Rosario La Delfa racconta....   

 

Un Nell’anno 1976 la Banca parafrasando in anticipo un termine moderno legato al gioco del “Gratta e vinci” e cioè “ TURISTA PER SEMPRE” pensò bene di trasferirmi CSE a Salerno.
Venivo da Gallarate, filiale che nelle classifiche della Banca figurava, allora, tra le prime nel macinare utili su utili …. più di tante Sedi importanti.
Di Salerno ricordo ovviamente le bellezze naturali della città e dei dintorni, la Costiera Amalfitana, Amalfi, Sorrento…
Di episodi ne ricordo tanti. Alcuni “ interessanti” e altri “ dolorosi “(rapine). Ne cito quattro.
*Due rapine subite (che mi hanno molto coinvolto emotivamente - per fortuna - non direttamente.
*La consegna delle armi
*La banconota da 100.000 lire
* Un evento particolare quasi comico , se non fosse stato di una certa gravità, finito, però, bene.

LE RAPINE
La prima presso l’Agenzia di città , in periferia.
Fu “ visitata “ poco prima della chiusura pomeridiana. I banditi sicuramente (e per fortuna) dei professionisti ben informati della grande quantità di contante che circolava nella zona seppero controllare i nervi e nessun danno fu arrecato ai colleghi, che si comportarono benissimo, senza nessuna reazione. Solo una grande, grande paura. Il colpo fruttò circa 110 milioni delle vecchie lire, mai recuperati. A parte la questione tecnico/ burocratica, molto impegnativa , che seguì, vorrei mettere in evidenza gli aspetti umani della vicenda . Al nostro arrivo trovammo i colleghi inebetiti e distrutti. Alcuni, i giovani, piangevano senza ritegno. Noi e la Banca demmo il massimo aiuto immediato e successivo agli sfortunati protagonisti. Fu una vicenda dolorosa.
La seconda rapina fu effettuata a Battipaglia, nostra agenzia di provincia.
Quasi simile a quella dell’agenzia di città. I banditi ( gli stessi ? ) sorpresero i colleghi all’entrata dell’apertura pomeridiana. Li costrinsero ad aprire il caveau e comodamente si fecero consegnare i contanti, circa 120 milioni di lire, trattenendosi in banca per oltre 30 minuti !!! Un’eternità . Un’anomalia. Perché? Di solito avviene il mordi e fuggi. Mi ricordo che in quel lasso di tempo ebbi modo di telefonare al Direttore il quale alle mie domande rispondeva a monosillabi e con frasi sconnesse. Certo!! Aveva una pistola puntata alla tempia!
Non mi sfiorò lontanamente l’dea, pensai che avesse altro per la testa.
Anche questa volta nessun danno alle persone. Ma la situazione fu più grave. I banditi prima di lasciare la banca fecero entrare tutti i colleghi nel caveau chiudendo la porta dall’esterno, per fortuna non a chiave.
Quando arrivarono i soccorsi e fu aperta la porta l’aria cominciava a mancare e tanti furono colti da malore.
Per il resto la stessa scena della rapina precedente. Due ragazzi furono trasportati in ospedale senza successive conseguenze. Da parte nostra tanta solidarietà e tanto tanto aiuto e conforto.
Dei rapinatori non si seppe mai nulla.

 

LA CONSEGNA DELLE ARMI 

Nel 1977  fu trasmesso, a tutte le filiali da parte della Direzione Centrale,  un dispaccio che  ordinava di consegnare tutte le armi, in dotazione - regolarmente denunziate -   alle competenti autorità dello Stato.

Mi ricordo che consegnai, personalmente,  al Vicequestore di Salerno diverse armi ( pistole e  munizioni ) della filiale madre e quelle delle Agenzie di città, e di provincia: Battipaglia e Nocera Inferiore. Rispettando le pratiche burocratiche  stabilite dalla Legge.

Le armi, peraltro,  erano state tolte, in precedenza,  dalla disponibilità  del personale ( cassieri e commessi di cassa)  e rinchiuse  al sicuro   nella cassaforte della Direzione.

Questa fu una precauzione che  risparmiò,   forse,  delle vite umane.


 

 

 

 

Pensavo che i ricordi della mia vita bancaria fossero un patrimonio strettamente personale.
La nostra Banca Commerciale Italiana, pur pretendendo grandi sacrifici, ha dato la possibilità alla stragrande maggioranza di noi : “nessuno” e figli di “nessuno” di raggiungere importanti traguardi , di accumulare esperienze e schiuderci orizzonti diversi dai soliti. Ci ha permesso di condurre, assieme alle nostre famiglie, una vita più che dignitosa.
Non immaginavo che particolari “vicende personali” di cui sono stato protagonista e/o spettatore potessero interessare colleghi e amici. Sollecitato in tal senso mi accingo a descriverne alcune che ritengo interessanti e mi hanno colpito in modo particolare.
Non me ne vogliano i colleghi se non lo sono.
Il percorso segue una via cronologica di tempo e solo di alcune Filiali.

Rosario La Delfa (Brescia)

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - giugno 2014