Piazza Scala News - Natale 2011

 

 

R I C O N O S C E N Z A

 

  un racconto breve di Giovanni Noera 

 

 

Sono tornato da Venezia da pochi giorni. Tutte le volte che mi reco in quella città ne torno con l’emozione suscitatemi da ricordi lontani. Questa volta molto di più. Sempre appena messo piede sulla pensilina della stazione , mente e cuore mi hanno catapultato nel mio passato e rivissuto l’atmosfera di una sera fine ottobre in piena guerra.
Ero salito sul treno a Trento consapevole del rischio cui andavo incontro , per portare a termine la missione affidatemi.
Lo scompartimento era occupato da una sola persona con la quale quasi subito instaurai un rapporto amichevole anche se lo trovai troppo ciarliero. Forse per le circostanze in cui ci trovavamo ed anche per la stolta convinzione di non essere uditi (le spie erano disseminate ovunque), mi confidò le sue idee sulla guerra e sui nazisti che avevano occupato anche Venezia. Arrivò al punto di narrarmi che in certe calli oscure soldati tedeschi venivano malmenati e poi lasciati andare per la loro strada. Forse percepì il mio entusiasmo e la mia voglia di libertà e di veder sconfitta la Germania perché il tono della sua conversazione si fece via via sempre più cordiale sino al punto da offrirmi una prelibatezza eccezionale per quei tempi: una fetta di salame.
Io pur corrispondendo alla cordialità ero rimasto prudentemente riservato. Era un imperativo per i membri della Resistenza. Per il bene di se stessi e dei compagni di lotta i cui nomi avrebbero potuto essere carpiti con la tortura.
Non vidi le fattezze di quell’uomo né sul vagone né all’arrivo sul piazzale della stazione al buio per via del rischio di attacchi aerei.
Non sapevo dove andare e mi rivolsi allo sconosciuto che mi aveva seguito , di cui non vedevo il volto ma conoscevo le idee rassicuranti, se poteva indicarmi un albergo.
“Venga con me”
Mi condusse nella vicina Cannareggio. Quando giungemmo dinanzi all’albergo effettivamente vicino alla stazione vidi in cima alle scale illuminate da una fioca lucerna “la reception"
“Bepi c’è un amico. Ha bisogno di una stanza per stanotte.
“Fallo salire!”
Quando giunsi al cospetto del Sig. Bepi mi accorsi con un brivido che mi attraversò la schiena che nell’adiacente salottino erano comodamente seduti alcuni ufficiali tedeschi.
Recuperai la disinvoltura e presentai i miei documenti falsi.
Vidi il mio interlocutore esaminare la mia foto e impallidire e tornare ad esaminare i suoi registri.
Allora si sporse verso di me per bisbigliarmi : “ lei figura fra i segnalati”.
Con l’espressione sembrava dire a se stesso “in che pasticcio mi ha messo il mio amico…”.
Con suo grande rischio mi assegnò una camera. Attraverso la parete sentivo la conversazione dei tedeschi nella camera adiacente.
Partii il giorno dopo con una profonda gratitudine. Se mi avessero scoperto avrebbero arrestato anche lui per non aver avvertito la polizia come gli era stato ordinato. Con me sarebbe stato consegnato alla Ghestapo.
A guerra finita sono tornato a Venezia scendendo sempre nello stesso albergo. La sola notizia che ebbi del Sig, Bepi mi giunse dolorosamente inaspettata: una polmonite fulminante se lo era portato via.
Sono rimasto tutti questi anni con questo peso sul cuore: non aver stretta la mano a quell’uomo per ringraziarlo ancora di tutto cuore.
Poi il personale sempre diverso alla reception mi dissuasero dal tornare in argomento.
Quest’anno, in questa mia ultima andata a Venezia, vigilia di Natale è avvenuto un miracolo o almeno così a me è parso.
Al momento di saldare il conto mi sono trovato di fronte una bella ragazza alta con lunghi orecchini che le pendevano dalle orecchie ed incorniciavano il suo bel viso.
Non so quale impulso mi spinse a ricordare quella notte del ’43. Forse l’accenno alla mia anzianità di cliente. Nominai il Sig. Bepi.
“Conosco questa storia l’ho sentita raccontare tante volte da mio nonno!!”. Rimasi senza parola.
Quando mi ripresi :”Stringo a lei la mano signorina ricordando suo nonno e le auguro buon Natale”
“Buon Natale a lei signore anche…….. da nonno Bepi”
Voce argentina. A me parve una musica che giungeva da lontano

Giovanni Noera

 

 

 

Giovanni Noera
Laureatosi all'Università di Torino, deve la sua formazione culturale ai tanti incontri avuti nelle sue varie residenze. Numerosi sono i suoi viaggi negli USA e in Europa, oggetto di suoi articoli. Nato in Sicilia; ha vissuto in Friuli, Trentino, Lombardia e Liguria. Da diversi anni vive in Emilia.
Ha pubblicato tre romanzi:
- «Tempi perduti e ritrovati» (1° premio
  concorso letterario    "La Vecchia Lizza a
  Marina    di Carrara");
- «Per caso per sempre» (2° premio... Marina
  di Carrara);
- «Son tornate a frinir le cicale»; (Delta 3
  edizioni).
Il romanzo «C'e una logica nel destino?» è arrivato 2°al premio letterario «L'inedito». I racconti presenti in Emozioni hanno ricevuto il primo premio - XIII°edizione concorso letterario «Padus Amoneus» a Parma).
Ha collaborato con alcuni periodici.
 

 

 

 

 

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