LA BOMBA
Il 12
dicembre 2009 è stato il 40°
anniversario dell’attentato di Piazza
Fontana a Milano che causò la morte e il
ferimento di tanti innocenti. Ma vi fu
un altro tentativo similare che fallì
per circostanze ancora oggi del tutto
sconosciute. Fu progettato contro la
Banca Commerciale Italiana in Piazza
della Scala a Milano. Vale la pena di
rammentare i fatti per chi ha memoria
corta o non
ne fosse del tutto al corrente.
I primi di luglio del 1969 in seno alla
Banca Commerciale Italiana avevamo dato
inizio, non senza ansia e trepidazione,
alla più travolgente rivoluzione nel
campo della gestione dei conti bancari
dai tempi dei… Medici..
Come al solito, la Comit si confermava
leader dell’innovazione nel settore del
credito. Si trattava, come obiettivo, di
abbandonare i sistemi di registrazione
cartacea per passare a quelli
elettronici. Non solo, ma di sfruttare i
dati primari per integrarli fra di loro
e con altri di altre provenienze allo
scopo di fornire, con la dovuta
gradualità, alla dirigenza periferica e
centrale non soltanto le risultanze
dell’attività giornaliera, ma anche i
dati aggregati e utili sia per la
corretta gestione di ogni singola unità
lavorativa che per quella dell’intero
Istituto, ivi comprese le necessità dei
Servizi della Direzione Centrale, delle
filiali estere, nonché quelle verso
l’esterno, come ad es. la Banca
d’Italia, l’Ufficio Italiano dei Cambi,
la Centrale dei Rischi, gli scambi
internazionali, ecc.
Un lavoro, come si può facilmente
immaginare, poderoso che richiese
considerevoli investimenti in risorse
umane e in denaro, ma che fu portato a
termine nei tempi previsti anche grazie
al sostegno convinto e costante dei
vertici dell’Istituto, in mancanza del
quale – come si sa – qualsiasi progetto,
in ogni campo di attività, è destinato
al naufragio.
La sera, dunque, intorno alle 21,30 di
quel fatale 12 dicembre 1969, era una
sera come tante altre. Insieme con altri
colleghi seguivamo l’andamento nelle
ultime fasi conclusive dell’attività
delle poche agenzie che lavoravano ormai
da luglio con modalità elettroniche. Il
nostro ufficio era ubicato all’ultimo
piano, verso il cortile interno,
dell’edificio della Comit in Piazza
della Scala qui a Milano.
D’improvviso uno scoppio violento nel
giardino interno posto fra il nostro
stesso edificio, il palazzo detto degli
Omenoni e quello degli Anguissola,
attirò la nostra attenzione. Ci
affacciammo, ma nel buio della sera non
scorgemmo che ombre che dileguavano
rapidamente. Nell’aria rimase un odore
acre e intenso di polvere da sparo. Nei
sotterranei del palazzo vi era il Centro
elettronico al quale erano collegate le
agenzie anzidette. La distanza che lo
separava dal luogo dello scoppio era di
una settantina di metri, non di più, e
dunque lo spostamento d’aria venne
avvertito all’interno, tant’è che
immediatamente il responsabile ci
telefonò allarmato lamentandosi del
fatto che ….non era stato avvisato per
tempo dello scoppio.
Cos’era accaduto cominciammo a saperlo
durante il rientro a casa, ma i dettagli
li conoscemmo il giorno doto. V’era
stato un attentato in Piazza Fontana con
tanti morti e feriti e una seconda
bomba, dentro una borsa nera, era stata
collocata all’interno della Banca
Commerciale Italiana, proprio dopo
l’ingresso principale di piazza della
Scala, a sinistra entrando. Quando
questa borsa fu trovata, la sera stessa
del 12.12, venne consegnata al Capo del
personale della filiale di Milano, che
era l’amico Danese, il quale – ignaro
evidentemente del contenuto – la posò
provvisoriamente sulla propria
scrivania. Dopo, però, diffusasi la
notizia dell’attentato di piazza
Fontana, venne il sospetto che anche la
borsa potesse contenere qualche ordigno
e furono perciò avvisate le autorità.
Quando queste si presentarono e
accertarono che il contenuto era
costituito proprio da materiale
esplosivo, portarono affrettatamente la
borsa in un luogo che, al momento,
giudicarono idoneo (nel giardino,
appunto) e la fecero scoppiare. Così,
insieme ad essa furono distrutte anche
le tracce, se vi erano, che potevano
aiutare gli inquirenti
nell’individuazione dei responsabili,
ignoti ancora oggi a distanza di 40
anni.
LORENZO
MILANESI
N.B.: l'illustrazione è stata realizzata da Greg Cerra
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