NELL'IMMAGINE
LO SCULTORE ANTONIO CANOVA - Fa bene rivedere posti che, anche se conosciuti da anni, hanno la facoltà,
rivisitandoli, di riportare lo spirito verso un modello di vita che ormai è
stato quasi completamente abbandonato in favore del chiasso, del business,
della confusione e della conflittualità quasi planetaria, realtà questa che
non accenna a temperarsi ma che invece sembra acuirsi in maniera
imprevedibile ed imponderabile.
Per queste ragioni, domenica scorsa ho rivisitato il Tempio del Canova,
immerso in un profondo e sacrale silenzio, ad una trentina di chilometri da
Feltre.
Si tratta di una grandiosa costruzione neoclassica posta su un’altura ai
piedi del Col Draga a 342 metri sopra il livello del mare. Poggia, come si
vede da foto, su tre ampie gradinate e su un vasto acciottolato dalle
artistiche forme geometriche progettato dall’architetto Giuseppe Segusini.
Il tempio è così composto: un colonnato che richiama il Partenone di Atene,
il corpo centrale simile al Pantheon romano, l’abside dell’altare maggiore..
Dette tre parti rappresentano simbolicamente tre fasi essenziali della
storia: la civiltà greca, la cultura romana, ed infine la grandezza
cristiana.
Questo tempio venne progettato dal Canova fra il 1804 ed il 1818 e la spesa
per la costruzione venne sostenuta quasi per intero dallo scultore, il
quale, morto prima che l’opera fosse finita, affidò al fratellastro mons. G.
Battista Sartori, il compito di portare a termine l’impresa, cui teneva in
modo precipuo.
Va detto che l’esterno del tempio è di 35.764 metri, quello interno misura
27.816. C’è un grande portone d’entrata su sui sono scolpite le parole
latine: DEO OPT MAX UNI AC TRINO, alias Tempio dedicato a Dio ottimo
massimo, uno e trino, mentre l’interno poggia su una cornice con fregi
dorati ed è decorata da 224 lacunari contenenti ciascuno un rosone in legno
dorato di 14 forme diverse.
Gli altari laterali, alti 7,05 metri e lunghi 4,11 sono delle preziose
edicole in stile ionico. Ci sono quadri dl Luca Giordano (S. Francesco di
Paola), Palma il Giovane (Gesù nell’orto), Giovanni De Sacchis, detto il
Pordenone (Madonna della Mercede) Andrea Vicentino (SS,Sebastiano,
Francesco, Rocco, Antonio con la Madonna e Gesù Bambino tra la gloria degli
Angeli). Sul lato destro c’è la nicchia della Pietà (fusione di bronzo di
Bartolomeo Ferrari.
Sulla nicchia centrale di sinistra trova posto la tomba del Canova e del
fratellastro mons. Giovanni Battista Sartori-Canova con i rispetti busti in
marmo. Inoltre, fra le nicchie vi sono gli affreschi degli Apostoli, di cui
a foto che seguono e che .si commentano da sole, esimendo il sottoscritto
dal raccontare specificatamente, anche per scarsa cultura storico-artistica,
l’interno ed esterno del tempio stesso, stante la maestosità dell’opera.
Arnaldo De Porti (Feltre)
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