LA
POESIA DI DICEMBRE - NATALE di Giuseppe Ungaretti
|
Natale
Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi cosi come una cosa posata in un angolo e dimenticata Qui non si sente altro che il caldo buono Sto con le quattro capriole di fumo del focolare
Giuseppe Ungaretti
|
A marzo di quest’anno
avevamo ricordato Giuseppe Ungaretti con la lirica
“Italia” per commemorare il 150° anniversario dell’Unità
del
nostro Paese. Esaurire tuttavia la poetica di quello che
viene riconosciuto tra i massimi autori del novecento
con un canto patriottico ci sarebbe sembrato riduttivo.
Ricordiamo, en passant, che Ungaretti è stato il più
autorevole esponente della corrente dell’ermetismo.
Sappiamo che fu intellettuale a tutto tondo, aperto alle
esperienze della più raffinata cultura mondiale. Aveva
insegnato in Sudamerica, fu poi titolare della cattedra
di letteratura moderna e contemporanea presso
l’Università di Roma. Riconosciuto grandissimo dalla
critica già in vita, fu schivo attore della storia
nazionale, attraversando con un’ispirazione irripetibile
e scarna quasi l’intero secolo passato. Ci è sembrato
opportuno mostrare un’altra faccia del Poeta, con questi
straordinari versi che, a prima lettura, esorcizzano una
ricorrenza come il Natale, divenuta esterna ed invasiva
assieme. Il pessimismo che gli ermetici manifestavano
per l’inaccessibilità dei sentimenti trova quindi
espressione plastica nel rifiuto a mescolarsi tra la
gente e nella richiesta di essere lasciato in una
solitudine che possa far riscoprire, col silenzio,
l’equilibrio del dolore esistenziale. Ma, rannicchiato
nell’angolo del focolare, non si può non ammettere che
il caldo è tuttavia “buono” e che le capriole di fumo
possono rappresentare, anche involontariamente,
sublimazione di parole e citazione di persone care e di
colloquio. Riflettere con la propria anima spossata
potrebbe così costituire un primo momento della
guarigione dal dolore. Ci piace immaginare che, nella
notte della festa, il Maestro stia ragionando sulla
semplicità della disillusione, che trascende i concetti
di buono e cattivo per farsi naturale, come naturale è
la vita. Enzo Barone |
|