....TIPICO CURATO DI CAMPAGNA, CHE VIENE RICORDATO OGNI ANNO CON GRANDE AFFETTO ANCHE OLTRE PROVINCIA DALLE PIU’ ALTE GERARCHIE ISTITUZIONALI

 

 

Ho una sorta di rimorso: non ho saputo valorizzare il pensiero semplice, se vuoi anche non sempre espresso con formale appropriatezza, di don Domenico Cassol, Parroco di Cergnai, piccola frazione del bellunese, deceduto il 18 ottobre 2009.  Ed ieri, durante la Cerimonia in onore di Santa Barbara, tenuta a Fratta di Caneva, nei pressi di Sacile, questa mia sensazione si è acuita nel vedere le immagini filmate di don Domenico mentre celebrava forse una delle sue ultime sue Sante Messe,  che scorrevano alle spalle di vari relatori, come l’on.le Edouard Ballaman, già Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, di Alessandro Ciriani, Presidente della Provincia di Pordenone, Autorità Civili, Militari e Religiose, Sindaci con davanti una platea gremitissima all’interno del Museo dell’A.I.E.M., Associazione Italiana Minatori ed ex-Minatori Emigranti rappresentata dalla Presidente, Avv. Barbara Martinuzzo.

Ebbene, don Domenico è stato citato più volte come co-fondatore, ideatore di questo Museo, insieme con il vero artefice di questa importante iniziativa, Arduino Martinuzzo, padre di Barbara, con parole calde ed affettuose che davano davvero la sensazione che questo nostro prete fosse ancora presente in mezzo a noi.

Durante l’incontro, che si ripete tutti gli anni in occasione della festa di Santa Barbara, incontro   accompagnato da un coro di alto livello, dalla banda municipale, dalla processione della Madonna portata a spalle, è stato presentato  il libro, scritto da Barbara Martinuzzo a titolo : “Parto per la miniera. I deportati del carbone nel quale, fra i molti fatti raccontati anche dagli stessi minatori ancora in vita (che sono purtroppo pochi) emerge sempre la figura di Don Domenico Cassol  del quale voglio raccontare un breve  suo incontro con un minatore di Marcinelle, che gli diceva: 

“ Chi si ricorderà  più di noi minatori  in futuro ? Forse nessuno…?   Siamo stati “carne venduta”, trattati come animali in terra straniera, abbiamo dato gioventù e salute, abbiamo stentato anche in vecchiaia, fino alla fine, e nessuno si ricorderà più di noi…”

Il messaggio molto forte è stato raccolto dall’AIEM dando vita al Museo del Minatore che invito a visitare per la sua straordinaria valenza storica, a volte inimmaginabile.

La scorsa settimana, tanto per citare una visita importante recente, anche l’Associazione Nazionale Carabinieri, Sezione di Belluno, ha voluto far visita a questa ormai famosa istituzione, forse unica in Italia.

Le foto che seguono sono eloquenti.

 

ARNALDO DE PORTI - dicembre 2011

 

 

 

 

 

 

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