I RITI DELLA SETTIMANA SANTA A TRAPANI
LA PROCESSIONE DEI MISTERI
Un poco di storia
Tra i riti della settimana santa a Trapani, particolare
importanza assume la processione dei Misteri, sia perché profondamente
radicata nel cuore dei trapanesi, sia per la sua valenza religiosa,
artistica e folcloristica.
La processione trae origini dai riti religiosi importati dalla Spagna
durante la sua influenza in Sicilia, lo attesta il nome a suo tempo dato a
queste manifestazioni religiose: Las Casazas, italianizzate in Casazze o
Casacce. Poi, alla fine della dominazione spagnola, la processione assunse
il nome ancora oggi vigente dei Misteri -da ministerium (funzione) o
mynisterium (funzione religiosa).
La fattura
I Misteri sono splendidi gruppi statuari rappresentanti i
principali episodi della passione di Gesù Cristo. Sono opera di valenti
artigiani che nei secoli XVI, XVII e XVIII secolo operarono nelle botteghe
artigiane di Trapani, botteghe che sfornarono scultori e incisori di
notevole valore. I gruppi sono scolpiti in legno, sobriamente pitturati e
rivestiti di abiti modellati con tela e colla. Ogni gruppo era affidato alle
maestranze locali (orafi, muratori, barbieri, pastai, etc), che adornarono i
gruppi con suppellettili e rivestimenti vari (spade, elmi, diademi, sedie e
balconi, la corona di spine del Cristo e altro, veri capolavori di cesello).
Nella costruzione dei gruppi scultorei, gli artisti non si limitarono alla
mera copiatura di quadri celebri, ma a seguire con scrupolo e meticolosità i
racconti del Vangelo, conservando nel frattempo una lodevole indipendenza,
talvolta prendendo spunto anche dalla società contemporanea, cosicché dalle
loro mani uscivano sempre capolavori unici.
I gruppi sono diciotto cui sono stati aggiunti, in un secondo tempo, il
sepolcro del Cristo morto e la Madonna addolorata, dal viso dolcissimo e
triste.
Durante l'ultima guerra diversi gruppi sono stati distrutti o parzialmente
danneggiati dai bombardamenti. Le maestranze che avevano in cura i gruppi
hanno provveduto a farli ricostruire o restaurare avvalendosi sempre di
artisti locali.
La processione
I gruppi sono custoditi presso la chiesa delle Anime Sante
del Purgatorio da dove ha inizio la processione, nel primo pomeriggio del
venerdì santo – alle quattordici in punto – e si sviluppa lungo le vie
cittadine sino alle quattordici del giorno successivo; il primo gruppo
ritorna davanti alla chiesa del Purgatorio (dove i gruppi sono visitabili
tutto l'anno) alle otto del sabato, l’ultimo intorno alle quattordici. Nei
venerdì di quaresima che precedono il venerdì santo, i gruppi, a turno, sono
arredati con fiori e ceri, tolti dal loro posto di ricovero ed esposti al
pubblico; è la “scinnuta”, cioè la discesa dei sacri gruppi verso il popolo
e le maestranze, che così cominciano a preparare i gruppi per la
processione.
Durante la processione i gruppi sono portati in spalla da portatori nella
caratteristica “annacata”, una specie di dondolio nel camminare portando i
piedi ritmicamente a destra e a sinistra, seguendo il ritmo della musica
eseguita dalle bande.
I gruppi sono, infatti, accompagnati da bande musicali che intonano
bellissime e nel frattempo tristi marce funebri.
Fede o folclore che sia, la notte del venerdì santo Trapani è invasa da
migliaia di persone, trapanesi doc o turisti che arrivano da tutte le parti
del mondo, che assistono assiepate lungo i marciapiedi al passaggio della
processione.
Considerazioni finali
Per i residenti la processione del venerdì santo è un appuntamento fisso
annuale cui nessuno ha mai rinunciato. Parecchi cittadini trapanesi che
risiedono in altre città, in occasione della Pasqua, ritornano a Trapani
solo per portare in processione la vara dell'Addolorata. Questa è un'altra
caratteristica della processione: durante la notte i ragazzi trapanesi danno
il cambio ai portatori. Il trasporto dell'Addolorata è invece un atto di
fede cui nessuno vorrebbe mai rinunciare. Sono secoli che la processione si
svolge a Trapani, eppure vi posso assicurare che ogni anno è un’emozione
nuova.
Le foto
Le fotografie sono di Giovan Battista D’Angelo,
pensionato Telecom. Rappresentano alcuni gruppi statuari e diversi
particolari degli stessi gruppi, particolari che rendono evidente la
sofferenza del volto di Cristo, il truce sguardo dei giudei carcerieri, la
cattiveria del flagellatore o il dolcissimo volto della madre piangente che
segue il corpo del figlio morto.
Peppe Russo, Trapani - marzo 2010
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Piazza Scala News - Pasqua 2010