Il Collega Giovanni Camarda, fine dicitore della segreteria di direzione, disegna un nitido quadro delle modalità di lavoro di una volta, menzionando persone e fatti della Filiale di Salerno dal 1958 agli anni 70, allorché fu promosso procuratore presso altre unità. Giovanni ha concluso la sua brillante carriera come vicedirettore della sede di Bari nel 1995. Lo ringraziamo di cuore per averci voluto dedicare questo graditissimo ricordo.
Vincenzino Barone

 

Quando io sono entrato in banca era il 1° ottobre 1958 e la Banca era ancora in piazza Amendola e solo da qualche anno era stata fatta succursale indipendente, con l’agenzia di provincia di Nocera Inferiore. All’epoca il D. era Luigi Formichella e il CD. Walter Ciaccio in seguito trasferito a Torino; vi erano poi i 2 procuratori Paolo Roccuzzo (andato poi a Brescia) e Carlo De Dominicis. Al Personale e ai controlli era preposto Vito Falcone, mentre in segreteria troviamo Vincenzo Angrisani come capo della segreteria, Gennaro Napoli allo Sviluppo,Giacomo Scarsi al facilitazioni-segreteria e poi Natalino Paglionico neo assunto come me. Funzionario di sala era Alfio Nicotra (trasferito poi a Milano). Rocco Fiore è stato appena nominato Procuratore a Nocera. All’Esecutivo troviamo il procuratore Luigi Indinnimeo, CSE, Sirignano come Vice, in cassa abbiamo Matteo D’auria e Guido Farina, successivamente anche Benito Trevisone; al Riscontro Flavio Condò, all’Estero Enrico D’Avino, ai Titoli Giovanni Di Capua, allo Sconto Inacassi Filippo Iovieno e poi ancora Guglielmo Crudele, la signorina Murino e io agli assegni circolari (all’epoca si scrivevano con la penna –il pennino era il Perry- e io che avevo studiato calligrafia mi divertivo a scriverli.
Dopo alcuni mesi ci fu un cambio, io passai in segreteria alle informazioni, facilitazioni, segreteria e Natalino Paglionico venne agli assegni circolari. Subito dopo arrivò anche Stelvio Tripepi in segreteria. All’epoca io, Scarsi e Tripepi oltre a lavorare studiavamo per laurearci in Economia e Commercio, cosa poi realizzatasi. All’epoca in estate si lavorava fino alle 15 e quindi avevo il tempo di andare al mare con la mia Gilera Giubileo 98 rossa (era l’unica che girava per Salerno). Il 15 agosto 1960 (era un fine settimana) la filiale si trasferì al corso V.Emanuele nell’ex palazzo Alfani, abbattuto e ricostruito. A tale trasferimento partecipò tutto il Personale (gratis et amore dei). Dopo poco venne assunto come commesso di cassa Gigino Elefante che andrà poi a Battipaglia ai servizi di direzione e al suo posto arrivò Vincenzo Della Corte. Tra i commessi troviamo Paglia, De Crescenzo detto Casanova, Giudice e in seguito anche Umberto De Rosa al centralino e spedizione.
All’epoca avevamo una fotocopiatrice primitiva che funzionava con l’acido grazie alla quale riuscivamo a fare le fotocopie delle circolari interessanti per noi della segreteria.
Qualche fatto di vita quotidiana della gestione Formichella:
-appena trasferiti al cso V.E. l’ordine tassativo era di tenere entrambe le porte di ingresso aperte, anche in pieno inverno, in modo che la clientela si sentisse invogliata ad entrare
-Formichella si accompagnava sempre con un autista di piazza di nome Di Renna, tanto che lo chiamavamo il secondo condirettore
-Formichella consumava litri di profumo tanto che noi al primo piano lo sentivamo appena entrava in banca
-quando sua figlia sposò Elefante, Formichella estese gli inviti a tutti i clienti facilitati da un minimo importo in su e si disse che aveva riempito di regali (soprattutto elettrodomestici) due stanze.
-i 2 procuratori Roccuzzo e De Dominicis erano oberatissimi di lavoro, Roccuzzo era intento a spiare col binocolo il palazzo di fronte al c.so V.E. e De Dominicis a leggere i giornalini di Topolino.
Il primo funzionario che andò via fu il CD.Ciaccio, trasferito a Torino, e al suo posto arrivò Aldo Agnesi che poi andò a Concessione Crediti (e io fui esaminato da lui prima della promozione). Dopo Agnesi arrivò Contardi che andò poi a Palermo.
Nel frattempo arriva alla Borsa il CU Pasquale Annunziata (da Napoli) e Ferdinando Lizza con aspettative di promozione che non arrivando si dimise. In questo periodo fece la comparsa anche il dr.Vincenzo Aversano che dopo poco si dimise per l’incarico di assistente di Geografia economica alla facoltà di Economia e Commercio di Napoli (è stato mio esaminatore all’esame di Geografia).
Formichella venne trasferito D alla sede di Catania e subito dopo si dimise, causa la distanza da Salerno, per andare all’IBI di Napoli. Arrivò Cucchiarelli e rivoluzionò i servizi di direzione e lo sviluppo: scrisse delle note sul funzionamento dei servizi di direzione e a ognuno fu affidato un incarico preciso, mentre riprese vita lo sviluppo che venne fatto in maniera classica e non più su iniziativa singola. Nel frattempo Roccuzzo viene trasferito a Brescia e al suo posto arrivò Massimo Leosini e ancora sotto la gestione Cucchiarelli arrivò Domenico Nicolicchia, Alfonso Tino, figlio dell’allora prefetto di Salerno e nipote di un alto papavero di Mediobanca, e Massimo Napoli in sostituzione di Alfio Nicotra alla sala. Agli inizi degli anni 70 arrivò anche Carmine Mottola che fu il mio ultimo settorista, e Peppino Mosca. Cucchiarelli andò poi a dirigere il Banco de Credito del Perù e portò con sé Nicolicchia, M.Napoli e Filippo Iovieno. Al posto di Cucchiarelli arrivò una persona squisitissima, Carlo Re e dopo di lui Carlo Muccio e poi Luzzana. Agli inizi degli anni 70 con la visita del Controllo Crediti,nelle persone di D’Ambrosio e Ceriani, la Filiale ebbe gli elogi in particolare per la gestione e valutazione del rischio. Questa è la fotografia del Personale dell’epoca (spero di non aver dimenticato nessuno).
Come si lavorava all’epoca? il lavoro era tutto manuale.
-Ogni fine giornata bisognava fare il QUADRO e spedirlo in serata al Centro Parma e quando non si quadrava si facevano le ore piccole:
-gli assegni circolari, come detto, si scrivevano a mano e solo successivamente arrivarono le macchine da scrivere per gli assegni; in sede di negoziazione degli A.C. bisognava controllare che non risultassero smarriti o rubati avvalendoci delle segnalazioni che arrivavano da Milano e annotate in apposita rubrica;
nell’ultimo quinquennio degli anni 50 inizia il boom economico sostenuto da una massiccia circolazione di cambiali che creava problemi a fine mese e a metà mese alla Cassa Effetti (con controllo giornaliero della rimanenza effetti, impagati ai notai e poi scarico dai notai); nel 1968 la Comit per prima ebbe l’intuizione di istituire i “p.p.r.r.”, piccoli prestiti a rimborso rateale (se ricordo bene fino a 1milione e venivano verbalizzati col mod.276) divenuti poi “Credito Personale” e si diffusero in tutto il sistema bancario, e gradualmente si arrivò alla pressoché scomparsa della massa degli effetti in circolazione;
-l’uff. posizioni:
-all’epoca tutte le scritture di addebito e accredito venivano effettuate manualmente, si dava ovviamente la precedenza ai versamenti e poi si passavano gli assegni e i ritiri effetti; in caso di “sconfinamento” si chiedeva autorizzazione al funzionario settorista con il famoso mod.255; a fine giornata i servizi di direzione provvedevano al controllo dei modd.255 emessi e registrati.
ogni cinque giorni si procedeva al controllo dei saldi di conto
in questo periodo cominciò la meccanizzazione delle posizioni e il primo passo fu l’ADREMA, poi arrivarono, nel 76/77, i primi terminali che agevolarono di molto i lavori della contabilità.
Questo per quanto riguarda l’Esecutivo.
Anche per i Servizi di Direzione il lavoro era tutto manuale: in particolare per le pratiche di fido
-I segretari provvedevano ad istruire le pratiche di fido con le richieste ai clienti affidati dei bilanci, a richiedere le visure ipotecarie il cui contenuto andava poi riportato sui modd.268 da allegare alle pratiche e a raccogliere i dati di lavoro per ogni singolo cliente sul mod.203; per questo ultimo lavoro un primo aiuto ce lo davano le posizioni di rischio individuale, i famosi modd.827 che riportavano il lavoro mensile transitato sul conto corrente; per il portafoglio destinatoci bisognava consultare i singoli “cartoni di sconto” che riportavano le partite di portafoglio presentate e accolte suddivise per foglio non accettato (tratte-ricevute) e accettato (cambiali), nonché le rispettive percentuali di insoluti;
Raccolti tutti i dati si procedeva alla compilazione dello “studio” utilizzando il mod 253 per le pratiche fuori autonomia della Filiale e il mod.273 per quelle in autonomia. Per la compilazione del mod.253 bisognava conoscere e studiare la relativa monografia (di Giovanni Malagodi) che era la base per la riesposizione dei dati di bilancio; una volta riesposti questi dati si ricavavano dei ratios necessari e indispensabili per la valutazione di affidabilità del cliente, tenendo presente ovviamente anche l’esperienza fatta nei contatti col cliente.
Molti clienti lavoravano in Borsa e godevano di affidamenti garantiti da pegno su titoli, il che comportava un lavoro impegnativo, a fine “liquidazione”, per il rifacimento degli atti di pegno con i modd.272.
Altro comparto che all’epoca impegnava la Segreteria/facilitazioni era la costituzione dei depositi cauzionali provvisori per la partecipazione a gare di appalto e poi definitivi per la buona esecuzione dei lavori;
Ma il lavoro manuale più importante per la Filiale era la compilazione della famosa “RELAZIONE DI ESERCIZIO” che veniva affidata al VD De Dominicis con il quale io collaboravo. E devo dire che la sua stesura e l’esame dei dati di bilancio erano molto istruttivi (Dovrei ancora avere una copia dell’ultima Relazione alla quale ho collaborato).
Ora è tutto informatizzato tanto che per ogni singolo cliente si conosce la sua “contribuzione” all’utile della Filiale.
in questo periodo di boom cominciarono ad arrivare a Salerno molte industrie, anche estere, come la Marzotto, Ideal Standard, Face Sud, Landys e Gyr, RDB per citarne alcune.

Giovanni Camarda

Salerno, 27/9/15

 

 

 

 

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Piazza Scala - settembre 2015