Caro
Babbo Natale, questa mia lettera non è una richiesta di doni, non ho
più l'età per farlo, anche se fortunatamente si rimane sempre un
poco bambini, chi più, chi meno. Ti scrivo perché mi devo scusare
con Te per una incredibile cantonata che ho preso. Cercherò di
essere breve e conciso il più possibile. Qualche giorno fa mi
trovavo a Torino e mi stavo gustando un enorme gelato da Pepino,
crema torroncino e gianduja, per difendere un poco il mio organismo
dalla rigida temperatura esterna, pare che così facciano nei paesi
particolarmente freddi, anche se credo sia solo una scusa per
mangiare gelati anche in inverno. Era una bella giornata di sole e
ne ho approfittato per sedermi su una comoda panchina e apprezzare
la facciata di Palazzo Carignano, uno degli splendidi esemplari di
architettura barocca del Guarini. Stavo leggendo la scritta presente
in un grande fregio, “Qui nacque Vittorio Emanuele II”, e non avevo
notato che vicino a me si era seduto un curioso personaggio. Avevo
finito il gelato e stavo per accendere uno dei miei sigari toscani,
quando quel signore mi rivolse timidamente la parola chiedendomene
uno. Mentre glielo porgevo ho notato che era vestito tutto di rosso
e che aveva una folta barba bianca. Non lo avevo mai visto prima ma
la sua sagoma mi ricordava qualcuno. Incominciò così fra di noi un
lungo, intenso e interessante dialogo, durante il quale quel gran
bel vecchio non fece altro che farmi una domanda dopo l'altra,
mettendo a dura prova la mia capacità di trovare una risposta, vera
o inventata che fosse. Anche io volevo sapere da lui un sacco di
cose, ma non appena gli chiesi dove aveva parcheggiato la slitta e
le renne notai nei suoi occhi una profonda delusione. “Non è
possibile che anche lei mi abbia scambiato per Babbo Natale. Ho
sbagliato a non presentarmi subito. Sono il generale Giuseppe
Garibaldi e sono a Torino, per un incontro da Fiorio, con Camillo
Benso e col Re Vittorio. Insieme abbiamo fatto un gran casino più di
150 anni fa e vorremmo poter rimediare. Glielo avevo detto subito a
quei due che mi sembrava che l'Italia fosse finita nelle mani della
parte peggiore degli italiani e a quel che vedo e che sento non è
cambiato molto ... ”. Lui continuava a parlare e io ero diventato
rosso, come un peperone di Carmagnola, ... per la vergogna. Gli ho
porto le mie scuse e penso sia giusto fare altrettanto con Te.
Era vestito di rosso ma non era Babbo Natale, non eri Tu. Buone
Feste!
Era vestito di rosso ma ...
Fabrizio Scarpa
http://langolodimangiafuoco.blogspot.it
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