Caro Gesù
Bambino, ancora una volta sta arrivando il tuo compleanno e,
anziché pensare a farti un regalo, tutti si affannano a
chiederti un sacco di cose. Giusto è che lo facciano i
bambini, per i quali al mondo c'è sempre meno spazio e
tempo, poiché insieme agli anziani sono diventati più un
peso che una risorsa, e che con le loro letterine a Te e al
tuo collega laico Babbo Natale riescono ancora a strappare
qualche sorriso in un’era alquanto buia. Ma gli adulti, i
maschi soprattutto, non fanno altro che combinarne di tutte
e di più in ogni dove, per tutti i giorni dell’anno, per poi
improvvisamente fare i buoni a Natale e a Pasqua,
trasformando quelle feste in sagre del consumismo, anche in
momenti di grande ristrettezza economica, pronti a
indebitarsi fino alla settima generazione, comprando “a
tasso zero prendi oggi e cominci a pagare tra un anno (poi
si vedrà!)”. So che non mi considererai blasfemo se ti
confesso che più volte, nel chiuso della mia stanzetta, ho
avuto l’insano pensiero che, se Tu tornassi indietro di
duemila anni, forse sceglieresti di fare la fine dei tuoi
coetanei trucidati dagli sgherri di Erode, condensando
Natale e Pasqua in un'unica festività. Così almeno l’umanità
intera si sfogherebbe una sola volta all’anno (magari anche
no!) per poi concentrarsi sui tuoi insegnamenti negli altri
giorni. Sarebbe tutto più semplice. Ma neppure Tu sei
riuscito a farlo capire a noi umani e allora non mi resta
che chiederti scusa Gesù se più passa il tempo e meno siamo
buoni. Grazie e tanti auguri.
Letterina a Gesù Bambino
Fabrizio Scarpa
Carissimo
Babbo Natale, le feste stanno arrivando e tu sei impegnato a
cercare di accontentare tutte le richieste che ti arrivano.
La cosa più importante è che tu riesca a soddisfare i bimbi,
come sempre in sinergia con il buon Gesù Bambino, perché
ricordo ancora quando ero piccolo con quale emozione mi
mettevo sotto le coperte la sera della vigilia e, prima di
addormentarmi, cercavo di ricordare se ero stato abbastanza
bravo durante l'anno trascorso e se avrei meritato di
ricevere i vostri doni. Ero molto tontolone e, per non fare
torti, credevo a tutti e due, forse nell'incoscia speranza
di ricevere regali sia da te che dal Bambin Gesù. Ci tenevo
molto a fare l'albero, ben addobbato di palline luci e
lustrini, e il presepe, che veniva allestito l'otto di
dicembre e rimaneva fino a qualche giorno dopo l'Epifania;
il Bimbo compariva tra il bue e l'asinello la notte della
natività e i tre Magi venivano lentamente messi più vicino
alla capanna. La scelta dell'abete era molto importante,
doveva essere robusto e avere radici solide, perché
l'intento era quello di piantarlo poi nel giardino. Ricordo
che due di questi abeti hanno avuto una vita molto lunga,
hanno superato i dieci metri di altezza e sono rimasti lì
sino a pochi anni fa quando poi non ce l'hanno più fatta a
stare in piedi, proprio come capita agli esseri umani.
Confesso che con lo scorrere del tempo le festività
natalizie sono diventate per me sempre più un fastidio,
forse per la recondita nostalgia di non essere più bambino,
però devo dire che la felicità che leggo negli occhi del mio
nipotino mi fa subito tornare alla mente le sensazioni
provate tanti anni fa. I tempi sono duri, ce lo ripetiamo
continuamente, ma se voi due riuscite a far sorridere i
bimbi, soprattutto quelli che hanno poche occasioni di
farlo, forse tutto il mondo riuscirà a sorridere un poco di
più. Ciao.
Carissimo Babbo Natale
Fabrizio Scarpa
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