Mi
sembra un po’ strano…. Anziche’ telefonare, perchè non vai di persona a
chiedere ?’. Era la sera del 31.03.1971. Come al solito mio padre era
arrivato tardi dal lavoro, stanco e,nello stesso tempo affamato. Noi (io e
mio fratello) avevamo gia’ cenato e cercavamo di fargli un po’ di compagnia
prima di andare a letto. Il discorso era caduto sulla mia ricerca di
impiego. Avevo finito gli studi di ragioneria con buoni voti ed avevo deciso
di trovare un lavoro per permettermi di continuare gli studi universitari
senza pesare sulla famiglia gia’ gravata da impegni finanziari relativi
all’appartamento che mio padre aveva deciso di acquistare. In effetti avrei
voluto iscrivermi a Medicina. Era molto gettonata in quegli anni anche se la
trafila per diventare medico era molto, molto lunga e, mio babbo, mi aveva
fatto capire che non era in grado di sostenere finanziariamente tutto questo
iter. Cosi’ decisi di continuare in Economia e Commercio.
La ricerca di lavoro era immancabilmente caduta sul settore bancario. Avevo
gia’ avuto dei buoni colloqui con il Credito Italiano ma soprattutto con la
Banca Commerciale Italiana. Quest’ultima, in particolare, si era molto
interessata al mio c.v. e mi aveva convocato sia per meglio conoscere la mia
preparazione tecnica sia per chiedermi tutta una serie di certificati
necessari per verificarne la relativa idoneita’ formale. Erano gia’
trascorse alcune settimane e non avevo piu’ ricevuto notizie.
Cosi’, dietro saggio consiglio paterno, il giorno dopo (1° aprile……) mi feci
coraggio ed andai in Piazza Scala. Mi indirizzai all’Uff. Personale della
Sede e chiesi colloquio. Dopo alcuni minuti, la porta’ si apri’ e mi
ritrovai davanti ad un curioso personaggio, non molto alto, la faccia
rotonda, gli occhiali spessi ed un modo di fare che mi faceva pensare al
personaggio di Bersezio, Monsu’ Travet. ‘Buongiorno’ gli dissi ‘ Si ricorda
di me?’ . Forse espressi questa mia domanda con un piglio un po’…sfrontato,
quasi seccato ma che fece ‘presa rapida’ nei confronti del Dr. G. Quest’
ultimo comincio’ ad agitarsi nervosamente come per trovare una
giustificazione al suo operato e, nello stesso tempo, una possibile
soluzione al mio caso. Mi prego’ di attendere e rimasi solo nella stanza: i
miei pensieri correvano veloci, ripensavo agli esami passati, alle mie
impressioni, alle mie aspirazioni future…… quando la porta si apri’
nuovamente. Ora il Dr. G. aveva un’aria soddisfatta, trionfante e, tutto
premuroso, mi invito’ a seguirlo. Corsi un lungo corridoio con grandi porte
ed un silenzio mistico fino ad arrivare ad un ufficio in cui venni invitato
ad entrare.
Contro un muro, vi erano altri giovani che fronteggiavano un dirigente il
quale aveva interrotto il discorso proprio a causa del mio ingresso. Mi
invito’ ad allinearmi agli stessi e continuo’ con una tiritera che alle mie
orecchie suono’ come un benvenuto….. Terminato, fummo tutti invitati a
recarsi alla Sala rosa per attendere una certa Sig.a G. Ovviamente chiesi al
mio vicino chi fosse quel dirigente e, meravigliato mi disse ‘ Ma come, non
lo sai…. E’ il capo personale che ci teneva ad indirizzarci il benvenuto’.
Inutile dire e descrivere la mia contentezza. Mi sembrava di essere entrato
in un sogno irrealistico, in un’ altra dimensione che mi faceva ricordare la
trasmissione televisiva di alcuni anni prima ‘Ai confini della realta’ e che
trattava di storie incentrate sulle vite di normali persone che venivano
radicalmente cambiate dall'incontro con l'"ignoto", con uno squarcio nella
realtà che faceva diventare credibile anche l'impossibile.
L’ingresso della Sig.a G. sanci’ l’ufficialita’ della cosa: ci fu fatto
firmare il contratto di assunzione e ad ognuno fu indicato il rispettivo
ufficio di destinazione. Mi disse che io ero destinato all’ Ufficio Massa
Manovra, in pratica a disposizione di chi aveva bisogno di.... un aiuto
manuale . In particolare, la mia prima destinazione fu l’Uff. Cassa Titoli
con i Sigg. Ferriani e Vescovo.
Scendendo dalle scale della Direzione con la copia del contratto di
assunzione, mi assali’ una strana sensazione..... Era, per l’ appunto, il 1°
aprile 1971 e dovevo avvisare mia madre che... non potevo rientrare subito
in quanto... ASSUNTO ! Quello che immaginai fu proprio quello che segui’
appena chiamai mia madre..... ’Dai Gabriele, smettila... non ci casco...
oggi è il 1° aprile...s mettila di scherzare e rientra....’ Dovetti essere
molto convincente e promisi di farle vedere alla sera quel contratto che
stringevo come una reliquia nelle mie mani.....
Gabriele Chiari - Ginevra, 14.06.2013
La Gardanella di
Milano. Appena potevo, ci andavo volentieri ed ho passato bellissime
giornate sia al centro sportivo (sez. Tennistavolo: Giuliani, Semenza,
Molina, Beltrami...) sia all'ottima mensa.
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Piazza Scala - giugno 2013