Piazza Scala News

 

 

Parliamo… ancora… di filatelia… i “non emessi”

 

Nel corso di questi ultimi anni vi ho intrattenuto sulle NEWS di Piazza Scala con diverse tematiche riguardanti la filatelia. Da come si collezionano i francobolli a come si imposta una collezione tematica; dai francobolli ordinari definitivi a quelli ordinari non definitivi; dai francobolli celebrativi e commemorativi ai difetti di stampa e alle varietà. Vi ho parlato, inoltre, di Penny Black, francobolli stampati su francobolli, francobolli di velluto, merletto, legno, profumati…e di tante altre curiosità filateliche come l’erinnofilia, i “Cinderella” e via dicendo.

Oggi parliamo di “non emessi”. Questo termine di origine filatelica fu coniato intorno agli anni ’20 del secolo scorso per identificare le carte-valori postali non poste in corso quando era già pronta per la distribuzione almeno una prima e consistente fornitura e che, perciò, si presentano con caratteristiche del tutto identiche a quelle dei valori regolarmente emessi nello stesso periodo. Successivamente, dopo la seconda guerra mondiale, si cercò di attribuire a tale termine anche prove di soprastampa e produzioni filateliche tipiche delle emissioni di occupazione militare approntate a esclusivo uso locale, tutte limitate nel numero, che non sarebbero mai state sufficienti per una regolare emissione. Negli anni ’80, infine, tale definizione è stata allargata anche ai “saggi di francobolli mai emessi” e ciò al semplice scopo di venderli a prezzo molto elevato evitando di considerare che un vero non emesso, essendo già pronto per l’emissione, è in versione unica mentre quei saggi sono sovente in colori o combinazione di colori differenti, proprio perché ancora in fase di allestimento.

Limitatamente all’Italia (Regno e Repubblica) possiamo effettuare questa classificazione: i “veri non-emessi”, quelli praticamente “non-emessi” di cui, per motivi di opportunità (Fiume d’Italia, Occupazione di Castelrosso), furono immessi in quantità molto limitate, sovrastampati, per uso fiscale interno o come tassa sui passaporti; gli “eliminati”, cioè quei francobolli regolarmente stampati e pronti per la distribuzione la cui tiratura fu interamente distrutta e di cui restano solo tracce come il francobollo da 750 lire del 1994 del Summit di Napoli: per il vertice del G7 a Napoli si decise di emettere un francobollo celebrativo. Il Poligrafico stampò con dovuto anticipo il francobollo da 750 lire, normale tariffa lettere per l’interno. Poste italiane, invece, avevano deciso che fosse emesso un 600 lire per affrancare solo cartoline illustrate e, pertanto, fatte valere queste ragioni, il valore da 750 lire fu avviato al macero. Ma, come tutte le faccende all’italiana, il solito paio di fogli e qualche prova di stampa sono finiti sul mercato filatelico che, però, a causa della provenienza illecita, rendono il possessore perseguibile per legge. Fra qualche anno, a prescrizione avvenuta, compariranno legalmente sul mercato così come è avvenuto per il “saggio di valore mai emesso” il francobollo K2 non emesso del 1955. (foto 1, tratta dal catalogo Bolaffi).

Nel 1955 era stata programmata l’emissione di due francobolli per celebrare la conquista da parte della “Spedizione italiana nel Karakorum” della vetta del K2, avvenuta il 31 luglio 1954 (foto 3 – Il versante pakistano del K2 e la via seguita per la prima scalata dalla spedizione italiana). Approvata nella riunione del Consiglio dei Ministri del 5 marzo 1955 e autorizzata con DPR n. 585 del 21 giugno successivo, per motivi mai resi noti, l’emissione non venne eseguita. I francobolli naturali o saggi attualmente noti in circolazione sono 80 e provengono da 2/4 fogli di 40 esemplari cadauno, con filigrana, mancanti della sola dentellatura. Da fonte non riscontrabile si narra che questi esemplari furono ceduti, chissà come, a “un noto alpinista veneto scomparso nel 2009” che “valorizzò” questi esemplari per ristrutturarsi la casa “in una nota località turistica della montagna veneta” e finiti dunque nelle mani di qualche furbo commerciante filatelico che, solo da qualche anno, a prescrizione avvenuta, li ha rimessi in circolazione. Voglio credere che si tratti solo di una leggenda, ma resta il fatto che questi esemplari sono anch’essi “miracolosamente” scampati al macero nel 1955.

Questi non sono francobolli, ma sono solo prove di stampa opportunamente “tesaurizzate” che non dovrebbero essere catalogati come “non emessi” per venderli meglio e a prezzi molto elevati.

Nella fattispecie del K2, il catalogo Bolaffi classifica al n. 873 il 25 lire verde come FN (Francobollo naturale) al valore di €uro 34.000 (trentaquattromila). Io, come tanti altri collezionisti, non condivido questo tipo di classificazione poiché, normalmente, nei cataloghi i saggi e le varietà sono riportati in coda e non averli non significa che la tua collezione è incompleta. Mentre per il K2 le cose sono andate diversamente anche perché si è approfittato del fatto che, tranne rarissime eccezioni (due o tre), nessun catalogo ha mai fornito definizioni precise su che cosa debba intendersi per francobollo-tipo, sottotipo, non emesso, foglietto, saggio, prova ecc. ecc. Ma qualcuno potrebbe obiettare che se non ci fossero tanti “scogli-rarità” una collezione avrebbe poco interesse.

Per concludere l’argomento sul K2, a parte l’occasione mancata dall’Italia per celebrare filatelicamente l’avvenimento, l’impresa fu ricordata dal Pakistan con un francobollo emesso il 25 dicembre 1954 (foto 2), mentre nel 2004 l’Italia (foto 4) e il Pakistan (foto 5) hanno celebrato il 50° anniversario dell’impresa con l’emissione rispettivamente di un francobollo e un foglietto.

Fernando Mazzotta - ottobre 2012

 

 

foto 1

foto 2

 

 

foto 3

foto 4

foto 5

Cliccate sulle immagini per ingrandirle

 

 

 

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico: