Uno dei punti fermi previsti dall’accordo fra banca e OO.SS. che regolamentava la condizione dell’esodato era che per quanto riguarda il Fondo Sanitario Integrativo Intesa Sanpaolo – fino al raggiungimento della pensione – lo stesso avrebbe goduto delle condizioni riservate all’attivo/in servizio.

Bene, dopo le variazioni normative intercorse sui requisiti pensionistici l’esodato si trova per diversi mesi senza l’assegno di solidarietà e senza la pensione, nel c.d. “vuoto reddituale”.

Proprio in questo delicato momento, in caso di scavallamento dell’anno solare, il FSI (ente solidaristico intergenerazionale, senza fini di lucro)  va a chiedere all’esodato il contributo che la banca non versa più, pari alla cifretta di 957 euro!

Premesso che è in fase di avvio una sorta di “class action” per farsi restituire l’iniquo balzello, in ogni caso è possibile rateizzare la cifra richiesta in 6 rate, senza interessi.

Ma il FSI si guarda bene dal rendere pubblica la notizia e concede la rateazione solo a chi la richiede, scrivendo una mail a:

Per questo, riteniamo importante diffondere e far circolare la notizia in modo che gli interessati possano valutare la cosa e, se del caso, chiedere il pagamento a rate.

Pensiamo, altresì, che il rappresentante dei Pensionati che siede nel CdA si debba prontamente attivare perché il FSI provveda a rendere la nota la possibilità alla persona al momento in cui riceve la richiesta dei fondi e non a tenerla….. segreta!

Altrettanto invito rivolgiamo in modo pressante ai nove rappresentanti dei Sindacati che siedono nel CdA. Che una volta ogni tanto possano farci ricredere sulla sempre più inveterata condizione di subalternità ai desiderata della banca?

 

Claudio Santoro - Lecco

 

 

 

 

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