ANCHE QUEST’ANNO
E’ NATALE, MA SARA’ DIVERSO ? MAGARI CON MENO AUGURI FORMALI,
LASCIANDO IL POSTO ALLA SOSTANZA ?
Foto
emblematica del grande Papa GIOVANNI PAOLO II,
sofferente, che aveva invitato i grandi della terra
a non entrare in guerra contro l’Iraq.
La sua
Enciclica Fides et ratio è stata disattesa, sia per
quanto riguarda la guerra sia per quanto riguarda la
collaborazione fra le diverse confessioni.
Ed i tre “B” di allora se ne sono “fregati” delle
sue sante parole….
Sarà che gli anni ci hanno in un certo qual modo
assuefatti alle formalità rituali con cadenza ripetitiva, sarà che
questo martellante progresso (?) ci offre sempre meno spazio alla
riflessione, sarà infine che stiamo vivendo una stagione
socio-politica nazionale ed internazionale che, appena alcune
settimane fa, sarebbe stato davvero difficile semplicemente
ipotizzare a causa della sua natura quasi improvvisamente e
contestualmente esplosiva, fatto sta che siamo arrivati anche
quest’anno a Natale.
Fare gli auguri, celebrare la natività di Gesù, scambiarci un saluto
in maniera diversa rispetto agli altri giorni e magari fare un
pranzo diverso dal solito e cioè con l’aggiunta del classico
panettone, non è che, oggettivamente, ciò possa cambiare il solito
rituale rispetto ad una forma esistenziale sempre convulsa e quindi
avulsa dalle regole della umana fisiologia: insomma, il Santo Natale
dovrebbe essere un giorno all’insegna della vita di oggi e del
domani. E questo pensiero dovrebbe valere anche per Pasqua. Ma,
ahimè, ricordo che in quasi tutti i Santi Natale il mio pensiero è
stato invece costretto a scrivere in concomitanza di guerre che,
appunto quasi tutti gli anni, hanno caratterizzato questo periodo
che, paradossalmente, richiama la pace. Parlarne di questo argomento
è triste perché esigerebbe un excursus all’indietro di decenni e
decenni (che puntualmente dimentichiamo) , riaprendo ferite che non
si sono ancora rimarginate. Ma non è finita perché anche in questo
Natale al quale tutti chiediamo pace, bene, e fortuna, mi pare,
purtroppo, che si stia fomentando un’altra guerra, forse la più
pericolosa di tutte, in quanto potrebbe distruggere l’umanità nel
suo insieme: mi riferisco agli attuali rapporti fra Usa-Israele ed
Iran che, se non saranno ricomposti a breve, una nuova catastrofe
dalle dimensioni imponderabili sia per durata sia per distruzione,
potrebbe cancellare definitivamente l’uomo dalla terra, mentre i
nostri politici stanno elucubrando sul…. mercato dei derivati e
sullo spread..
Vorrei ricordare che da decenni le guerre non si fermano: Libano,
Sudafrica, Etiopia, Vietnam. Nigeria, Iran-Iraq, Argentina-Gran
Bretagna, Colombia, Cina, Iraq, Kuwait Croazia, Afghanistan,
Georgia, ed ultime quelle del Mediterraneo-Nord Africa, con i
recenti fatti della Libia, Egitto, Marocco, Algeria a cui ora sta
(speriamo tanto di no !) aggiungendosi appunto l’Iran che, come
detto prima, potrebbe distruggerci tutti con le bombe atomiche…
Detto questo, vorrei volare alto con i miei pensieri e ricordare a
tutti, uno per uno, indistintamente, che la colpa non è di chi si
trova improvvisamente la guerra in casa, ma di tutte quelle teste
malate che non hanno ancora capito che la guerra chiama guerra e
che, con la guerra, non si risolve mai nulla, come ha detto anche
Giovanni Paolo II, sconvolto (V. foto) , nell’ultima apparizione dal
suo balcone in Piazza San Pietro, a poche ore dalla sua morte,
inascoltato da quegli interessi che vanno da sempre in direzione
opposta a quelli dell’umanità. Allora c’erano i tre “B” come teste
malate, a rappresentare praticamente il mondo. E quanto dico non è
certo il senno di poi !
Sulla stampa, in data 30 marzo 2006, ed anche in un mio libro a
pagina 167, ho riportato le parole sante di Papa Giovanni Paolo II,
aggiungendo alcune mie riflessioni.
Eccole, qui di seguito :
…sia l’intelligenza a governare e non già la ricchezza dei
guitti che ancora rimangono su questa terra solo per
martoriarla, determinando grandi divisioni fra gli uomini
che, al contrario, hanno bisogno di stare uniti nella
concordia e nella pace, nel rispetto della diversità delle
loro opinioni che, messe insieme e confrontate, sviluppano
benessere e progresso...
E ciò deve valere non soltanto nei rapporti socio-politici
ma anche in quelli confessionali; non a caso, anche Papa
Giovanni Paolo II, nella sua Enciclica Fides et ratio, ha
perorato uno schietto dialogo fra le varie religioni, monito
sin qui disatteso da chi avrebbe la presta di governare.
Ed ancora da “Fides et ratio” :
….il pensiero filosofico è spesso l'unico terreno d'intesa e
di dialogo con chi non condivide la nostra fede. Il
movimento filosofico contemporaneo esige l'impegno attento e
competente di filosofi credenti capaci di recepire le
aspettative, le aperture e le problematiche di questo
momento storico. Argomentando alla luce della ragione e
secondo le sue regole, il filosofo cristiano, pur sempre
guidato dall'intelligenza ulteriore che gli dà la parola di
Dio, può sviluppare una riflessione che sarà comprensibile e
sensata anche per chi non afferra ancora la verità piena che
la Rivelazione divina manifesta. Tale terreno d'intesa e di
dialogo è oggi tanto più importante in quanto i problemi che
si pongono con più urgenza all'umanità — si pensi al
problema ecologico, al problema della pace o della
convivenza delle razze e delle culture — trovano una
possibile soluzione alla luce di una chiara e onesta
collaborazione dei cristiani con i fedeli di altre religioni
e con quanti, pur non condividendo una credenza religiosa,
hanno a cuore il rinnovamento dell'umanità. Lo ha
affermato il Concilio Vaticano II: « Per quanto ci riguarda,
il desiderio di stabilire un dialogo che sia ispirato dal
solo amore della verità e condotto con la opportuna
prudenza, non esclude nessuno: né coloro che hanno il culto
di alti valori umani, benché non ne riconoscano ancora la
Sorgente, né coloro che si oppongono alla Chiesa e la
perseguitano in diverse maniere ».
Nel titolo, mi sono chiesto se questo sarà un Natale
diverso. Io vorrei augurarmelo, insieme con tutti voi,
concependolo a questo modo.
Mi piacerebbe che ci fosse una nuova…”costituente”
dell’umanità, che finalmente fosse in grado di capire che le
guerre non servono a niente e che l’unico strumento per
crescere in termini di benessere economico-sociale, di
concordia civile, di intelligenza, altro non è se non quello
a costo zero: parlarci per programmare una certa equità nei
mezzi per vivere, istruendo con animo disponibile le regole
socio-esistenziali a chi non riesce a capirle, evitando di
reprimere brutalmente e basta, stralciando importanti
risorse finanziarie da bilanci mondiali allo scopo di creare
ex-novo e sviluppare l’agricoltura in tutto il pianeta,
naturalmente dove le condizioni climatiche lo permettano, in
modo che, un po’ per volta, tutti coloro che oggi stanno
morendo di fame, abbiano la possibilità di autogestirsi,
favoriti anche dal fatto che oggi, con il progresso
informatico, le distanze non esistono più e quindi le
possibilità di crescere autonomamente appaiono senz’altro
più concrete.. E ciò, dovrebbe avere inizio da subito.
Ed infine, e questo è il mio accorato augurio di Natale, è
che in tutto il pianeta si prenda coscienza che la gestione
del bene comune deve essere ancorata ai principi di serietà
istituzionale, di legalità assoluta, di sana amministrazione
del bene collettivo secondo principi di equità sociale, di
buon senso, di intelligenza, di decoro umano, requisiti
tutti che, siatene certi, non invogliano alla guerra, ma
vanno in direzione diametralmente opposta ad essa.
Io auguro a tutti, in una visione globale del pianeta, un
Buon Natale in assoluta armonia con detti principi etici
che, ahimè, vengono fin troppo spesso scalfiti dalla
irresponsabilità di certi uomini.
BUON NATALE !
Arnaldo De Porti
Questo è il mio augurio, diverso dagli altri anni, anche se
il denominatore comunque è sempre lo stesso: la pace