PUGLIA
UNA REGIONE IN MOVIMENTO
di Gennaro Angelini

Da Nuova Realtà, notiziario dell'Associazione Bancari Caripuglia - UBI><Banca Carime

Numero 3 - settembre 2010 (per gentile concessione di Andrea Dolce)
 

Da qualche tempo la nostra regione è balzata agli onori della cronaca. Certo non sempre per fatti positivi, ma rispetto agli anni precedenti quando ogni citazione della Puglia era sinonimo di arretratezza, malaffare e disagio socio-economico, il passo avanti è stato rilevante.
Indipendentemente dagli orientamenti politici, è indubbio che la nostra regione abbia ottenuto visibilità e rispetto su tematiche, anche complesse, affrontate con caparbietà e autonomia progettuale che le hanno consentito di assumere la connotazione di laboratorio di innovazione.
Diversamente dal quadro tutt'altro che consolante offerto dagli schieramenti politici in perenne disputa tra loro, la maggioranza della popolazione è finalmente orientata a condividere piuttosto che dividere, a partecipare piuttosto che subire, a essere protagonista piuttosto che sottomessa.
Oggi la Puglia è un cantiere che sta sviluppando idee e progetti in settori strategici quali l'energia pulita, le infrastrutture, la valorizzazione del patrimonio.  Ambiti interdipendenti che se gestiti correttamente possono produrre non solo ricchezza e maggiore occupazione  ma anche una migliore qualità della vita, semplicemente sfruttando le opportunità geografiche e paesaggistiche offerte dalla natura.
Potrebbe sembrare il libro dei sogni (e forse lo è!), ma leggere che la Puglia è la prima Regione in Italia per potenza espressa dagli impianti fotovoltaici e tra le prime nel campo dello sviluppo di energia non convenzionale,  riempie di orgoglio.
Ma la notorietà è una medaglia dalla doppia faccia. L'onore della cronaca la Puglia se l'è meritata anche per antichi malcostumi riproposti in termini moderni. Bari in particolare, è stata per mesi additata come la città delle escort.  Nei mesi scorsi, tra le ragioni di un rinnovato interesse turistico, si poteva forse annoverare la morbosa attrattiva di vivere la città dei luoghi di incontri segreti, respirare l'aria dell 'intrigo, praticare l'antica arte dello sbirciare dal buco della serratura.
I telespettatori italiani avranno imparato a riconoscere il Palazzo di Giustizia di Bari, o quello di Trani, tante sono le volte che hanno fatto da sfondo ai servizi di cronaca (giudiziaria, politica, rosa).
E' un primato che deprime, e deprime nel senso letterale del termine, perché se è vero che da altre parti il sistema non funziona diversamente, per la nostra regione l'effetto è quello di comprimere il tentativo di risanamento e produttivo in atto. Annacquare,  cioé, il senso di rivalsa della parte sana delle giovani generazioni rispetto a modelli di comportamento duri a morire. Come l'antica tradizione delle baronie.  Che mina alla base le aspettative di crescita di importanti istituzioni, in particolar modo nell' ambito della sanità e dell'istruzione. Enti di cui ancora troppo spesso si legge nelle pagine di cronaca giudiziaria o di gossip per vicende che certo non contribuiscono, in un contesto già penalizzato dai tagli della varie finanziarie, a sostenere la difficile battaglia per la trasparenza e l'efficienza.
Certo è un fatto che da qualche tempo la Puglia non viene più citata nei TG, o perlomeno lo è con minore intensità, quando in buona fede si elencano le regioni con maggiori problemi nel campo della sanità. Ma non basta. Non può bastare se l'obiettivo è alto. Se la risposta alla domanda di servizi è la qualità.
I segnali di discontinuità con il passato, che pure si intravedono, produrranno benefici reali solo se saremo capaci di ritrovare l'orgoglio di appartenenza ad una regione i cui punti di eccellenza sono unanimemente riconosciuti.
Come dimostrano, ad esempio, i risultati conseguiti nell'ambito del Vinitaly grazie a nuove generazioni di imprenditori impegnati a ricercare la qualità del prodotto. E' un mercato difficile ma la sfida con i giganti dell'enologia, rappresentati da marchi storici conosciuti in Italia e all' estero, sta dando i suoi frutti.
Oppure, nell'ambito delle attività culturali, come attesta il successo di pubblico e di critica che miete ogni anno il festival della Valle d'ltria. Progetto avviato con l'ambizioso obiettivo di proporre opere meno note, o solo meno rappresentate, capace col tempo di guadagnare consensi indistinti e diventare evento di prestigio internazionale.
Aspettiamo ora che altre opportunità vengano colte, magari con l'aiuto di Istituzioni lungimiranti e meno dedite ad effettuare investimenti in funzione del consenso. Si pensi ad esempio ai quasi 900 km di costa pugliese che offrono paesaggi talvolta impagabili. Mare limpido ed entroterra tutto da scoprire in un ambiente racchiuso tra tradizione e modernità. Anche qui, al pari del vino di qualità, la chiave di volta sarà la capacità di valorizzare il marchio e promuovere iniziative volte ad intercettare una domanda di turismo tutt'altro che insensibile alle attrattive della nostra terra.

 

 

 

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Piazza Scala News - ottobre 2010