UN MOMENTO PROFESSIONALMENTE ANGOSCIANTE, POI LARGAMENTE COMPENSATO DAL CIELO E DA MAMMA COMIT: FINALMENTE MI TOLGO UN SASSOLINO CHE AVEVO DA 40 ANNI NELLA SCARPA…

Sarei tentato di raccontare un fatto che mi sono tenuto “dentro” per oltre 40 anni, anche perché non avrei potuto raccontarlo prima della pensione, pena la mia carriera, peraltro già ridimensionata proprio per detto fatto che mi accingo soltanto ora ad “immortalare.” a… futura memoria.

Chi di noi, almeno una volta durante la nostra professione di bancari, non si è sentito addolorato, angosciato, deluso e quant’altro, osservando che Mamma Comit, non sempre dava abbastanza credito alle nostre quotidiane fatiche e, magari, usava qualche privilegio, verso altri colleghi ? Magari per motivi non sempre onesti, che potrebbero andare dalla simpatia alle… connessioni con questo o altro funzionario, o semplicemente perché, come può capitare nella vita, si viene nel frattempo investiti da qualche dispiacere che non consente di dare il meglio di se stessi ? E quindi si viene anche meno compensati nella carriera, in quanto chi ci giudica non sta dentro alle nostre segrete cose e quindi non è in grado di esprimere un giudizio capace di comprendere tutti gli aspetti di una persona ?

Penso già che, all’ inizio di questo racconto, questo susciti in chi mi legge, una qualche reazione riveniente dalla pregressa professione, ove, come me, qualche altro collega avesse vissuto una esperienza della specie. Non solo, ma sono anche certo che saranno in molti a voler dire “la sua” su questo argomento ed in questa sede, tecnologia informatica permettendo, memori di un qualche periodo non certo all’insegna di un oroscopo favorevole… Come esattamente è successo anche al sottoscritto.

Correvano gli anni 1966-67 quando, purtroppo, il mio precedente matrimonio, fallito nell’arco di appena un anno-due, stava producendo effetti devastanti, e nella mia vita professionale tanto da non permettere di lavorare con la dovuta serenità, e tantomeno nella sfera familiare già fortemente compromessa.
Era inevitabile pertanto che, ad un certo momento, mentre la tensione andava sempre più crescendo e consolidandosi, scoccasse una scintilla all’interno del mio, più conscio che subconscio: cercai infatti di cambiare tutto, in primis il datore di lavoro, ossia la tanto cara Mamma-Comit. . Per caso, venne a pennello una inserzione sul Corriere della Sera da parte della Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno con la quale cercava un funzionario specializzato nel settore estero. Scappai dalla Comit un pomeriggio motivando “ ragioni di famiglia” (più di famiglia di così…) ed andai a Verona, in Direzione Generale della predetta banca, ove mi tennero per alcune ore allo scopo di vagliare la mia preparazione. Il risultato fu più che ottimo, del resto non poteva essere diversamente provenendo io dalla Comit, istituto che aveva insegnato a tutto il sistema bancario italiano ad operare con l’estero. Mi ricordo le domande specifiche che mi fecero in detto contesto, vollero anche saggiare la mia conoscenza nelle lingue straniere e, quasi ci fosse stata l’intercessione di qualche santo che, più degli altri, aveva capito la mia prostrazione psicologica correlata al periodo che stavo vivendo, venni congedato con queste parole:
“ Lei, fra qualche giorno, riceverà una lettera presidenziale di nomina a funzionario, con tabelle degli emolumenti, per sovrintendere al nostro comparto estero”.

Fu una grande soddisfazione e tornai a Venezia per riprendere, con altro spirito, il lavoro presso Mamma Comit che, per me, in quel momento, era diventata quasi…matrigna, stante il fatto che, per punizione in quanto non avevo accettato in precedenza di andare all’estero (Africa e Sudamerica) dopo una preparazione di circa due anni in Direzione Centrale, forse aveva ben donde per relegarmi alle ben note…macchine contabili, provocandomi una grande umiliazione. Anche perché i colleghi di allora, molto verosimilmente, non capivano da dove provenivo e tantomeno capivano il tipo di esperienza ad alto livello acquisita nelle segreterie-estero della Banca Commerciale Italiana, a diretto contatto con Direttori Centrali ed amministratori delegati. E quindi, qualcuno, avrà anche malignato… come succede negli ambienti di lavoro.

Ormai certo del prossimo cambiamento, continuai comunque a lavorare alacremente ed onestamente anche per non far vedere che non me ne importava più niente della Comit e, come era prevedibile, si sparse subito la voce fra gli impiegati che me ne sarei andato, voce che arrivò anche in Direzione di Filiale. Per quanto ovvio, la cosa non deve essere stata molto gradita alla Direzione o… forse gradita per il fatto che me ne sarei andato: anch’io infatti, se fossi stato al posto del Direttore di allora, il dott. Giuseppe Russo, che mi aveva declassato mandandomi all’esecutivo per far posto in segreteria di direzione ad un altro collega più …blasonato di me, alias il Conte Marino Zorzi, che poi dette le dimissioni per rivestire l’incarico di direttore della Biblioteca Marciana di Venezia forse avrei agito nel suo stesso modo, e non certo pensando che, se ero stato assunto subito in un altro importante istituto con la qualifica di funzionario (allora ero un semplice capo ufficio), qualcosa dovevo pur valere…

Attesi prima di dare le dimissioni. E ciò fu una fortuna. Infatti, dopo aver già ricevuto la lettera Presidenziale di nomina da parte della Direzione Generale della Cassa di Risparmio di Verona,Vicenza e Belluno, lettera in fotocopia che allego molto sbiadita per il tempo trascorso, ci fu una doccia fredda.
Qualche giorno dopo infatti (v. allegato) ricevo una r.r.r. con la quale mi si chiede di restituire detta lettera presidenziale di nomina in quanto, per statuto, non è possibile assumere persone che avessero vincoli di parentela diretta, anche di vincolo coniugale fino al terzo grado compreso.
Credetti di morire per una sorta di sconquasso psicologico. Dico subito, per onestà intellettuale, di aver saputo soltanto qualche settimana dopo la ricezione della lettera, di avere un parente in quella banca, parente che io non ho mai visto, mai conosciuto e che, tra l’altro, morì poco tempo dopo, parente legato alla mia ex-moglie, nativa nel veronese, quindi di quei posti. Doppia sf… correlata alla mia ex. !

Lascio immaginare a chi mi legge il dramma interiore che stava montando in me a dismisura . Non solo, ma si provi ad immaginare anche cosa sarebbe successo se avessi già dato ufficialmente le dimissioni da Mamma Comit: mi sarei trovato in ..brache di tela quanto a lavoro e, per di più, con una situazione familiare alle spalle, a dir poco da “spararsi” (si fa per dire).

Con una forza d’animo, forse alimentata dal Cielo, cercai di dimenticare assumendo litri di…camomilla e ripresi il lavoro.
Per fortuna, il tempo corre velocemente e cambiano anche gli uomini che non sono tutti uguali. Ebbi per un po’ di tempo come Direttore di Filiale, il dott. Leonida Moro, il quale, avendo capito in toto la mia situazione e vedendo la mole di lavoro che portavo a casa nel contesto della “produzione e sviluppo” in contestualità a quello dell’esecutivo, mi propose di lì a poco come funzionario. Feci gli esami di routine in Direzione Centrale a Milano e tutto andò per il meglio. E poi altri passi ne seguirono.

Mi ricordo, appena ultimati gli esami in Direzione Centrale per diventare funzionario, che fui chiamato nel suo ufficio dallo stesso dott. Giuseppe Russo (allora non più Direttore di Sede Venezia, ma Direttore Centrale), dirigente che mi aveva qualche anno prima rimosso dai servizi di direzione per rimettermi all’esecutivo; questi, ancor prima di essere nominato funzionario, mi dette la mano complimentandosi in anticipo della sicura nomina. Fatto straordinariamente inusuale…

Gesto riparatore ? Questo non l’ho mai saputo.
Di certo, ma questa è una spigolatura da…settimana enigmistica, posso affermare di essere stato ufficialmente e contemporaneamente, funzionario di due banche diverse…

Vorrei chiudere con una riflessione. E’ proprio vero, e questo lo dico alle nuove generazioni, che nella vita non si deve mai demordere, anche di fronte a fatti che a prima vista possono sembrare insuperabili. Ad un certo momento infatti, ciò che c’è dentro di noi viene fuori. Ed anche riconosciuto da chi, in precedenza, ti aveva “derubricato” in termini di carriera. Ora, sono un uomo felice, con una vita di relazione splendida e con qualche mezzo grazie al quale, se Dio vorrà, potrò continuare la vita in maniera sufficientemente agiata rispetto a quella degli anni 60-70 testé raccontati..

Mi si perdoni se ho parlato troppo di me, ma sono certo di essere stato capito: si tratta di uno sfogo diretto in primis verso le persone che ho voluto citare e che non potranno mai smentire, in virtù della mia onestà intellettuale. E poi anche per gli altri colleghi che potrebbero essersi trovati nella mia stessa condizione.

In ogni caso, come ho sempre detto e scritto anche in questo sito, sono e sarò sempre grato a Mamma Comit per tutto ciò che mi ha dato ed insegnato.

Ma questo era un sassolino che mi dovevo togliere dopo ….40 anni !

Arnaldo De Porti - ottobre 2010
 

Ecco i tre documenti del 1966, poco leggibili in quanto ingialliti dal tempo (clicca sulle miniature per ingrandirle)

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