Peppuccio Fiore (Sassari) scrive ad Arnaldo De Porti facendo
il punto sui "ragazzi del 98/99", sui cui diritti crediamo non sussista
alcun dubbio da parte della netta maggioranza pensionati, ante e post 1997.
Piazza Scala - febbraio 2012
Caro Arnaldo,
Non intervengo per ora sui contrasti veri o presunti che attanagliano la
nostra Associazione, riservandomi di far conoscere in seguito il mio
pensiero.
Intervengo invece e senza alcuno spirito polemico nei tuoi confronti per
dirti che mi duole precisare che essendoti interessato con ritardo del
problema,come da te ammesso, ovviamente te ne sfuggono i contorni e non
solo.
Dalle tue precisazioni ho capito che sei un pensionato “ante 31.12.97” e
pertanto la tua rendita non è stata “falcidiata” dalla riforma del Fondo
avvenuta nel periodo 98/99.
Questa riforma (e il calcolo attuariale relativo)fu effettuata per risanare
un bilancio che, diversamente , non avrebbe potuto assicurare l’erogazione
delle rendite fino alla sopravvivenza dell’ultimo pensionato.
I criteri adottati furono i seguenti :
Pensionati ante 31.12.97 | nessuna penalizzazione nelle rendite |
Pensionati 98/99 (“ragazzi 98/99”) | riduzione rendita del 25,7% |
Personale in servizio, esodati, zainettati, etc. | capitale ridotto del 30/35% |
Vedove, orfani, etc | reversibilità ridotta dal 70% al 50% |
Indicizzazioni | abolita per tutte le categorie |
In questa riforma, a garanzia delle categorie penalizzate su indicate, venne
inserito nello statuto
L’art. 27 il cui scopo doveva essere quello di destinare le plusvalenze
(derivate dalla vendita degli immobili) in primis a risarcire appunto queste
categorie.
Ed ora arriviamo alla determinazione di sciogliere il Fondo (e soprassediamo
sulla bontà di questa decisione non da tutti condivisa)
Con lettera del 12.12.2005, a seguito della messa in liquidazione, il Fondo
ha comunicato ad ogni iscritto la quota personale spettante (calcolata sui
valori di bilancio) ed usando come base di calcolo le rendite al 100% dei
pensionati ante 31.12.97 e quelle ridotte(e non ripristinate) dei ragazzi
98/99,personale in servizio, esodati, zainettati, etc. non tenendo in debita
considerazione che in fase liquidatoria del capitale il calcolo attuariale
atto a garantire la rendita finchè fosse sopravvissuto l’ultimo pensionato
non aveva più alcun fondamento.
Ovvie quindi le contestazioni a tale atteggiamento.
La successiva vendita degli immobili e l’enorme plusvalenza derivata (forse
non per caso fortuito……) ha continuato a divaricare la distribuzione
perseverando nel criterio fin qui seguito ignorando quanto stabilito a
salvaguardia dall’ Art. 27.
Ed allora cosa fare se non ricorrere per non essere schiacciati?
In tutti questi anni ,circa SEI, non ho notato alcun intervento da parte dei
pensionati ante 97 a sostegno delle giuste rivendicazioni di quei compagni
di viaggio ingiustamente penalizzati.
Non posso credere che dopo tanti approfondimenti in tutte le sedi, chi di
dovere non si sia reso conto di essere stato erroneamente privilegiato a
danno di altri.
Per cui, prima di fare i buonisti, mettiamoci una mano sul cuore e l’altra
sul portafogli e smettiamola di prenderci in giro.
Arriviamo ora all’accordo UNP-ANPEC, faticosamente raggiunto grazie alla
nostra buona volontà ed a quella del Direttivo dell’UNP
A chi ha seguito con attenzione l’evolversi di questo accordo/compromesso
non può essere sfuggito che l’applicazione (che mi auguro fortemente possa
vedere la luce) non renda pienamente giustizia alle categorie penalizzate ma
continui a mantenere privilegio agli ante 97.
Comunque non nascondiamoci dietro un dito e diciamolo chiaramente che questo
è il massimo che si possa raggiungere evitando di lasciare il problema agli
eredi.
Difendiamo questa soluzione ed interveniamo presso i colleghi il cui ricorso
in Cassazione ha costretto il Fondo e noi a fare altrettanto al fine di
pervenire ad una soluzione decente ed evitiamo di flagellarci inutilmente
………
Cordiali saluti
Peppuccio Fiore (ragazzo 98/99) - 12 febbraio 2012
Commenti:
- 15 febbraio 2012 - da Peppuccio Fiore: non
voglio polemizzare sui pareri discordanti dal mio ma, avendo notato che vi è
una grande confusione nel prospettare conclusioni praticabili. Riporto qui
di seguito il comunicato ANPEC - omissis - nel quale è chiaramente
spiegato che il ritiro delle cause non rende automatica la validità
dell'accordo ma può diventare un salto nel buio. Chi può farsi garante? Chi
ha suggerimenti da fare al di là degli sfoghi emotivi?
N.d.R.: per quanto ovvio non possiamo
pubblicare il comunicato di un'associazione (dal cui presidente siamo
costantemente definiti "distanti e distinti", definizione che non
condividiamo ma che esiste), cui fra l'altro appartengono molti nostri
lettori e fondatori. Se il Masia vuole far conoscere ai nostri lettori il
suo punto di vista ci scriva direttamente e pubblicheremo il suo scritto,
che potrà così essere sottoposto ad un sano contraddittorio con chiunque,
favorevole o contrario, lo desideri. Piazza Scala - 15 febbraio 2012
- 14 febbraio 2012 - da Gherardo Salvati: Facciamoci tutti un bell'esame di coscienza, applicare l'accordo UNP ANPECOMIT e chiudere la questione che diventa sempre più squallida.
- 14 febbraio 2012 - da Arnaldo De Porti: Caro Giovanni Vommaro, tu non ti intrometti affatto, anzi sei un benvenuto. Parlo a titolo personale e dico..... se davvero 26 hanno la forza..... numerica su 1250, io penso che l'Anpec non persegua "motivi fondanti", come da statuto. A meno che, per... 1224 non si tenga conto dei tanto conclamati motivi fondanti. Che ti devo dire ? Siamo nel pantano.Ciao e grazie.
- 14 febbraio 2012 - da Giovanni Vommaro: Scusatemi se mi intrometto, se veramente volete che si raggiunga un accordo extragiudiziale a mio avviso dovreste invitare coloro che erano contrari al piano di riparto pattuito tra unp e anpec (se non erro 26 su 1250 ) a farci conoscere le vere motivazioni che li hanno indotti a non accettare l'accordo. Voglio informarVi che il sottoscritto è stato costretto a ritirare lo zainetto all'età di 53 anni decurtato nel 97 del 35% per il pagamento delle pensioni agli aventi diritto di allora (per loro libera scelta), sarei curioso conoscere l'entità delle pensioni che percepiscono e dell'intero importo che finora hanno percepito sia dalla rendita del fondo sia dalla liquidazione. Sono convinto che volendo e ripeto solo volendo si possono ottenere ancora risultati positivi per tutti. Un caro saluto a tutti.
- 13 febbraio 2012 - da Alberto Costagli: DOBBIAMO PORRE FINE A QUESTA GUERRA ORMAI SOLO TRA PENSIONATI COMIT, CONFIDANDO NELL'ACCORDO TRA UNP E ANPEC. SOLO COSI' FACENDO FORSE AVREMO ANCORA QUALCOSA DA POTERNE USUFRUIRE. RIMANE UNICAMENTE DA RITIRARE OGNI RICORSO IN CORSO E NEL GIRO DI 60 GG. AL MASSIMO POTREBBE ANCHE ESSERE FINITA QUESTA BRUTTA VICENDA.
- 13 febbraio 2012 - da Giacomo Morandi: Anche Fiore dimentica un paio di cosette. Gli ante '97 hanno visto la loro pensione non aggiornata per molti più anni e poi è stata sospesa. Gli altri hanno preso soldi una tantum e hanno potuto investirli, anche per gli anni a venire, oppure hanno ancora lavorato per parecchi anni godendo di altri contributi versati dalla banca. Gli ante '97 avevano diritti acquisiti che non potevano essere toccati anche perchè con il passare degli anni le loro pensioni si erano già svalutate. Ho già detto, peraltro, che allo stato il compromesso raggiunto fra ANPEC e UNP è ragionevole, ma inutile se non si ferma la macchina giudiziaria. L'ANPEC rappresenti tutti i pensionati o sia neutrale.
- 13 febbraio 2012 - da Arnaldo De Porti: Caro Peppuccio Fiore, Ti ringrazio di avermi fatto la cronistoria di questa “guerra fra colleghi” di cui, onestamente, non ero addentro più di tanto.
“Non flagelliamoci” - dici bonariamente- e chi è che Ti si scaglia contro ?
Io, lo ammetto, avevo sì delle carenze circa questo calvario della liquidazione, ma c’è anche chi, come Giacomo Morandi, persona che stimo moltissimo, e molti altri che leggo anche per l’inscalfibilità argomentativa dei medesimi, che non dicono quello che dici Tu, mentre io, guarda caso, ho sempre riposto, fin qui, una giusta fiducia su Anpecomit, anche se ora essa si è enormemente ossidata.. (ma speriamo che ci sia una riviviscenza…)
Non è vero, come Tu dici, che non hai mai notato un intervento dei pensionati ante 97 e, quand’anche fosse vero, tu forse pensavi che alla nostra età ci sarebbe stata sufficiente versatilità per farlo ? Quando, la gente della mia età, fatte salve alcune eccezioni, sono tuttora all’oscuro più profondo di quanto ci sta succedendo, riponendo anche loro la speranza sul fatto che i colleghi deputati a farlo, facessero sperabilmente gli interessi degli altri colleghi ? Oltre ad non aver dimestichezza con l’informatica e con tutto ciò che ci va dietro ? Su questo, si può giocare, anzi si ha gioco facile, non nasconderlo!
Qui stanno i veri “ motivi fondanti” di cui non parli, ergendoti - senza nulla togliere a te - a portavoce di Antonio Masia, almeno leggendoti fra le righe.
Parli di privilegi nostri. Ma quali ? Si tratta di rispetto dovuto sulla base dei precedenti, peraltro già spiegati molto bene su vari on-line, sia da me che da altri.
Il ricorso in cassazione in atto, sia da parte Anpecomit che degli altri, daranno a tutti noi il colpo di grazia. Esattamente come ha scritto Giacomo Morandi, uno dei personaggi più saggi, che io abbia mai incontrato in questo penoso percorso. Anzi, approfitto, per invitare tutti a prendere atto dei suoi suggerimenti, e soprattutto a cantierare delle veloci iniziative per fare ciò che egli dice :
- 12 febbraio 2912 - da Giacomo Morandi: Giusto condividere le riflessioni di Lorenzo Milanesi e Arnaldo De Porti. Belle parole e buoni concetti. Vorrei osservare che gli elementi fondanti dell'ANPEC, alle quali io avevo aderito con entusiasmo per poi andarmene senza sbattere la porta comportavano la rappresentanza degli interessi di tutti i soci e non solo di una parte contro gli altri (questi ultimi, fra l'altro, avendo anche contribuito in denaro alle spese legali). Detto questo, l'accordo ANPEC-UNP era da considerarsi ragionevole, appunto come un sano compromesso al fine di sbloccare la faccenda, prescindendo dalle ragioni e dai torti. Il Tribunale non ha riconosciuto la validità dell'accordo. Per implementarlo, non vedo altra soluzione che tutti, ma proprio tutti, ritirino le istanze legali e che si possa raggiungere una conciliazione extragiudiziale. Come si può fare? Le due associazioni dovrebbero convincere soci e non soci che questa sembra l'unica via d'uscita, allo stato attuale. L'alternativa è quella di aspettare una soluzione guardando dall'Aldilà, se esiste.
Alcuni, e non gli ultimi arrivati, mi hanno fatto sorgere poi il dubbio sulla legittimità operativa dell’Anpecomit, a cui pure io sono iscritto da anni, essendo scaduto da mo’ il mandato seppur rinnovato “fra pochi intimi,” non ascoltando Milano… come è stato scritto da alcuni sui nostri on-line.
Quando si arriva a questo, non mi pare che le ragioni della dialettica democratica possano mostrarsi…fiere, per cui se non si trova lo spazio di civile colleganza con tutti coloro che, a suo tempo, hanno speso la vita nel comune ambiente di lavoro, io credo che si dovrebbe porre mente subito anche a questa situazione. Altrimenti ci trasformiamo in quei soggetti… arcoriani che non vogliono mollare, anche di fronte all’evidenza dei fatti. Passami il frizzo, peraltro su input di Antonio Masia, che mi ha definito, invero troppo sportivamente, uomo della sinistra che non sono affatto…, e neanche di destra, aggiungo io, ma questo non c’entra.
Caro Fiore, e concludo, con la seguente personale convinzione.
Io penso che, in questo momento, Anpecomit abbia tutti contro (tranne quella minima parte che ha un interesse recente, maturato sulla scia di noi anziani) e che, se non si instaura subito una situazione extra-giudiziale con conseguente sollecito riparto dei nostri soldi (trattenuti indebitamente sulla base di una questione legale, instaurata da noi, ripeto da noi, che permette la non erogazione), saranno guai per tutti.
Quindi, d’accordo, non flagelliamoci, come dici in apertura, Caro Fiore, ma badiamo bene a non fare dei passi falsi, perché, come dice Morandi, se l’alternativa è quella di aspettare una soluzione guardando dall’Aldilà, qualcuno potrebbe davvero arrabbiarsi… E magari… tirarci i piedi mentre dormiamo. Come mi raccontava mia nonna, quando le davo da intendere che non mi ero preso la marmellata…