Piazza Scala

 

 

E’ una discreta domenica, ha smesso di piovere (sic) e qualche raggio di sole ‘osa’ schiarire queste giornate uggiose e tristi. Affiorano alcuni ricordi dell’ amata B.C.I. e cerco di esternarli come momento non solo di sacrifici ma anche corollati da molte soddisfazioni.

Raggiunta la soglia dell’Uff. Facilitazioni, come gia’ accennato, ci si trovava davanti a 2 personaggi: Il Settorista e l’Addetto al settore.

Quest’ultimo altro non era che un segretario maturato nell’esperienza del Facilitazioni e che ovviamente conosceva bene la clientela e le diverse procedure. Andare d’accordo con lui ed assecondarlo nel suo lavoro, era un ‘must’ . Da lui si apprendevano molte cose e, come mi avevano sempre insegnato, bisognava rubargli il lavoro e ben capire il funzionamento di tutto il settore. La compilazione del famigerati ‘253’ e (piu’ piacevoli…) ‘276’ era un compito delicato, un mosaico di informazioni, una proposizione di linee di credito che una volta ben impostate con adeguati commentari, venivano prima approvate dal Settorista e poi inoltrate per le autorizzazioni successive in D.C. La grande soddisfazione era l’approvazione delle stesse con adeguati complimenti sia dell’ Addetto sia del Settorista.

Il Settorista era ovviamente il personaggio chiave del Facilitazioni. Aveva i primi contatti con la clientela, ne sentiva i bisogni, le esigenze ed esternava a noi le notizie relative per poi fronteggiare con la modulistica opportuna le facilitazioni richieste dalla clientela. La buona rispondenza a tutto cio’ comportava nel tempo l’avanzamento degli impiegati al Facilitazioni: l’Addetto aveva la possibilita’ di affrontare gli esami e successivamente di essere promosso . Il Segretario di avanzare nella funzione di Addetto (previa superamento dei relativi esami). Si considerava il Settorista come un imperatore romano con potenziale uso del ‘pollex infestus’ , il pollice capovolto, il cui significato era deleterio e comportava l’inesorabile esclusione del segretario nelle possibilita’ future di carriera direzionale ed un sicuro rientro nei ranghi dell’esecutivo.

Era molto, molto importante sapere apprendere presto e bene e soprattutto NON fare errori. Era indispensabile sacrificarsi nel senso materiale: gli orari ‘ufficiali’ non erano considerati e la disponibilita’ era ben richiesta e…non sempre apprezzata.

Il mio primo impatto non fu dei piu’ piacevoli. Venni inviato nel settore decentrato di Bresso ove settorista
era…l’ Innominato (per correttezza non faccio nomi). Era una persona dotata di una buona esperienza ma che pero’, e penso per motivi personali, esternava una rabbia verso il mondo in maniera molto ‘brutale’, molto spiacevole. Per mia fortuna, ero affiancato ad un Addetto le cui capacita’ e pazienza erano le doti principali. Vi rimasi un paio d’anni: furono forse i peggiori della mia carriera in quanto corollati da urli, rimproveri a volte fuori luogo e umiliazioni che molte volte mi fecero ricordare le parole del Giusti in Sant’ Ambrogio ‘ Povera gente lontana da’ suoi; in un paese qui, che le vuol male, chi sa, che in fondo all’anima po’ poi, non mandi a quel paese il principale ’ e riflettere di lasciare sia la carriera che il lavoro. Sfiancato físicamente e psicologicamente chiesi un colloquio in DC; mi dissero che l’Innominato era ben contento di me (mah…) e che comunque avevo dimostrato di ‘sopportarlo’ fin troppo. Mi proposero (ed accettai) una missione a Reggio Calabria seguita al ritorno da un’altra destinazione milanese. Era un’Agenzia passata a Succursale nella quale bisognava costituire l’Uff. Facilitazioni: Milano-Crescenzago.

Con il bagaglio di esperienza costituito in precedenza, fu un lavoro molto piacevole oltre che impegnativo. Avevo modo di ‘toccare con mano’ i progressi fatti ma soprattutto di lavorare con un settorista con il quale, dopo breve tempo, si era instaurato un clima di rispetto, fiducia e collaborazione. A lui devo molto poiche’, pur apprezzando i miei sforzi, non mi ha mai impedito di evolvermi nella carriera. Purtroppo è scomparso alcuni anni fa e la cosa mi ha molto, molto rattristato. Mi fece fare i dovuti esami e colloqui fino al momento della ‘celebrazione’ nella sospirata nomina a Procuratore a disposizione della Direzione Centrale, anticamera della mia futura disponibilita’ alle…avventure all’estero.


Gabriele Chiari

Ginevra, 26.05.2013

 

 

N.B.: La vignetta "Il settorista" è stata realizzata dal collega Greg Cerra
       (pittore e incisore che vive in Costa Azzurra)

 

 

 

 

 

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Commenti
da Giovanni Leonello: Ho condiviso - sia pur da un altro profilo - l'esperienza raccontata dall'Amico Chiari. Possiamo trarre una "morale" dal suo racconto : quando manca il rispetto (e l'educazione ) l'ambiente di lavoro diventa un inferno. Quando ci si rispetta, invece, il lavoro diventa piacevole e senz'altro più fruttuoso.

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Piazza Scala - giugno 2013