Spigolature
Paolo
Marigonda e l'otre forato
Forse corro il rischio di essere troppo
monotematico dato che, ultimamente ho
parlato ben tre volte di vino, ricordando
eventi riconducili alla banca. La prima
volta, l’ho fatto citando fatti occorsi
quando ero in Direzione Centrale a Milano
(v. newsletter), la seconda quando ero in
Filiale a Mestre (pezzo in via di
pubblicazione), ed
ora….come leggerete, posto che abbiate la
bontà di farlo.
Premetto di non bere vino se non un
bicchiere-due la sera, durante i pasti: lo
dico ad evitare che mi si dia l’epiteto
di…...
E vado subito al racconto, alias
spigolatura, successa a Mestre, in Comit.
Paolo Marigonda, una mattina decise di fare
una corsa presso la Cantina Sociale di San
Donà di Piave, partendo da Mestre, per
comperare del vino da portare come “regalo”
la sera dello stesso giorno a Londra, ove
aveva la fidanzata, ora moglie. Ovviamente
egli dovette far appello a tutte le sue
forze per far quadrare i tempi allo scopo di
ritornare in orario in ufficio: se non
ricordo male, mi pare infatti che, per
adempiere alla missione, egli avesse
utilizzato l’intervallo molto ridotto fra le
13.30 e le 14.30 circa, magari con qualche
minuto di tolleranza in quanto, come
funzionario, se lo poteva permettere…
A missione compiuta, egli riprende il lavoro
nella sua scrivania, firmando lettere,
autorizzazioni a sconfinamenti e
quant’altro, immagino anche pensando al vino
“Cabernet” che, depositato in un otre di
plastica all’interno del baule della sua
macchina, parcheggiata proprio davanti la
banca, e pensando anche – immagino io - alle
formalità che di lì a poco avrebbe dovuto
espletare in aeroporto per volare verso
Londra, nonché sul come scaricare il
prezioso liquido per sorseggiarlo, la sera
stessa, a Londra, con la fidanzata e
suoceri.
Ebbene, all’atto dello scarico del prezioso
liquido dal baule della macchina, che
succede ?
Succede che l’otre, scaricato sul
marciapiede antistante l’ingresso della
banca, si fori un pochino, ma quel tanto che
basta per sgocciolare un po’ alla volta fino
a colorare di rosso tutto il marciapiede. Ed
il vino si sa, produce lo stesso effetto
del…sangue: basta infatti una goccia per
imbrattare tutto.
Dopo vari tentativi di chiudere il foro con
pezzi di spago o altro, alla stessa stregua
di quando si fanno, per motivi diversi, le
suture in.. astanteria dell’ospedale, egli è
riuscito a bloccare l’emorragia da…vino.
Anche in questo caso, è stata interessata a
fatti di….sangue, anzi di vino, la stessa
Agenzia Comit di Mestre con la sola
differenza che il precedente vino era
“clinto” portato da Feltre, mentre quello,
in volo per Londra, era Cabernet proveniente
da San Donà di Piave.
Una cosa che non mi sono mai ricordato di
chiedere al collega Paolo Marigonda è se, in
aereo, lo spago che aveva suturato l’otre
aveva continuato a tenere durante il volo…ma
lo farò appena possibile, anche se, da
allora, sono trascorsi ormai oltre venti
anni.. Perchè altrimenti sarebbe successo
che l’odore ed il colore l’avrebbero fatta
da padroni per giorni e giorni anche nella
flotta dell’Alitalia…
Arnaldo De Porti
|