Piazza Scala

 

 

Grande raduno di manifestanti provenienti da tutta Italia a Taranto la sera del 15 dicembre u.s., nella cornice di Piazza Sicilia, da dove è partito, ordinato, un corteo che si è snodato per le vie principali della città sotto lo slogan “Taranto Libera”.

La manifestazione è stata organizzata dal Comitato 15 Dicembre, appositamente costituitosi e che raccoglie diverse anime ambientaliste, sensibili ai problemi “di salute” che stanno sconvolgendo la vita della città ionica.

L'idea di questa manifestazione è nata come reazione al decreto governativo ribattezzato “Salva Ilva”, considerato come il decreto che autorizza, invece, Riva a continuare nella sua produzione di veleni a scapito della popolazione che vive qui e che non ha alcuna intenzione di abbandonare la città. Ritengo sia doveroso richiamare l’attenzione sul grande bluff architettato dal ministro Clini & Co. con il rilascio dell’AIA. L'Autorizzazione Integrata Ambientale  é il provvedimento che autorizza l'esercizio di un impianto o di parte di esso a determinate condizioni, che devono garantire la conformità ai requisiti di cui alla parte seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal decreto legislativo 29 giugno 2010 n.128, che costituisce l’attuale recepimento della direttiva comunitaria 2008/1/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento (IPPC). Ai sensi di quanto previsto dall'articolo 29-quattordieces del citato D. Lgs. 152/06, tale autorizzazione é necessaria per esercitare le attività industriali specificate nello stesso decreto. L’AIA rilasciata all’ILVA è dunque il nuovo grande imbroglio in quanto le prescrizioni contenute valgono per il work in progress e nel decreto Salva Ilva non è spesa una sola parola per il risanamento ambientale. I veleni, diossina in primis, si sono insinuati nella catena agricolo-alimentare con conseguenze che lascio immaginare al lettore.

Oltre 10 mila in corteo, un corteo pacifico con donne e bambini virtualmente accompagnati nel percorso dalle serrande abbassate dei negozi e scortati da un servizio d’ordine imponente. Il serpentone umano è stato monitorato anch’esso dall’alto degli elicotteri. Mamme mano nella mano con i propri bambini, studenti, padri di famiglia, medici, insomma “TARANTO”. Un ennesimo segnale che da quel 26 luglio, con il sequestro degli impianti da parte della Magistratura, ha segnato una svolta. Della Città prima e Nazionale poi.

Presenti alla manifestazione anche delegazioni del resto d’Italia soprattutto da quella di Genova che sembrava tanto avversa.

Ma, ripeto, il provvedimento del 3 dicembre che ha ispirato il manifesto funebre, sbandierato come “salva Taranto” dietro l’ombra del “salva ILVA”, permette allo stabilimento di continuare a produrre nonostante le ordinanze dei giudici ed è per questo che la gente non ci sta a essere “prevaricata”, messa da parte da logiche di mercato e di profitto di un imprenditore senza scrupoli tuttora agli arresti per disastro ambientale. E il figlio latitante in uno dei tanti paradisi fiscali che lancia proclami dichiarandosi a disposizione della Magistratura, ma intanto se ne resta al riparo nel suo “buen retiro”. E desidero ricordare che le fonti di inquinamento a Taranto non sono rappresentate solo dall’ILVA, ma significano anche Raffineria dell’ENI, Cementir e se poi vogliamo dirla tutta, un problema sempre taciuto e ignorato dalla stragrande maggioranza dei cittadini, è l’esistenza del “rischio nucleare”. Che vuol dire? Vuol dire che l’Italia paese NATO spesso e volentieri ospita nella Base Navale della Marina Militare a Taranto, sommergibili USA a propulsione nucleare…….lascio intendere alla vostra immaginazione cosa potrebbe rappresentare ulteriormente per questa città un incidente a uno di questi sottomarini. Per fare un passo indietro e concludere, a proposito di ENI, in questi giorni si è tenuta a Taranto una conferenza dei servizi sul problema sicurezza ENI in caso di incidente. E questo solo perché il famoso “tornado”  dei giorni scorsi ha solo sfiorato a meno di 400/500 metri la raffineria dell’ENI. Immaginate un po’ se fossero saltati in aria i silos con le migliaia di tonnellate di carburante stoccato………..Buon Natale a tutti amici miei.

Fernando Mazzotta
Taranto - dicembre 2012

 

 

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Piazza Scala - dicembre 2012