Luigi e Andrea
La crudeltà di privare i più anziani della patente di guida
un racconto di Margherita Mattia di Santocono
da Spigolando, spigolando n. 26 (DUEMILA E PIU' n. 69 del 20 settembre 2011)
a cura di Carmelo Profeta
Luigi si alzò quella mattina col pensiero fisso alle sue gambe: aveva la
sensazione che non fossero forti e agili come al solito, e questo era un
brutto segnale. Da quando egli era in pensione aveva dato sfogo alla sua
passione per lo sport, ogni mattina faceva in bicicletta un lungo giro per
la città ancora addormentata, godendo del primo sole, e delle strade
tranquille; le sue mete preferite erano la Villa Bellini, il cuore della sua
città, il porto, dove ogni mattina un gruppo di giovani,
precedendolo nel tempo, si esercitavano con le canoe, Talvolta si dirigeva
fuori città verso il ponte Primosole, e qui si fermava a lungo godendosi la
vista delle acque del fiume Simeto, che scendeva maestoso verso il mare, per
unirsi alle sue acque, alle quali sembrava raccontasse gli eventi recenti
dei paesi che bagnava, ricchi di storia e di bellezza. Luigi usava
pochissimo la macchina, sua moglie lo vedeva tornare a casa soddisfatto, lo
abbracciava esortandolo a riposarsi, per lei esagerava, dimenticando di
essere più che settantenne, ma egli rideva delle sue ansie, al riposo
avrebbe pensato più tardi, diceva. Non avevano avuto figli, ma erano molto
legati 1' un l'altra. Poi la morte li divise, una malattia fulminante rapì
la donna in pochi mesi. Luigi si sentì colpito al cuore, solo e disperato,
si aggirava per le stanze silenziose cercando ogni segno della sua presenza,
talvolta chiamandola piano, per nome. Non aveva voglia di uscire, sfuggiva
anche gli amici. Si ammalò, ìl medico che aveva assistito sua moglie cercò
di consolarlo, lo esortò a uscire più spesso, ma a mettere la bici da parte,
magari per un poco. Il suo cuore dava segni di stanchezza, più che di
sofferenza, perché non fare delle belle passeggiate a piedi? Doveva
cominciare con tratti brevi, aumentando a poco a poco. Cosi Luigi si abituò
al nuovo sport, scendeva per la bellissima via Etnea, entrava alla Villa
Bellini, girava in lungo e largo per i bei viali alberati, ricchi di piante
rare, si dilungava per il viale degli Uomini Illustri, si affacciava dalla
piazzetta dei concerti, ammirando la elegante via Umberto. Altre volte
scendeva verso Piazza Università, o piazza Duomo, e si tratteneva a Villa
Pacini, la villa dei vecchi, come la chiamavano perché spesso i suoi sedili
erano occupati da persone molto anziane. Luigi, schivo per natura, cominciò
a gradire i tentativi di qualche anziano sconosciuto che cercava di
attaccare discorso. Forse era uno solo come lui, pensava. Cosi la sua vita
divenne più serena, e piena di interessi, negli anni che seguirono egli
studiò la storia della sua
città,
i terremoti, le lave dell' Etna, le invasioni straniere; il risorgere della
città dopo ogni disastro più bella di prima lo riempiva di fierezza e di
commozione, la sua città, la Milano del Sud, come la chiamavano, "ma bella e
piena di luce" replicava lui. Intanto il tempo passava. Luigi aveva già
superato gli ottanta anni, non era molto cambiato ma quella debolezza alle
gambe che pian piano aumentava, la conseguente sensazione di insicurezza,
gli facevano paura. Una mattina in cui era più preoccupato del solito,
telefonò ad un suo carissimo amico e gli disse del suo disturbo: l'altro
cercò di volgere la cosa a ridere: “Ma Luigi, dimentichi che vai verso i
novant’anni, anche se stai bene in generale non puoi più avere la forza di
una volta; ebbene c'è un rimedio a tutto, Luigi riprendi ad andare in
macchina come quando andavi al lavoro, anzi compratene una più piccola per
poter girare facilmente anche in città.” Luigi non ci aveva mai pensato alle
passeggiate in macchina e rimase perplesso. L'amico insistette: “Luigi, dai,
ti accompagno io a scegliere, una nuova macchina più piccola, elegante; così
cambierai i tuoi itinerari andrai ad Ognina, ad Acicastello, andrai ad
Acìtrezza, ad Acireale anzi andremo insieme a prendere la granita nella
bellissima piazza della cittadina”.
Cosi lo convinse, e Luigi comprò una Lancia Ypsilon. A poco a poco si rese
conto che avere una macchina, per un anziano, era una fortuna,
l'indipendenza, la possibilità di raggiungere qualunque posto e di godere
ancora una volta, come faceva con sua moglie, la bellezza dei dintorni di
Catania. Il mare soprattutto l'attirava ora con dolci onde, ora violento e
minaccioso. Un mattino, mentre portava la macchina fuori dal garage si
accorse che al primo piano basso del palazzo dove abitava erano venuti ad
abitare nuovi inquilini, una coppia giovane con tre figli. Purtroppo, uno
dei ragazzini non si muoveva come gli altri, stava seduto su una sedia a
rotelle, con aria triste e guardava i suoi fratelli divertirsi, con un
grande desiderio di imitarli negli occhi. A un tratto si avvicinò il
portiere e lo salutò: “Buon giorno, signor Luigi.” Mentre egli ricambiava il
saluto il piccolo lo apostrofò: “Ti chiami Luigi come il mio nonno; lui era
buono con me, mi portava in macchina con sè”. “Lo chiederemo alla tua mamma,
e poi vedremo, ciao piccolo.” Quel giorno Luigi si sentì il cuore leggero,
entrò a Villa Bellini si sedette nell'ampia piazza dove molti bambini
giocavano, ridevano felici di vivere. “Che siano sempre così, tutti i
bambini del mondo” augurò Luigi, e pensò al piccolo sulla sedia a rotelle,
così dolce e triste, il cui nonno si chiamava Luigi e non c'era più, era
sicuramente morto. “Io non so neppure come si chiama” si disse “ora glielo
chiederò.”
Al ritorno si fermò sotto il balcone e glielo chiese: “Mi chiamo Andrea”
rispose il piccolo, e intanto si avvicinava la mamma a cui egli aveva
parlato di Luigi e del suo desiderio di uscire con lui come col nonno.
“Oh, mamma, una passeggiata alla Villa, come una volta.” La madre lo guardò
perplessa, “ne parleremo con papà” tergiversò, e disse al signore anziano
“Non è possibile, le porterebbe molto disturbo, signore.” Luigi sorrise: “Al
contrario, sarei felicissimo di portarlo con me, anche per un breve tratto,
io amo i bambini e con lui la mia passeggiata avrebbe uno scopo.” Così,
informatisi col portiere e con qualche condomino con cui avevano rapporti,
sul conto di Luigi, i genitori decisero di accontentare Andrea. Essi
lavoravano ambedue, mattina e pomeriggio, e il piccolo, più dei due
fratelli, si sentiva infelice in casa. Pregarono il
nonno improvvisato di non perderlo d’occhio, e di non allontanarsi troppo
dal quartiere. Così per ambedue cominciò un periodo bellissimo: giunti al
parco giochi della villetta dei quartiere Luigi parcheggiava la macchina e
spingeva la sedia a rotelle di Andrea tra i vialetti, gli insegnava i nomi
di diverse piante, a distinguerle, i nomi degli uccelli che volavano allegri
da un albero all’altro; spesso ambedue si fermavano a seguire la partita di
un gruppetto di ragazzi molto appassionati.
Andrea si animava, parteggiava con entusiasmo ora per una, ora per l’altra
squadra, gridava di gioia, batteva le mani. Tornava a casa felice, con tante
cose da raccontare; anche Luigi era felice, si sentiva utile, si sentiva
vivo. La cosa durò più di un anno, poi Luigi si accorse che doveva rinnovare
la patente di Guida; egli si recò presso la Scuola Guida che lo aveva
assistito gli anni precedenti, ma ebbe una brutta notizia: seppe che dopo
gli ottanta anni bisognava presentarsi non più ad un solo dottore, bensì ad
una commissione, inoltre si dovevano presentare diversi esami medici,
l’esame cardiologico, quello della vista, dell’udito, e qualche altro
ancora, che dovevano dimostrare la capacità del richiedente di continuare a
guidare la macchina, "Ma è un esame molto difficile?" chiese Luigi: "e.. sì,
i commissari sono molto severi e molti, purtroppo non lo superano" rispose
l’interlocutore. “Forse pensano che a una certa età è meglio stare a casa.”
“A casa? Ma è la morte civile, Lei lo capisce.”
“Si, lo so ...... ci sono i tassì per muoversi”, “Ma essi servono per
determinate cose, non per stare un po' fuori, tra la gente; e poi costano.
“I mezzi pubblici” ..... “chi non può più guidare una macchina spesso non
può prendere un autobus, specie se è solo” ribatté Luigi, “e poi nessun
mezzo dà la sensazione di autonomia che dà la macchina: comunque tenterò”.
Tornò a casa triste, per sé e per Andrea, che aspettava con ansia la
passeggiata con lui ogni mattina. Prenotò i vari esami, e andò
dall’oculista: questi gli fece un esame accurato e tentennò il capo.
“I suoi occhiali sono molto spessi, non credo che lei abbia una visione
limpida delle cose”. “Ma io non ho problemi, vedo bene sia da vicino che da
lontano.” “Si sarà abituato... e poi, caro signore, la sua età...guidare in
condizioni non perfette sarebbe un rischio per lei ma anche per gli altri”.
“Caro dottore, replicò Luigi, Lei legge sui giornali spesso dì incidenti
causati da guidatori molto anziani? Uno su mille, mentre sono giornaliere le
notizie di incidenti gravi, gravissimi causati da giovani di ogni età e da
gente che per la sua maturità (quaranta, cinquanta anni ed oltre) non
dovrebbe mai essere causa di tante tragedie. “Comunque signore, io non posso
garantire al cento per cento per la sua visibilità, avrei degli scrupoli,
capisce? Ma se tutti gli esami andranno bene forse lei potrà ottenere la
patente
di guida per un anno ancora.” Prima di accommiatarsi Luigi chiese al
dottore: “Ma le case automobilistiche non si muovono? Non vengono in nostro
aiuto dal momento che questa legge colpirà anche loro, che perderanno tanti
clienti?” Il dottore sorrise indifferente: “Bé, si vede che sono d'accordo
anche loro, che è meglio che gli ultra ottantenni vadano a piedi.” “E se non
possono?” replicò Luigi pensando alle sue gambe. “Stiano a casa”. Se ne andò
via desolato; che fare? Rinunciare subito? Tentare? Decise di tentare anche
per Andrea e andò dal cardiologo che egli conosceva e che gli aveva sempre
assicurato che il suo cuore non presentava problemi, solo un po' di
stanchezza, frutto dell'età.
Dopo una visita accurata lo specialista confermò la precedente diagnosi
ma..... forse qualcosa di patologico c’era. E così anche il cardiologo lo
esortò a rinunciare, e a prendere la cosa con molta serenità! Avevano
paura..... Be’ Luigi, disse a se stesso, sei finito, devi rassegnarti, non
ti presenterai; ma come dirlo ad Andrea? Decise di tenere la macchina ancora
per qualche tempo, anche per essere accompagnato da un altro, anche dal
portiere, all’ospedale in caso di grave necessità.... e poi chissà... Andò
da Andrea, cominciò piano piano ostentando fiducia, che i medici si
preoccupavano per la sua salute, e che era ormai troppo vecchio per guidare,
forse avevano ragione..... doveva curarsi e poi chissà.
Ma il piccolo capì che le cose non stavano così, e si mise a gridare: “Non è
vero! Tu guidi benissimo, e poi stai anche bene, sei un nonno sano, un nonno
bello! Porta me dai dottori, gliele dirò io queste cose, e dirò loro che sei
tanto caro con me, che ho bisogno di te finche sarò piccolo! Oh nonno, le
nostre passeggiate nel parco giochi! I miei amici! Oh nonno non mi lasciare
solo!”
“Ma tu hai la mamma, il papà, i tuoi fratelli.”
“Ma io voglio te…” Luigi non resistette più: “Ma io non ti lascerò mai,
verrò a trovarti tutti i giorni, lo prometto” e si allontanò perché il
piccolo non vedesse le sue lacrime, e mentre portava la macchina in garage
lo seguiva il pianto desolato di Andrea: “Portami dai dottori, nonno Luigi,
forse mi ascolteranno, portami da loro!”
MARGHERITA DI MATTIA SANTOCONO - Catania
Dopo la pausa estiva ritorna MARGHERITA DI MATTIA SANTOCONO con un fresco racconto di attualità che trae lo spunto dal Decreto del Ministero dei Trasporti 8/9/2010 con cui viene modificato l’art. 115 del Codice della Strada. In particolare, la nuova norma stabilisce che, superati gli 80 anni di età, il guidatore avrà rinnovata la patente di due anni in due anni previa visita, non più del solo Medico dell’Asl, ma da parte di una apposita Commissione Medica Locale. Ciò può essere causa di problemi che, per qualcuno, non sono facilmente risolvibili. Margherita, interpretando lo stato d’animo che può derivarne ha costruito il suo Spigolando, spigolando n. 26, dove il protagonista del racconto è un anziano che si trova nelle condizioni previste dalla nuova normativa, ma lui…
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Piazza Scala News - ottobre 2011