Un Natale “fantastico”

           Nella casa tutto taceva, solo lo scoppiettio del fuoco nel camino spezzava di tanto in tanto il silenzio mentre un sottile filo di fumo saliva lento dai ceppi.

            Si sentì un leggero fruscio, quasi un soffio. Due vispi occhietti spalancati scrutarono veloci in tutte le direzioni per controllare se tutto era tranquillo. Passetti furtivi si mossero sul folto tappeto di lana e due piccole e paffute manine sollevarono delicatamente la camiciola.

            Uno sguardo attento, un attimo di sosta con il fiato trattenuto per percepire anche il più piccolo rumore e infine gli ultimi passi verso il grande albero di Natale, rifulgente dei mille colori delle belle palle di vetro e degli scintillanti addobbi d’argento e d’oro.

            La bimba guardava con volto attento i pacchetti dei doni, ne tastava qualcuno, altri ne annusava e, man mano che l’esame procedeva, il suo visino si rannuvolava sempre più, finché una piccola lacrima scivolò lenta sulla gota paffuta.

Trattenne a stento un singhiozzo chiedendosi come mai, dopo tante preghiere, buone azioni e la bella letterina, scritta faticosamente con lettere un po’ incerte ma senza errori, nulla fosse accaduto.

Chinò sconsolata il capo sulle ginocchia, si rannicchiò su se stessa mordendosi le piccole labbra per trattenere il pianto e chiuse gli occhi con la segreta speranza che, riaprendoli, avrebbe trovato il dono tanto atteso. E invece no, nulla era mutato!

Il pianto sgorgò intenso e disperato e si protrasse a lungo finché il giovane sonno non ebbe il sopravvento. Si risvegliò di colpo al suono di un carillon e stretta tra due braccia affettuose, mentre una voce sussurrava: “Buon Natale”.

“Grazie Mamma” rispose la bimba insonnolita e confusa dal trovarsi accanto al camino anziché nel suo caldo letto. Poi ad un tratto si rammentò l’escursione notturna e due lacrimoni tornarono a formarsi negli occhi. “Mamma- singhiozzò – Babbo Natale non mi ha portato il dono che gli avevo chiesto”.

“Forse non hai avuto pazienza e non hai aspettato abbastanza, oppure stava per posare il dono e tu l’hai disturbato, sai bene che non possiamo vederlo. Ma che dono tanto speciale avevi chiesto che il non riceverlo ti ha fatto così disperare?”.

“Non posso dirlo, altrimenti non me lo porterà mai, è un segreto tra lui e me!” La mamma sorrise indulgente. Frattanto la casa si risvegliava e i fratelli giungevano rumorosi, correndo e spintonandosi per arrivare per primi sotto il grande albero. “Alt, tutti fermi” risuonò forte e sicura la voce del babbo e come per incanto tutti si ricomposero. Iniziò allora lo scambio dei doni, seguito da gridolini di gioia e abbracci affettuosi. Solo la bimba era tranquilla, rassegnata. Poi vennero i parenti, si pranzo sotto le luci multicolori dell’abete, si scherzò e si rise. Tutti erano felici e sereni, proprio come si deve essere a Natale, tutti tranne la bimba che fu stranamente silenziosa per tutto il tempo.

Giunsero la sera e la fine del lungo giorno di festa; le carte stracciate giacevano come coriandoli sul tappeto, fiocchi e nastri erano sparsi ovunque, i giochi disordinatamente deposti  in un caos apparentemente senza senso. E la bimba, seduta su una seggiola, reggeva in grembo, con manine distratte, la bella bambola tutta ricci e trine, che le aveva portato Babbo Natale. I parenti erano tornati alle loro case, i fratelli ai loro giochi, la mamma e il papà a riordinare.

Dopo il rituale serale del bacio e delle coperte rincalzate la piccola era nel suo lettino, gli occhi chiusi, la bambola a fianco e la mente già quasi persa nel sonno. D’un tratto la piccola si sentì leggera come una piuma, trascinata, da una forza invisibile, lontano nello spazio e nel tempo, in un futuro che doveva ancora essere vissuto, su un palco scintillante di luci, con uno splendido costume di tulle, a volteggiare, piroettare, saltare, danzare sulle punte delle sue meravigliose e tanto attese scarpette da ballo. In lontananza sentiva la musica che la trascinava con il suo ritmo incalzante, mentre gli spettatori, che seguivano attenti i suoi passi, erano pronti a prorompere in scroscianti e quasi liberatori applausi, Lei si inchinava leggiadra a ringraziare ed a cogliere i fiori lanciati sul palco. Tutto era vero, anzi era più reale della realtà. Di colpo la bimba comprese che la sua letterina era stata letta da Babbo Natale e che il suo desiderio sarebbe stato esaudito, non ora, non adesso, ma in futuro, nel giusto luogo e nel giusto tempo. Il suo visino si illuminò nel più bello dei sorrisi e con un lungo sospiro si addormentò felice. 

Questa storia è un po’ sdolcinata? Forse e tuttavia, anche se “romanzata” per ragioni di narrazione, è almeno nel contenuto reale. Tanto tempo fa, si svolse quasi così  il Natale di una bimba che sognava le scarpette da danzatrice. Il destino aveva riservato per lei un’altra vita, meno artistica e più concreta. Ma almeno una volta il sogno si avverò: lei ebbe le sue scarpette di raso bianco, danzò veramente con il “tutù” di tulle e paillettes nel grande teatro, volteggiò leggera sul palco, ricevette realmente il caldo applauso del pubblico e un bell’articolo sul quotidiano, anche se poi dovette tenere le sue scarpette solo come ricordo di un attimo unico ed esaltante della sua giovane vita. 

Non credete al mio racconto?  Beh, allora provate anche voi a scrivere una bella letterina, priva di errori, a Babbo Natale e chissà che non vi capiti di realizzare un vostro sogno segreto che tenete nel cassetto da quando eravate piccini.

BUON NATALE

PIERA

 

 

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Piazza Scala News - Natale 2010