da "17,45",
Notiziario del Circolo Ricreativo di Comit Genova - Natale
1960
La maggior parte di noi, collezionisti dilettanti
dell'ultima leva, è, con tutta probabilità, giunta ad un punto morto
con la propria collezione dei francobolli italiani: ha cioè
completato o quasi la
propria raccolta dal periodo postbellico in avanti.
Le ragioni per cui abbiamo dato inizio alle nostre collezioni, a far
tempo dal 1945, grosso modo le conosciamo un po' tutti.
Per chi iniziava si trattava di partire da un punto fermo, non
troppo lontano nel tempo, che desse una ragione d'essere alla sua
raccolta, altrimenti monca; e quale migliore occasione gli si
presentava che quella della separazione netta della storia italiana?
La separazione tra il Regno e la Repubblica? Logicamente i prezzi
concernenti questo periodo sono saliti, saliti spropositatamente al
confronto di quelli riguardanti il periodo prebellico i cui
francobolli, praticamente trascurati, si vedevano accreditati
unicamente di una normale rivalutazione filatelica.
I fattori che hanno contribuito a ciò sono stati altri, oltre a
quello fondamentale sopra citato: l'invasione del territorio
nazionale aveva condotto nelle nostre città tanti stranieri ed i
molti che si interessavano di filatelia, approfittavano
dell'occasione per acquistare « in loco » francobolli al valore
facciale e portarseli oltre confine. Inoltre i neofiti aumentavano
continuamente per una necessità, propria del nostro tempo, di
estraniare la mente dall'impazzare quotidiano.
Ed ora? Ora la maggior parte di noi ha completato la propria
raccolta di francobolli postbellici. La maggior parte degli
stranieri da un pezzo è tornata al proprio paese e forse va man mano
disinteressandosi della collezione italiana perchè è svanito il
vantaggio dell'acquisto al valore facciale, e se ancora manca alla
loro collezione qualche pezzo di un certo valore, lo troveranno
certamente a miglior prezzo nei loro paesi che nel nostro.
Coloro infine che iniziano di questi tempi, stanno forse pensando di
porre nuovi limiti di partenza alle loro collezioni in fasce, limite
che non salassi in partenza il loro borsellino con delle spese
astronomiche, e forse inizieranno, perchè no?, dal 1950, dal mezzo
secolo in avanti.
E allora? Allora forse le emissioni postbelliche subiranno un
arresto, perchè minore diverrà la richiesta, mentre con tutta
probabilità si avrà una rivalutazione (di cui già si scorgono i
segni) del periodo prebellico, perchè l'interesse dei più si
riverserà appunto su quei francobolli che sino ad ora abbiamo così
inopportunamente trascurato.
Probabilmente è dunque il momento. Ed occorrerà affrettarsi prima
che questa rivalutazione ci renda impossibile, e questa volta
definitivamente, l'acquisto di quei francobolli.
NATIVITA' E FILATELIA
La Festa più suggestiva della cristianità, il Natale, è
stata più volte celebrata da diversi Paesi del Mondo con
emissioni di francobolli speciali o con l'uso di graziosi
annulli illustrati che, nel periodo natalizio, vengono
impressi dagli impiegati postali con particolare sensibilità
filatelica.
I primi francobolli del Natale 1957 sono stati i due valori
emessi dalla Poste Australiane, nelle vignette uguali per
entrambi i tagli da 3 1/4 rosso e 4 p. violetto raffiguranti
un bambino in adorazione, mentre nel 1958, sempre le Posta
Australiane emisero due francobolli da 3 1/2 rosso e 4 p.
violetto raffigurante un piccolo Presepe che si staglia su
fondo di tinta unita; anche nel 1959 dalle stesse Poste fu
emesso un francobollo da 5 p. violetto raffigurante i Re
Magi che si avvicinano alla capanna della Natività.
Anche Cuba nel 1954-1955 e 1956 emise tre serie, tutte
belle, ma indubbiamente i due valori del 1956 da 2 e. rosso
e verde e 4 c. verde e rosso rappresentante i Re Magi è la
più suggestiva.
All'Austria, con i francobolli emessi nel 1948-1953 e 1954
il posto d'onore, ed al
«60 groschen» dedicato a Franz Gruber e Joseph Mohr, autori
del famoso Canto di Natale « Stille Nacht-Heilige Nacht » la
melodia che viene ormai ripetuta in tutto il mondo.
Secondo le ricerche effettuate da Don Karl Vicentin di
Friburgo, il celebre canto nacque in poche ore nel
pomeriggio del 24 Dicembre 1918, per placare la grande
malinconia di un giovane organista assillato da molti
pensieri di famiglia. Durante la Messa di mezzanotte il
canto venne eseguito in pubblico, interpretato dagli stessi
autori e da un coro di fanciulle. L'effetto fu straordinario
; tradotto poi in tutte le lingue « Stille Nacht - Heilige
Nacht » divenne ben presto la voce stessa del Santo Natale.
Sarebbe auspicabile che altre nazioni europee ed in special
modo la nostra Italia, dedicassero alla Natività una serie
di francobolli che indubbiamente riuscirebbe ben gradita a
tutti i filatelici.