Rosario La Delfa racconta....   
 

 

LA BANCONOTA DI 100.000 LIRE

C’è qualcuno che ricorda la vicenda delle 4 banconote da 100.000 lire che “sparirono” dai locali della zecca dello Stato?
Le banconote erano regolarissime, fresche di stampa.
Inspiegabilmente durante i controlli non furono trovate.
Successe un piccolo scandalo, ne parlarono i giornali e furono allertate le Banche comunicando loro i numeri di serie e i numeri delle singole banconote.
Non ci crederete! Una sera un nostro cassiere, a chiusura della giornata, durante la verifica di cassa riuscì a individuare una delle banconote incriminate.
Non ricordava , però, il nome di chi l’aveva consegnata in quanto quel giorno c’era stata una grande affluenza di contante.
Furono avvisate la nostra Direzione Centrale, le Autorità dello Stato ed espletate tutte le procedure richieste.
La banconota fu poi consegnata alla Banca d’Italia e fu sostituita con un’altra.


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L’EPISODIO DEL “ TRENO “

L’anno del mio arrivo circolava in banca la voce di una certa vicenda, avvenuta l’anno precedente, che poteva essere una barzelletta ma che , invece, era un fatto successo . Me l’ha raccontata un collega che, diciamo, “ era a conoscenza dei fatti”.
Antefatto : come noto le singole filiali, a chiusura della giornata inviavano al Centro di Parma il famoso “Quadro di controllo” che riepilogava tutta la contabilità giornaliera della filiale .
Unendo a tutti i fogli contabili la cosiddetta “miscellanea” si confezionava un pacco che veniva spedito a Parma, per ferrovia, con il primo treno utile, seguendo una rigida “ tabella”, specie per le filiali del sud, dettata dalle Poste.
A volte, non tanto raramente, non si poteva chiudere la contabilità in tempo a causa di qualche errore che protraeva la chiusura e bisognava cercare.
In questi casi, per individuare la “differenza” , occorreva altro tempo e quindi non si poteva rispettare la “tabella” per la spedizione. C’era un’alternativa. Si poteva spedire il pacco consegnandolo direttamente al personale del treno successivo ( previsto dalla tabella) con una procedura chiamata “spedizione fuori sacco”. Informando il “Centro”.
Ritorniamo al nostro “caso”.
E’ capitato presso la dipendenza di Nocera Inferiore.
Una sera il “ pacco della contabilità”, a causa del protrarsi dei tempi della consegna, non partì in orario.
Il commesso addetto alla spedizione, scrupolosissimo, interpretando le regole a modo suo ( il “ quadro “ doveva partire in ogni caso) ebbe una brillante idea.
Non si sa con quale artificio ( si piazzò in mezzo ai binari? Finse di sentirsi male? ) fatto sta che bloccò il direttissimo Salerno/Napoli ( che non prevedeva la fermata a Nocera Inferiore) e non era incluso nella “tabella”, pretendendo che il personale del treno ritirasse il pacco.
Lascio a voi immaginare le conseguenze. Indagini, accertamenti, interrogatori, intervento della Polizia………..
La cosa poi finì bene in considerazione della buona fede dell’interessato.
Altre cose potrei narrare ma già sono stato “ lungo “ abbastanza.
Finisco scusandomi con i colleghi, che hanno avuto la pazienza di seguirmi, se ho narrato fatti “banali” e poco interessanti.

 

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Rosario La Delfa - Brescia
 


 

 

 

 

Pensavo che i ricordi della mia vita bancaria fossero un patrimonio strettamente personale.
La nostra Banca Commerciale Italiana, pur pretendendo grandi sacrifici, ha dato la possibilità alla stragrande maggioranza di noi : “nessuno” e figli di “nessuno” di raggiungere importanti traguardi , di accumulare esperienze e schiuderci orizzonti diversi dai soliti. Ci ha permesso di condurre, assieme alle nostre famiglie, una vita più che dignitosa.
Non immaginavo che particolari “vicende personali” di cui sono stato protagonista e/o spettatore potessero interessare colleghi e amici. Sollecitato in tal senso mi accingo a descriverne alcune che ritengo interessanti e mi hanno colpito in modo particolare.
Non me ne vogliano i colleghi se non lo sono.
Il percorso segue una via cronologica di tempo e solo di alcune Filiali.

Rosario La Delfa (Brescia)

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - luglio 2014