Ai tempi della vecchia Comit......
L'Ufficio Insoluti della Sede di Milano

Si sa come succede, se si comincia a ricordare poi diventa un po' come le ciliegie, un ricordo tira l'altro:
Come detto, l'Ufficio Insoluti della Sede di Milano era articolato in diversi reparti e si andava dal “paradiso” (tutto è relativo a questo mondo) degli “Insoluti di dopo incasso”, dove fui inizialmente posizionato, alla “cayenna” dei “Ricavi di dopo incasso”. In questo settore numerosi “battitori liberi” compilavano freneticamente moduli di ricavo effetti al dopo incasso che venivano predisposti su apposita calcolatrice da un tipetto velocissimo a calcolare l'ammontare delle nostre competenze da detrarre dal ricavo (legate a tipo e numero dei titoli ricavati).
Il tutto sotto lo sguardo paterno dell'anziano responsabile, classico milanese fin nel cognome e autentico fan della città a suo parere all'ultravanguardia in Italia.
Intendiamoci, non che avesse torto, ma alla fine i suoi continui panegirici risultavano alquanto indigesti alle orecchie meridionali, abbondanti sia nel suo reparto che negli altri.
Un giorno, perciò, turbai la sua serenità: già scocciato di mio perchè temporaneamente in rinforzo alla Cayenna, interruppi la sua celebrazione della futura Metropolitana, all'epoca semplicemente un gigantesco scavo che da Piazza Duomo arrivava sino al confine comunale in fondo a Viale Monza, dicendogli: “Sì, ok, signor Cl... però, guardi, che il primato è di Napoli che la Metropolitana ce l'ha dal 1926 e non ce la stiamo tanto a menare”, affermazione accolta con incredulità assoluta
In realtà, come sa chi conosce la città partenopea, le Fs realizzarono nel 1926 un tronco urbano sotterraneo che dai Campi Flegrei arriva a Via Gianturco (cioè oltre la Stazione Centrale che sottopassa) utilizzato sia da treni a lungo percorso che da convogli urbani con una serie di fermate cittadine lungo il tracciato. Alcune di queste, fra l'altro, prima delle recenti nuove reti che hanno battuto questo primato, erano decisamente in profondità e richiedevano diverse rampe di scale mobili prima di riemergere a riveder le stelle. Oltretutto, alcune fermate erano adiacenti a stazioni delle funicolari per il Vomero il che significava, già 50 anni fa al minimo, traversare in lungo e largo la città in tempi molto ridotti.
Restò molto male quando gli portai, di ritorno da una puntata in famiglia a Napoli, un biglietto della metropolitana napoletana.
Ma,queste erano quisquilie, dato che il signor Cl... era angustiato da alcuni elementi che turbavano l'ordinato andamento del suo ufficio: uno era il già citato signor D... che, come scoprii in occasione dei miei periodici distacchi in quel reparto, avviò un perfido giochino. Entrava, chiedeva il permesso al signor Cl... di usare il telefono (solo i Capisezione disponevano di telefono abilitato per l'esterno) e simulava una conversazione col suo agente di Borsa. Chi ascoltava, cosa non difficile, anzi impossibile il contrario dato il tono di voce, capiva che l'interlocutore lo stava sollecitando all'acquisto di azioni Edison e, regolarmente, il signor D... replicava “Dottore, ma come glielo devo dire, acquisterò quando il prezzo sarà conveniente... no.. no, creda a me, devono scendere ancora.... bè, ci risentiamo...stia bene” .
Dopodichè, solenne e maestoso come sempre, usciva dalla comune. E qui, mentre il signor Cl... si metteva le mani nei capelli, scoppiava l'inferno. Infatti saltava su un vispo vecchietto, prossimo alla pensione, il signor Z... che, inferocito, strillava: “ma che dice, scendere ? Ma se sono all'osso ! Questo è il momento buono per comprare, non scenderanno più... ma dove crede che arrivino !”
Il fatto era che il poveretto aveva investito buona parte dei risparmi di una vita (avventurosa, come si vedrà) in azioni Edison..... non credo siano necessarie spiegazioni particolari per chi leggerà queste righe, siamo tutti pensionati Comit e quindi abbiamo una certa età... ricordiamo che esisteva un mondo “prima dell'Enel”, vero ?
Magari, per chi non ha lavorato a Milano potrà essere utile precisare che le azioni Edison godevano di particolare stima sulla piazza meneghina, i giudici tutelari ne tenevano conto per investimenti vincolati per orfani minori, vedove, fanciulle da dotare per maritaggio e in tutte le situazioni in cui si richiedeva un investimento valido ma senza rischi.....tutto sommato lo scherzo era veramente perfido perchè il povero signor Z...ci si rodeva il fegato.
Quando dimenticava le angustie per le Edison amava intrattenerci con le sue vicende personali: fascista della prima ora, era stato anche in Colonia (non ricordo se Libia o Somalia) e quando partiva con i ricordi... il signor Cl... faceva il consueto gesto delle mani nei capelli sia perchè noi ragazzi rallentavamo il ritmo per ascoltarlo, sia perchè talvolta erano ricordi alquanto boccacceschi, sgraditi al nostro, timorato di Dio.
Si andava dall'accoppiamento fra dromedari... “ragazzi sapete come.....?” a vicende di bordelli, luoghi che per la maggioranza di noi erano rimasti mitici causa loro prematura scomparsa.
Ma, il pezzo forte riguardava il rapporto con la Banca: in pratica, dopo il 25 Luglio era stato allontanato, epurato. “Senonchè, una mattina,” raccontava “ mentre passeggiavo in via Manzoni non ti vedo un carro tedesco fermo lì davanti alla Banca ? Allora, subito sono entrato.. fatte le scale a quattro a quattro, Ufficio del personale... io son qui, che fate, torno al lavoro ?”.
Ci siamo sempre dimenticati di chiedergli cosa fosse successo a un altro 25 di mese.... e oggi avverto la mancanza di una parte delle storia, anche se, il lieto fine era evidente data la sua presenza nel 1961...

Un'atmosfera che a distanza di anni non ho dimenticato era quella che pervadeva l'intero reparto Insoluti quando girava la voce “è arrivato un rilievo dal Centro...” evento che, per la verità, non era frequente ma quando capitava...per qualche ora serpeggiava l'inquietudine fra noi giovani elementi finchè il Caposezione (quello dei pilastri...) con aria luttuosa chiedeva, per esempio: “chi sigla emmedi ?” e, nel caso, il sottoscritto veniva invitato a recarsi dal Signor R... (l'altrimenti inarrivabile Caporeparto, quello autentico) che, calmo e misurato, diceva: “segnor D'Angelo... c'è un rilievo dal Centro... faccia più attenzione, non vogliamo questi rilievi...”.
Naturalmente, la cosa non finiva lì: infatti ce n'era anche per il tizio che aveva “verificato” il foglio contabile vistandolo e ovviamente si trattava del mio “superiore” diretto, quello che aveva ben 3 mesi di Banca... che dopo si riteneva in obbligo di girarmi la sciacquata che s'era preso.
Di questo personaggio, prima che mollasse la Banca per andare a fare il giornalista sportivo, ricordo un fatterello che all'epoca (avevo si e no 3 settimane di anzianità...) risultò misterioso nel suo racconto:
va premesso che il sottosottoreparto in cui lavoravo era “Insoluti di dopo incasso” quindi, in genere, le contabili che producevamo erano di importo modesto, al più le spese di protesto se del caso, altrimenti le sole nostre spese e commissioni. Senonchè un giorno tornò al reparto una contabile di importo relativamente elevato, a carico di un'azienda che emetteva grandi quantità di ricevute di cui era rientrato un lotto abbastanza consistente di insoluti.
Il foglio contabile era corredato di un tagliando con la scritta: “Fondi insufficienti. Fare sconfinamento alle Posizioni A”....
“Ah...” disse il mio capo, con una piega amara sul viso, e partì velocissimo lui e il foglio contabile.
Dopo un'abbondante mezz'oretta tornò levitando leggero a mezzo metro da terra con aria soddisfatta: “Eh” disse “un tarlucco qualsiasi avrebbe chiesto al Caposezione: e cos'è uno sconfinamento alle posizioni A? E così avrebbe fatto la sua figura.. ma io, eh, sono andato lì, alle posizioni A, e ho detto: allora per questo sconfinamento ?” “Ci vuole il 255 firmato dal Settorista”. Non mi son perso d'animo, uno di voi tarlucchi si sarebbe arreso.........”
E qui purtroppo s'arresta il ricordo che salta direttamente al finale trionfante: “Così ho imparato una cosa molto interessante senza fare la figura del tarlucco” (Il tarlucco era sempre in agguato nella bocca del tipetto, mai saputo il significato ma, a occhio, non doveva essere troppo lusinghiero).

Sinceramente, questo dipanarsi di ricordi, uno tira l'altro, mi ha sorpreso, alcuni, come quest'ultimo del 255 come oggetto misterioso, erano rimasti sepolti per decenni... forse per reazione ai tanti 255 compilati e, ben più pregnanti, quelli firmati... ringrazio ancora il collega Santoro che mi ha dato lo spunto per aprire il cassetto dei ricordi.

Maurizio D'Angelo - dicembre 2010

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