Buongiorno, non mi sono fatta più sentire per il pezzo su Mattioli... però mando la tesi che ho dato lo scorso aprile.
Se dovesse interessare qualche stralcio da condividere in Piazza Scala... citate pure!
Devo dire che i vostri siti mi sono stati molto utili in certe parti della tesi, e infatti ho citato anche io delle cose che avete scritto, tra virgolette e mettendovi in bibliografia.
A risentirci.
Rosanna Schiattone - maggio 2014
Ringraziamo Giovanna e iniziamo pubblicando la premessa della sua
tesi.
Piazza Scala
Premessa
La storia della Banca Commerciale
Italiana é legata ad alcuni suoi protagonisti che ne hanno promosso il
mecenatismo culturale ed artistico. Oltre ad avere avuto un ruolo
determinante nel
sistema economico e finanziario italiano, la Comit ha rappresentato un punto
di vista privilegiato per raccontare il Novecento italiano. Per mezzo del
suo Archivio Storico, ora diventato quello del
Gruppo Intesa Sanpaolo 1, il suo patrimonio archivistico continua ad essere
oggetto di studi e ricerche che si traducono nell’uscita costante di
pubblicazioni di libri e tesi, articoli,
mostre, interventi in convegni, che implementano la sua conoscenza e gli
scambi tra la comunità scientifica e il territorio.
Il protagonista indiscusso della Comit è stato Raffaele Mattioli, figura
dagli interessi poliedrici che la diresse per un quarantennio, legando il
suo operato di banchiere a un’intensa attività di promozione di progetti in
campo letterario e artistico, coinvolgendo case editrici prestigiose come
Einaudi, Electa, Ricciardi, Il Polifilo.
Pur rimanendo indipendente da schieramenti partitici, Mattioli, che era un
sincero antifascista, frequentò e in qualche caso ospitò nel suo salotto,
molti importanti protagonisti politici del suo
tempo, di diversa estrazione: Antonio Gramsci, Nello Rosselli, Palmiro
Togliatti, Nilde Jotti, Giovanni Malagodi, Ugo La Malfa; esponenti del mondo
letterario, artistico ed economico come Giorgio Bacchelli, Carlo Emilio
Gadda, Bernard Berenson, Benedetto Croce, Luigi Einaudi, Sergio Solmi,
Gianfranco Contini, Enrico Cuccia, Piero Sraffa, Enrico Mattei.
Un ambiente aperto ai molteplici aspetti della cultura, rappresentato dalla
Comit del “banchiere eretico” 2 Raffaele Mattioli, che la diresse munito dei
più raffinati strumenti della cultura umanistica e da “profondo conoscitore
della storia delle dottrine che sottendono alla realtà economica” 3, non
poteva non promuovere la nascita del collezionismo artistico. Questo nasce
in Comit con acquisti di valore, anche se non vi segue ancora un progetto
specifico. Già “dagli anni Trenta, l’amministratore delegato Raffaele Mattioli diede il via all’acquisto di numerose opere di pittori dal Seicento
al primo Novecento” 4. Tra le opere di valore si segnalano “tele di Caspar
Van Wittel”, il “Largo di Palazzo” di Vanvitelli, un’incisione del Seicento
di Baratta di una veduta di Napoli, “tavole
della scuola del Francia e del Tintoretto” 5. Nel 1973 la Comit acquista da
un privato un olio come appartenente alla scuola di Mattia Preti, ma di cui
viene attribuita e confermata la paternità al Caravaggio da parte di
Ferdinando Bologna e Mina Gregori. Si tratta del “Martirio di S. Orsola”,
l’ultimo dipinto dell’artista, eseguito poco prima di morire, nel 1610, su
commissione del principe genovese Marcantonio Doria.
All’attività quarantennale di Vittorio Corna si deve la nascita della
collezione di artisti italiani contemporanei dal secondo dopoguerra agli
anni Ottanta presso la Comit. Le Carte Corna, che fanno parte del patrimonio
archivistico della Comit, consultabili presso l’Archivio Storico, ora del
Gruppo Intesa Sanpaolo, documentano una costante attenzione di Vittorio
Corna alla documentazione puntuale di eventi, tendenze, movimenti, artisti,
interventi critici nel quarantennio che coprono.
La documentazione analizzata testimonia un’attività di elaborazione critica,
sistematizzazione storica, teorica e classificatoria condotta da Corna, in
vista di progetti di pubblicazioni su riviste specializzate, mostre,
cataloghi.
Operare in un ambito professionale caratterizzato da ampie aperture
culturali, ha sicuramente fornito a chi lavorava nella Banca, gli strumenti
adatti per interpretare la contemporaneità. Diverse figure formatesi
professionalmente alla Comit hanno in seguito rivestito ruoli di rilievo nel
mondo politico ed economico italiano.
Lo stesso Corna, già interessato in giovinezza al mondo dell’arte, poté
agevolmente conciliare il suo ruolo di Capo del Personale con l’attività di
documentazione e critica artistica che iniziò a svolgere dalla fine degli
anni ’40 6, qualche tempo dopo la sua
assunzione alla Direzione Centrale di Milano e del suo trasferimento da
Viareggio 7.
Negli anni ’60 Corna costituisce il primo nucleo di quella che sarebbe stata
la collezione di artisti italiani contemporanei dagli anni ’50 ai ’90, oggi
visitabile presso le Gallerie d’Italia.
L’attività critica e collezionistica di Corna sfocia in tre importanti
mostre delle quali egli cura i relativi cataloghi:
“Arte Italiana 1960/80”, pubblicato nel 1984, raccoglie le opere esposte
nella sede di New York; “Arte Italiana Afro/Santomaso/Turcato/Vedova”,
quelle della collezione della Comit di Madrid, pubblicato nel 1987;
“Arte Italiana Burri/Capogrossi/Dorazio/Novelli, le opere della collezione
della Comit di Londra, pubblicato nel 1989.
La ricerca, oltre all’esplorazione delle condizioni che hanno favorito la
nascita del collezionismo nella Comit, si è proposta di vedere confermata
una frequentazione tra Vittorio Corna e Raffaele Mattioli e la condivisione
di un comune progetto culturale e artistico.
La consultazione delle Carte Corna offre un quadro completo delle
frequentazioni di Vittorio Corna negli ambiti artistici e culturali milanesi
e italiani tra gli anni Sessanta - Ottanta e rappresenta un osservatorio
incredibilmente ricco sia sugli eventi artistici maggiori che su quelli di
tendenza, una testimonianza dei dibattiti critici appassionati che
accompagnavano quegli eventi, provocando o registrando i cambiamenti
culturali nella società.
Nelle stesse Carte emerge un minuzioso metodo di conservazione,
registrazione, rielaborazione delle ricerche e dei materiali raccolti da
Vittorio Corna e si possono cogliere aspetti della sua
personalità, la passione e la determinazione che indirizzava il suo lavoro.
Queste impressioni sono state confermate nelle interviste raccolte.
Vittorio Corna continua il suo impegno nell’attività collezionistica oltre
la morte di Raffaele Mattioli, avvenuta nel 1973 e negli anni successivi al
proprio pensionamento, nel 1981. Dopo questa data mantiene l’incarico di
consulente per le collezioni d’arte fino alla sua morte, che avviene nel
1989.
Alla morte di Vittorio Corna, subentra Giorgio Ferretti sia nel ruolo di
Capo del Personale che in quello di responsabile delle collezioni d’arte
della Banca Commerciale Italiana.
La nascita di una collezione artistica come è quella costituita dalla Comit,
che rappresenta in modo esemplare l’arte italiana del Novecento, è anche
legata alle storie personali di uomini che hanno
avuto privilegi ed oneri nello spendere i propri interessi nel loro lavoro,
dedicandovi gran parte della propria vita, e operando in modo tale che un
grande patrimonio artistico potesse essere fruito
dalla collettività.
E’ possibile affermare, sull’esempio del collezionismo della Comit, che la
cultura e il fare artistico si inscrivono nella storia umana, negli aspetti
personali e collettivi, politici ed economici, particolari e universali, e
che sono sempre frutto di scelte, prese da persone capaci di assumersene
anche i rischi.
Rosanna Schiattone
1 L’Archivio Storico della
Banca Commerciale Italiana è nato nel 1984. Con la fusione della Comit
nell’attuale Gruppo Intesa Sanpaolo, è diventato l’Archivio Storico del
Gruppo Intesa Sanpaolo, che gestisce a Milano, oltre al patrimonio
documentario della Comit, quello della Cassa di Risparmio delle Province
Lombarde, del Banco Ambrosiano Veneto e, a Roma-Acilia, quello dell’Istituto
Mobiliare Italiano.
2 Viene definito così Raffaele Mattioli da Giancarlo Galli nel suo libro del
1991 che porta questo titolo.
3 L. Valiani, Raffaele Mattioli nella vita e nella cultura economica
nazionale, in La figura e l’opera di Raffaele Mattioli, 1999, p. 12.
4 Da:
Scheda IT-ISP-AS00002-0000944 – fondo, Archivio Storico Gruppo Intesa
Sanpaolo, S.
5 G. Ferretti, intervento La Comit e la cultura, Teatro Marruncino di
Chieti, in occasione dell’inaugurazione della Filiale Comit di Chieti,
25.2.1994.
6 Nel profilo biografico di Vittorio Corna, redatto dall’Archivio Storico
del Gruppo Intesa Sanpaolo, che conserva le sue carte che coprono il periodo
1939-1989, a proposito della sua attività di critico e collezionista si
legge: “inizia alla fine degli anni Quaranta, durante la quale strinse
rapporti di amicizia con artisti, galleristi e critici. Corna quindi
finanziò tramite la Comit, nel suo ufficio di capo del Personale, le
principali tendenze italiane artistiche dal secondo dopoguerra in poi, dal
Neocubismo degli anni Cinquanta, alla Pop Art degli anni Sessanta, fino
all’Arte Concettuale e all’Arte Povera degli anni Settanta. La collezione
d’arte della BCI era quindi strettamente connessa al nome e al lavoro di
Vittorio Corna che, affiancando un interesse da amatore ad una conoscenza
approfondita dell’arte italiana contemporanea, contribuì a determinarne
l’impronta generale”.
7 Vittorio Corna, assunto in Comit nel 1940 nella filiale di Lucca, viene subito trasferito alla Direzione Centrale a Milano. Nel 1967 è nominato Capo del Personale e nel 1968 Direttore Centrale della Banca.
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Piazza Scala - maggio 2014