A proposito di tecnica....
Di Patrizia Morandini
pubblicata da Dania Maurizio il giorno domenica 22 agosto
2010 alle ore 13.58
Rudimenti di tecnica vocale.
Di Patrizia Morandini, un'amica, una maestra di canto, una
cantante in carriera.
Molti di voi sanno che io sono una cantante lirica, oggi ho
pensato di scrivere un pò sulla voce umana. Alcuni mi
domandano come
nasce la voce lirica quante ore di studio al giorno, cosa
vuol dire repertorio .. e anche se io sono un tenore...)
Allora mi sono decisa chiariamo un pò le cose anche per i
profani (gli esperti se vogliono possono passare oltre...).
La voce umana è a parere mio lo strumento più completo e
affascinante che esista, siamo noi con tutto il nostro
essere le nostre paure i nostri tabù insomma siamo noi nella
nostra intierezza di esseri umani. La bibbia dice che il
verbo fu..la vibrazione come origine della vita, ci
pensate?Questa è la prima grande differenza che intercorre
tra uno strumentista e un cantante: il canto è qualcosa di
molto più profondo e anche molto difficile.
Lo strumento ti è esterno lo puoi vedere toccare puoi avere
il controllo visivo delle mani ti puoi nascondere dietro
esso, il cantante no.. è nudo davanti alla platea, le tue
corde vocali ...non le vedi non le senti...( le senti solo
con il tuo orecchio interno), i sensi del cantante sono
completamente proiettati dentro di sè, e questo comporta una
conoscenza del proprio corpo molto profonda e rilassata un'
accettazione ed un amore del proprio strumento che ti porti
dietro tutta la vita nel bene e nel male, con le tue gioie e
tuoi dolori.
Le voci si differenziano in: voci maschili e femminili,le
voci maschili in Tenore
(la voce più acuta maschile), baritono ( voce media), basso;
quelle femminili in : soprano ( voce acuta femminile);
mezzosoprano; contralto. Sia i tenori che i soprani si
dividono a loro volta in soprano ( tenore) leggero, soprano
( tenore) lirico, soprano ( tenore) drammatico, questo per
la diversità del repertorio.. cioè a seconda dei ruoli, ( o
personaggi), interpretano. Tosca ad esempio è un
soprano drammatico, Mimi un soprano lirico (più dolce),
Lucia di Lammermoor ( soprano leggero) ecc.. e così
semplicemente ho spiegato cosa vuol dire repertorio e qual è
la differenziazione vocale (un poco come nella box dove ci
sono i pesi piuma , leggeri ecc..solo che qui cosa pesa è la
voce che è più o meno scura di timbro).
Poi vi dò una spiegazione rapida sulla tecnica vera e
propria. La base della tecnica vocale sta nella respirazione
che deve essere diaframmatica intercostale, cioè come quella
di un neonato, quando si nasce si è immuni da stress e
cattive abitudini e si respira nella maniera più giusta per
la vita, dopo ci si deve riappropriare di questa
naturalezza...quindi: dilatare la parte bassa dell'addome e
le costole in basso dietro la schiena, una dilatazione a
cintura; per emettere il fiato si deve solo tornare nella
posizione originaria e quindi " appoggiandosi" verso il
basso. Questo movimento fa sì che il diaframma agisca come
muscolo di sostegno della pressione dell'aria che si crea
dentro i polmoni. L' aria trova così sfogo nella trachea e
mette in vibrazione le corde vocali che si sono unite (
addotte), come l'ancia di uno strumento a fiato es. un oboe.
A questo punto entra in funzione la seconda parte del
meccanismo emissorio della voce cioè la risonanza: le corde
vocali emettono un suono che naturalmente ha un volume molto
piccolo, per aumentarlo si deve trovare un punto che sta tra
la radice del naso e l'ugola, per trovare questo punto ci
serviamo dei muscoli boccali, della lingua e della pronuncia
dei suoni. Trovato il punto focale di emissione la voce
acquista timbro, spessore, purezza, e tutto diventa più
facile. L'ascoltatore così non percepisce tutta la miriade
di movimenti interni che il cantante deve fare tutto sembra
naturale e sicuro..perche il suono si sviluppa in quella che
si chiama "maschera" e che è diversa da persona a persona (
la maschera è fatta dalle cavità ossee che si trovano sul
nostro viso , infatti per legge della fisica un suono si
sviluppa se batte in un corpo duro); questo fa sì che
ognuno di noi abbia un timbro di voce personale e
caratteristico.
Una volta acquistata una certa padronanza della tecnica e
dello studio della musica vera e propria, si deve affrontare
lo studio delle interpretazione che varia da compositore a
compositore, dallo stile mai eguale, dall'epoca e in fine
dal personaggio. E' uno studio di anni pieno di amore,
dedizione totale, quasi infinito, di tenacia, costanza,
pazienza, cultura, determinazione, libertà di pensiero e per
me anche di purezza interiore.
Inutile dire che per affrontare questo studio servono dei
maestri che ti accompagnino e ti seguano, perchè il
cantante, almeno all'inizio, non è assolutamente in grado
di riconoscere un suono giusto da uno sbagliato, Un maestro
che ti insegni a costruire il tuo strumento e la tua
persona, che abbia la sensibilità di capire qual è il tuo
colore vocale e sopratutto che abbia la cultura di
allontanarsi al momento giusto.
(Pubblico con il permesso di Silvy).
Dania Maurizio |