12,5 / 16,00%) e i contributi al Servizio sanitario nazionale (10,5%), totale 23 / 26,50%. Da non dimenticare il versamento al Fondo di garanzia per le vittime della strada (2,5%).
Ho preso in mano le polizze delle mie due auto: la prima ha un premio annuo netto di 217,05 €, la seconda 585,90 €, valore medio 401,75 € che si avvicina ai 407 € citati dai giornali nei mesi scorsi.
Ho provato a fare un conteggio prendendo un valore medio di 400 € (e mi sono tenuto basso, visto cha altri giornali parlano di 900/1.000 € !)
Se moltiplico 400 € x 3.500.000 (auto che circolano senza polizza) ottengo la “modesta” cifra di € 1.400.000.000 (pari a 2.710.778.000.000 delle vecchie Lire), a fronte di premi raccolti nel 2100 per oltre 17.000.000.000 di €!
Danno economico per la collettività :1.400.000.000 € di mancato pagamento Rc Auto
Equivale a mancati introiti per 406.000.000 € così suddivisi:
Imposte provinciali (16.00%): 224.000.000 €
Servizio sanitario nazionale (10,5%) : 147.000.000 €
Fondo di garanzia per le vittime della strada (2,5%): 35.000.000 €
Da comune cittadino non sono in grado di valutare il danno derivante da frodi, incidenti fasulli, truffe, incidenti causati da non assicurati, ecc. Ma di sicuro è una cifra di gran lunga superiore a 1.400.000.000 €.
Fatte queste premesse ( e utilizzandone i contenuti) , proviamo a risolvere il problema iniziale: fare rispettare una legge che esiste dal 1969.


SCATOLA ARCOBALENO
Ipotizziamo di rendere obbligatoria l’adozione su ogni autovettura circolante della “Scatola Arcobaleno”: un sistema per il controllo elettronico della Rc Auto composto di una scheda con microchip (Abolizione contrassegni cartacei) sulla quale viene memorizzata la polizza RC Auto ed una centralina elettronica che ne legge il contenuto (Scatola nera).
La scheda potrebbe contenere tutte le informazioni della polizza (i dati del contraente, la data di effetto e di scadenza, le caratteristiche dell’auto, attestazione di rischio passaggi di proprietà, dati relativi agli incidenti ecc.). Si potrebbe ipotizzare, in futuro, di registrare anche i dati del libretto di circolazione e il bollo.
Le autorità preposte al controllo (Polizia Stradale, Guardia di Finanza, Polizie Locali, Carabinieri ecc.) dotati di idonei mezzi tecnici per il controllo del traffico e per il rilevamento a distanza si limiterebbero a controllare solo i veicoli privi della predetta “Scatola Arcobaleno”.
A poco servono le norme della legge di stabilità (n. 183/2011) contemplano solo sanzioni amministrative, ma non risolvono il mancato assolvimento dell’obbligo dell’assicurazione obbligatoria. Ricordo che l’ACI stima in circa 37.500.000 le automobili di cui 3.5000.000 prive di assicurazione.
I controlli incrociati tra banca dati delle targhe assicurate (che esiste da circa trenta anni) e PRA lascerebbero fuori di certo le auto che non figurano iscritte al pubblico registro automobilistico e quelle assicurazioni che non aderiscono alla banca dati.
La scheda con microchip (che interagisce con le predette banche dati) sarebbe la “carta d’identità” del veicolo: documenti di circolazione, dati del proprietario e copertura assicurativa.
Vantaggi rilevanti, specialmente in tempo di crisi:
1) La collettività recupererebbe 400/mln di introiti (Province, S.S.N., Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada.
2) Gli “evasori” forse riuscirebbero a comprendere che è giunta l’ora di trovare altri sistemi per aggirare l’obbligo della RC Auto.
3) Contrasto alla delinquenza organizzata: emissione di polizze false.
4) Si ridurrebbero le discriminazioni: Nord Sud, giovani e vecchi ecc.
5) Sicurezza: gli incidenti tendono a diminuire se si effettuato controlli (vedi patente a punti – tutor ecc.)
6) Le assicurazioni, recuperando oltre 1,4/mld di introiti, non avrebbero più scusanti per aumentare le tariffe e l’effetto immagine sugli Italiani sarebbe notevole.
7) Gli assicuratori (ANIA + ISVAP + CONSAP) potendo controllare e contenere costi dei risarcimenti gonfiati dalle frodi su sinistri e dall’emissione di falsi certificati assicurativi devono contenere i prezzi.
8) Le associazioni dei consumatori vedrebbero soddisfatte le loro richieste.
9) Un progetto del genere richiederebbe almeno due anni di lavoro e arriveremmo al 2014 introitando più fondi, avendo creato del lavoro aggiuntivo: pensate cosa vorrebbe dire per il nostro sistema produttivo dotare quasi 38/mln di veicoli di idonea apparecchiatura elettronica e tutti i lavori organizzativi ed informatici che graviterebbero intorno al progetto (e se lo adottassero in Europa?) Con la “Scatola Arcobaleno” aiuteremmo il conducente a viaggiare più tranquillo senza avere il timore di subire truffe e/o di averne subite durante la stipula della polizza. Il progetto andrebbe incontro agli utenti, alle Assicurazioni e alle Istituzioni.
Conclusione Il problema, nella sua complessità, non sarà risolto nemmeno adottando i principi sanciti dagli articoli 32 e 33 del “decreto liberalizzazioni”; non è con l’adesione volontaria, ma con l’obbligo dell’installazione degli strumenti che si risolve il problema (N.d.R. Codice della strada: Art. 193. Obbligo dell'assicurazione di responsabilità civile.”).
E’ possibile che non sappiano uscire dagli schemi come gli Italiani si attendono? Dobbiamo attendere altri quaranta anni per risolvere il problema?

Umberto Costa - Torino
05/04/2012

 

 

 

 

 

 

 

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