Caro
XXXXX,
ho appreso che hai chiesto chiarimenti su quanto pubblicato
dall'ANPEC nel suo ultimo comunicato, a proposito di
un'espressione ambigua che farebbe intendere l'esistenza di
un'azione "penale" intentata da "Amici Comit" contro la stessa.
Leggo infatti dal testo, cortesemente fornito da un nostro
Iscritto, quanto segue:
"...chi.........si è ora ritrovato e “citato” in
giudizio civile, e “minacciato di querela” e ancor
peggio indagato penalmente per accuse e azioni
provenienti, in sequenza, da ex amici Comit, da un ex collega
Comit, nonché da alcuni legali già di fiducia dell’Associazione"
La nostra Associazione " Amici Comit - Piazza Scala" non ha
mai avviato alcun tipo di azione contro l'ANPEC.
Risponde invece al vero che tre nostri Iscritti - ex attivi
e, un tempo, molto apprezzati Consiglieri di tale Associazione -
hanno depositato due anni fa un atto di citazione, con ricorso
alla Giustizia "civile", perché espulsi dalla stessa con una
procedura ritenuta illegittima e con motivazioni risibili. Essi
hanno pertanto deciso, a titolo puramente personale ed a
proprie spese, di difendere il proprio prestigio e la
propria dignità personale, dopo essere stati offesi ed accusati
pubblicamente di ogni nefandezza nel corso di un'Assemblea/farsa
tenutasi a Roma, con la presenza di un esiguo numero di
Associati.
Desidero invece ricordare quanto scritto nel nostro Statuto
Sociale (art. 3): scopo dell'Associazione "Amici Comit - Piazza
Scala" è quello di assumere "un
atteggiamento propositivo e collaborativo per la definizione
extra giudiziale (omissis), adoperandosi come tramite tra le
parti".
La strategia della nostra
Associazione, così come la sua "ragione sociale", è quella del
dialogo: e ti posso garantire che finora ha pagato.
Spero di aver chiarito ogni eventuale equivoco e ti saluto con
viva cordialità.
Sergio Marini
02 marzo 2014 |