Vi presentiamo una nuova avventura
del collega Claudio Santoro: dopo il "Camino Frances" e la "Via
degli Abati" si è cimentato nel Cammino Aragonese. In attesa di
avere a breve una relazione completa corredata da documentazione fotografica
ecco quanto scrive il Giornale di Lecco (Claudio nella foto
sottostante):
Santoro, il pellegrino lecchese Il socio del Geo due anni
fa aveva percorso gli 800 km del cammino di Santiago de
Compostela, adesso i 320 del cammino Aragonese
LECCO (tgv) «Mi piacerebbe
tornare in questi posti e provare una nuova esperienza».
Nell’aprile di due anni fa, quando aveva percorso a piedi il
«Camino Frances» da Sain Jean Pied de Port a Santiago de
Compostela (800 km circa in 31 tappe), aveva detto che gli
sarebbe piaciuto tornarci. E così, pochi giorni fa, a metà
settembre, il lecchese Claudio Santoro ha realizzato il suo
proposito.
Con lo zaino sulle spalle e tanto entusiasmo, è partito alla
volta della Francia e si è diretto al Col de Somport, nei
Pirenei. Da lì, abbandonati i mezzi di trasporto, è partita
l’avventura: percorrere il «Camino Aragonese», calcando la
distanza di 170 chilometri fino a Puente de la Reina, in
Spagna, dove il cammino si unifica in una sola direttrice e
prosegue verso Santiago de Compostela.
«Il proposito iniziale era di fare i 170 chilometri previsti
dal Cammino Aragonese - ci racconta Santoro - Arrivato a
Puente de la Reina, però, visto che avevo ancora qualche
giorno a disposizione, ho deciso di proseguire verso ovest
lungo il cammino principale, fino a raggiungere Belorado. Ho
percorso così altri 150 chilometri, attraversando le regioni
spagnole dell'Aragona, Navarra e Castilla y Leon».
Alla fine, dunque, la distanza percorsa è stata di 320
chilometri, tutti a piedi e tutti potendo contare solo sulle
proprie forze e soprattutto sull'ospitalità dei luoghi
attraversati. «Il percorso aragonese si è confermato meno
battuto e più solitario, con una rete di ostelli meno fitta
- ci racconta Santoro, che tra l’altro è socio del GEO, il
gruppo dei Seniores che fa parte del CAI di Lecco - Per
questo motivo occorre un po' più di attenzione nel
programmare la tappa della giornata, considerato che l’al
bergue più vicino potrebbe trovarsi a diversi chilometri di
distanza. La maggiore solitudine, però, viene ripagata dalla
tran-quillità del percorso e dalle bellezze naturali
dell'ambiente, dove si può dormire in villaggi di appena
30-40 abitanti».
La solitudine però non è stata totale. «Anche in
quest’occasione il Cammino di Santiago si è confermato
quanto mai cosmopolita, con la presenza di pellegrini
sudafricani, australiani, statunitensi,canadesi, brasiliani,
coreani, giapponesi, oltre a svizzeri, tedeschi, fran-cesi,
spagnoli, olandesi, inglesi e italiani, seppure in misura
minore».
Nell’album dei ricordi entrano così anche episodi e incontri
speciali. «Non sono mancati nemmeno in questa esperienza i
momenti conviviali - sottolinea - Se poi si conoscono
l’inglese e il francese, è possibile comunicare con estrema
facilità con persone provenienti da tutto il mondo». A
favorire il viaggio è stato anche il tempo atmosferico, che,
«clemente e, dopo una prima parte quasi estiva e un solo
giorno di pioggia battente, si è mantenuto su buoni livelli,
ideali per camminare sui sentieri spagnoli».
Un altro viaggio è dunque concluso. Quale la prossima meta? Da: Giornale di Lecco
Lunedì 15 ottobre 2012