UN COLLEGA DI LAVORO PARTICOLARE

Aprendo un vecchio portafoglio, ho trovato anzi ritrovato un batuffolo di cotone conservato in un sacchetto di plastica. Grazie a quell'oggetto dall'apparenza insignificante ho ricevuto l'emozione di un ricordo di anni lontani. Mi è apparso all'improvviso il volto con l'espressione quasi ascetica di un collega dei primi anni di lavoro in una grande banca.
Lavoravamo su scrivanie vicine in un grande salone illuminato da poche ma grandi finestre. Il mio lavoro piuttosto impegnativo non mi lasciava molto tempo per guardarmi intorno, ma quando ciò accadeva, il caso voleva che sorprendessi il mio straordinario collega con gli occhi rivolti ad un angolo di una di quelle finestre dalla quale si intravedeva un pezzetto di cielo azzurro che faceva evocare pensieri di libertà e nostalgia di verdi prati. Esattamente ciò che era dato solo sognare dentro o fuori la banca nella grande Milano.
Lo sorpresi più volte in quell'atteggiamento rapito non so con quali ricadute sul suo rendimento .
Il mio ricordo è legato ad un suo ritorno da Siracusa sua città natale ove si era recato per le ferie.
Durante la sua assenza i giornali avevano riportato la notizia della lacrimazione di una statuetta della Madonna posta sulla parete di una camera da letto di una povera famiglia di Siracusa.
Naturalmente si erano formati i soliti partiti: degli scettici e di chi ci credeva.
Torniamo al batuffolo di cotone.
Tornato dalle ferie, il collega mi portò in dono quel cotone imbevuto di quelle lacrime.
Non ho mai capito perchè fra tanti aveva scelto me.
A distanza di anni, enumerando tanti avvenimenti della mia vita, quel gesto ha assunto una grande importanza sicuramente maggiore di quella da me data il giorno della donazione.
Pochi giorni dopo il mio donatore diede le dimissioni e silenziosamente sparì. Più tardi fortuitamente seppi che era partito come missionario in terre lontane.
Mi domando se con quella singolare donazione, egli aveva auspicato una sorta di protezione per i miei anni futuri che aveva intuito difficili. Oggi credo proprio di sì.
Ovunque egli si trovi in Africa o India lo raggiunga il mio grato ricordo e l'augurio di essersi realizzato ed essere felice.

Giovanni Noera - giugno 2010

N.B.: l'illustrazione è stata realizzata da Greg Cerra


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18/06/2010 - da Emanuele: Riportando le parole del grande scrittore Marquez posso dire che la vita di una persona non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda, e come la si ricorda per raccontarla. Questo ricordo prezioso è denso di poesia tanto da sembrare un sogno. Grazie per averlo condiviso con noi.
18/06/2010 - da Elio: Me li ricordo benissimo quegli anni! Eri talmente compreso ed orgoglioso del lavoro che facevi che il Draghi di oggi mi fa pena! E sì, il Giovannino era proprio molto professionale e la carriera che ha fatto è stata assolutamente inferiore ai suoi meriti!
25/02/2011 - da Cristina: grande invidia per chi riesce a trasmettere tanta poesia in poche righe.... chapeau

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