Piazza Scala News - Pasqua 2012

 

 

 

PASQUA CON LE FORMICHE

 


Ricordo una vacanza pasquale, prevista in quattro giorni, di alcuni decenni fa. La mia famiglia era composta da cinque unità, io, mia moglie e tre bambine in scala. Quella volta si aggiunse anche mia madre. Andare per alberghi con bambini piccoli era poco pratico e piuttosto costoso per le nostre finanze di allora. Avevamo perciò deciso di comprarci una roulotte, con la quale potevamo fare qualche viaggio in economia e anche piazzarla in campeggio al mare o sui laghi e utilizzarla come casetta-vacanze per i weekend.
Quell’anno Pasqua cadeva nella seconda metà di marzo e un paio di settimane prima portammo la roulotte in un campeggio a Chiavari, sulla riviera ligure di levante. Partimmo nel tardo pomeriggio del venerdì santo in sei sulla mia macchina, una Renault 1100, con poco bagaglio, il mio bel cane da caccia Tom e le provviste per i pranzi pasquali. Poco più di due ore dopo arrivammo al campeggio in riva al mare. Per mia madre avevamo prenotato un bungalow e la sistemammo là, in pieno comfort, ma quando aprimmo la nostra roulotte trovammo una sgraditissima sorpresa. Le quattro cassapanche sottostanti le due dinette che la notte si trasformavano in letti erano piene fino all’orlo di formiche morte. Milioni di formiche, un vero cimitero di formiche. Inutile descrivere le urla di raccapriccio di mia moglie e quelle parzialmente divertite delle mie figlie.
Lavorammo ore per raccoglierle, vuotare le cassapanche, ripulire, disinfestare. Eravamo in piena settimana santa e, anche avendo quella brutta abitudine, non si poteva imprecare.
La nostra cena quella sera, a tarda ora, fu frugale, ma il sonno, non disturbato dal treno che passava ad intervalli regolari dietro al campeggio, fu veramente profondo. Faceva piuttosto freddo per la stagione, ma i nostri sacchi a pelo ci ripararono sufficientemente.
La mattina dopo, quando ci svegliammo, un’altra sorpresa poco gradita ci attendeva. La pioggia scrosciava contro la nostra roulotte a cataratta e faceva molto freddo. Io accesi subito un termoconvettore elettrico che faceva parte della dotazione della roulotte, ma dopo una mezzoretta la corrente elettrica saltò. Altri avevano avuto la medesima pensata e l’impianto del campeggio non reggeva le decine di stufette accese contemporaneamente. Niente da fare. Meglio rifugiarsi nel bar del campeggio, naturalmente molto affollato, e fare amicizia con gli altri campeggiatori di varia provenienza, molti dal nord Europa. Alcuni di loro, incuranti del freddo, indossavano costumi da bagno ed erano appena rientrati da una nuotata in mare.
Noi roulottisti eravamo del resto privilegiati e molto invidiati dai campeggiatori in tenda, molti dei quali avevano passato la notte a mollo o scavando canaletti di drenaggio intorno alle loro precarie tende.
Tom, nel suo morbido cestino, aveva dormito saporitamente sotto la roulotte.
Il giorno di Pasqua la pioggia era cessata, ma il freddo, acuito da un fastidioso vento marino, si faceva sentire ancora di più che nei giorni precedenti.
Portai le mie donne alla messa pasquale in centro mentre io, come altri mariti, tenevo un piede dentro ed uno fuori dalla chiesa molto affollata. A quei tempi, per accostarsi alla comunione, non ci si metteva in coda e la confusione, all’italiana, era tanta. Naturalmente, in precedenza, tutti si erano regolarmente confessati come era allora obbligatorio fare. La Chiesa, oggi, è più pragmatica. L’assoluzione dai peccati è diventata ormai spesso esclusiva competenza dell’Aldilà.
Il giorno successivo decidemmo di tornarcene a casa. La colpa non fu tanto delle formiche, ma del clima poco favorevole. Non è stato così in tante altre occasioni. Con la roulotte abbiamo scorrazzato per mezza Europa.
Giacomo Morandi - Pasqua 2012

 

 

 

 

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