Natale 2010
Anno di guerra. Festività offesa dai contrasti che ci legano
nella realtà dei fatti che accadono, del tempo che ci è
toccato in sorte. Da troppi anni si sente affermare che è la
festa dei bambini, come se anche gli adulti, genitori o
meno, non sentissero il desiderio di sorridere. Per me è un
anno di guerra perché non vedo e non sento pace intorno a
me. Il nostro quotidiano è diviso, a seconda delle
sensibilità o degli egoismi personali.
Storicamente, si sa che il 25 dicembre è una data
convenzionale. La data di nascita di Gesù non è riportata
nei Vangeli.
Lungo sarebbe scrivere qui perché è stato scelto questo
giorno e chiunque può documentarsi sfogliando qualche libro
o servendosi del sito internet di Wikipedia, dal quale
traggo una sola frase del filosofo Clemente Alessandrino
(150-215 d.c.):” Non si contentano di sapere in che anno
è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a
cercarne anche il giorno”.
Io vorrei che
la curiosità fosse ancora il patrimonio dell’uomo. Accendi
la televisione, sfogli un giornale, inquadri una pagina
qualsiasi di un motore di ricerca ed accanto alle foto della
cronaca più cruda, sei attirato dalle foto di belle ragazze,
dai problemi che colpiscono i protagonisti del Grande
Fratello, dalle pubblicità, da filmati il cui contenuto
rasenta la follia, da quel che combinano i personaggi più
gettonati del gossip. Accanto, in piccolo, ecco le
indicazioni sugli indici di borsa. Le parole più ricercate
dagli utenti? Milan, Inter, Cassano, Belen, Meteo,
conditizionate da una domanda inquietante:”Quante Emotion
hai? Scaricane di nuove!”. Poi ecco apparire le foto
natalizie. Quelle sui mercatini dell’Alto Adige. Tra poco
saremo bombardati dalla pubblicità, mentre da tempo alcuni
si sono accorti che il mese si è allungato di una settimana.
Quanti sono coloro i quali acquistano generi alimentari a
prestito, in attesa che giunga la pensione ed a dicembre, la
tredicesima? Molti. E quel denaro in più coprirà in larga
parte i debiti contratti e quelle spese che a gennaio si
ripresenteranno sotto forma di bollette, canoni, imposte,
balzelli, aumenti, affitti, rate, spese condominiali.
E’ una guerra
per la sopravvivenza questo natale 2010, più di quello
trascorso. Speriamo sia l’ultimo. Ma non regna l’ottimismo.
Una sopravvivenza anche per i valori che dovrebbero essere
patrimonio di ogni uomo, per tutto l’anno, ma che a Natale
vengono ricordati, specie da chi chiede solidarietà. Non
sempre garantendo che vada a buon fine. In automobile si
notano visi seri; pochi hanno voglia di parlare e in quasi
tutte le città quando la fila procede a rilento, non sono
rari i gesti di stizza e di intolleranza.
Già:
l’intolleranza. Non si vive di luoghi comuni: nei
supermercati anche le persone anziane spingono e si
lamentano; qualche ragazzo lascia il posto sull’autobus, ma
non viene ringraziato. E’ vero che sarebbe un gesto
naturale, ma anche i piccoli gesti hanno bisogno di essere
accolti con un sorriso.
Io amo
viaggiare. Posso assicurare che la realtà non è così triste
ovunque. Intendiamoci, non è vero che esistano dei paradisi
in Germania, o in Giappone, nella vecchia Europa, o in
Africa. Il Natale può anche non significare nulla più di una
visita al tempio, o essere il momento per celebrare il rito
e ricordare i propri cari defunti, come lanciare un
appello alle loro anime perché condividano la vita dei
sopravvissuti. Ma è anche il giorno in cui si rispettano le
età dei congiunti.
Nel Paese del
sol levante dove ancora contano le tradizioni, dove esiste
la sicurezza personale, la pulizia, l’ordine, il rispetto
reciproco, la gentilezza, il 25 dicembre non è un giorno di
vacanza, ma si festeggia lo stesso anche se l’attesa è
rivolta al 31 ed al Capodanno. La vigilia è vissuta come la
giornata degli innamorati. Anche in Giappone il Natale è
come in tutto il mondo occidentale un’occasione commerciale,
ma i regali, le luci, le feste sono riservate al Capodanno
che è anche la giornata in cui accade il fenomeno della
corsa ai grandi magazzini, anche i più prestigiosi, dove la
folla si accapiglia per acquistare un pacco, del tutto
simile l’uno all’altro, che nasconde una sorpresa. Tutti i
pacchi hanno lo stesso prezzo: sovente irrisorio. Non si può
scegliere. All’interno però puoi trovarci una maglia di
cashmere ed altri prodotti normalmente costosi.
Ciò non può
farci dimenticare quei contrasti di cui scrivevo in
precedenza: i poveri ci sono ovunque, anche quelli di
spirito, ma c’è chi è più povero degli altri. A Natale si
muore in Iraq, o in Iran, come in qualche Stato dell'Africa:
si uccide, ma si lavora anche per continuare a sperare. Il
Natale 2010 non deve far dimenticare con le sue luci ed i
suoi alberelli, quante donne sono state stuprate,
massacrate, sovente nel nome dello stesso Dio; nè bastano i
buoni propositi.
A me non piace
questo clima, ma chi può lo trascorra in famiglia,
portandosi nel cuore, in quel cantuccio segreto ai più, i
ricordi più belli della sua vita. Servono per il presente,
ma danno forza per il futuro. Voglio pensare che alcuni
degli anni più belli della mia esistenza siano trascorsi, ma
che anni altrettanto intensi, ancora devono arrivare.
Nel 1995 una
persona che amo ancora oggi, scriveva come regalo di Natale
alcune righe, rese poi pubbliche in una circostanza
particolare solo un mese dopo. Parole che condivido con
tutti coloro che hanno ancora voglia di vivere, con le
persone che posseggono umanità:
vorrei che il
tempo non fosse sprecato;
vorrei che i
rapporti tra noi fossero più sinceri, più proficui, più
veri;
vorrei che ci
fosse meno egoismo, più gratuità, più solidarietà;
vorrei non
farmi prendere dalle mie paure ed essere sempre disponibile
con ognuno di voi;
vorrei
incanalare la mia rabbia in energie positive che servono a
costruire qualcosa;
vorrei
pensare e sentire che comunque e sempre vale la pena di
vivere;
vorrei passare
ancora tanto tempo con tutti voi.
Tanti auguri e
buon Natale 2010.
Maurizio Dania |