IL
PRESEPE
Si avvicina il Natale e qualcuno,
forse, si prepara a fare il presepe in casa. E’ ancora così? O
si preferisce il più comodo albero di Natale, in vendita in
tutti i supermercati? Anche se quest’ultimo sembra aver preso
ormai il sopravvento, vale certo la pena di soffermarci a
parlare del presepe, richiamandone l’importanza, oltre che come
simbolo della cristianità, come elemento di grande forza
evocativa che appartiene, a pieno diritto, alla tradizione
culturale e artistica, soprattutto
italiana
Le prime fonti del presepe sono i
versetti dei Vangeli di Matteo e Luca che descrivono la nascita
di Gesù, a Betlemme. Già il toponimo ebraico di questa cittadina
(Beth-Lehem “casa del pane”) sembra conferire un senso profetico
al luogo della nascita di Colui che porterà nel mondo il ”pane
degli uomini”.
Negli scritti degli evangelisti
viene già tratteggiata, nelle sue principali componenti, la
scena della Natività che, in seguito, nel medioevo, verrà
chiamata presepe, dal latino “praesepium” (recinto, mangiatoia).
E quella scena, composta di realtà e, al tempo stesso, di
mistero, colpì profondamente i primi cristiani, creando il
desiderio di una qualche forma di rappresentazione e di culto.
Fu San Gerolamo che, verso la fine
del ‘300, descrivendo con ricchezza di particolari il luogo in
Betlemme e la grotta della Natività “..qui in questa piccola
grotta naturale è nato il Creatore dei cieli…”, diede forma alla
scena della Natività, modello di culto per i fedeli e
d’ispirazione per grandi artisti come Giotto (vedi foto a
sinistra), Pier della Francesca, Rembrandt, Correggio, Murillo,
Rubens e tanti altri.
Ma il presepio vero e proprio deve
la sua origine, secondo la tradizione, a San Francesco che,
nella notte di Natale del 1223, a Greccio, volle far rivivere in
uno scenario naturale la nascita di Betlemme. Il presepe si
diffuse ben presto in tutta Italia, realizzato in varie forme e
con svariati materiali, ma fu nel Regno di Napoli, tra il Sei e
il Settecento, che esso assunse strutture sempre più ricche e
complesse, creando un vero genere artistico, in linea col gusto
barocco (vedi foto sotto). Gli artisti partenopei diedero al
presepe un’impronta naturalistica, inserendo nel paesaggio
elementi della vita reale, con i vari personaggi raffigurati
nelle occupazioni quotidiane o negli svaghi, realizzati con
manichini di legno e con arti in fil di ferro per aggiungere il
senso del movimento. Altrettanto preziosi furono gli abiti,
finemente ricamati, dei Re Magi o dei nobili figuranti.
Al realismo scenico partenopeo si
ispirarono anche gli artisti liguri e quelli siciliani, con
alcune varianti, come l’uso della cera per modellare le figure
in alcune zone della Sicilia o quello delle terrecotte dipinte a
freddo di Savona e dintorni.
Committenti
di queste composizioni furono le chiese o le famiglie della
nobiltà e della ricca borghesia che contribuirono ad arricchire
sempre più il numero dei personaggi e la varietà e la ricchezza
delle decorazioni. Fu nell’ottocento che il presepe entrò anche
nelle case della gente comune, in forme certo più semplici, con
figurine di piccole dimensioni fatte di gesso, terracotta, carta
pesta o altro, magari costruite in proprio.
Così è stato, più o meno, fino a
trenta-quarant’anni fa, quando, per la gran parte delle
famiglie, la preparazione del presepe costituiva un evento
irrinunciabile e un momento di gioia, soprattutto per i bambini
e senza il quale il Natale non avrebbe avuto senso. Si correva
alla ricerca della statuetta mancante o da sostituire, di una
lucina diversa o di qualche nuovo elemento; si dava fondo,
insomma, a tutta la creatività possibile perché il presepe fosse
sempre più bello e, alla fine, lo si mostrava con orgoglio ad
amici e parenti.
E oggi qual è l’attualità del
presepe? Certo la sua diffusione in ambito privato è in forte
declino, per varie ragioni, che non è il caso qui di indagare.
Rimane tuttavia un forte interesse per il recupero, anche
culturale, di questa tradizione religiosa, tipicamente italiana,
grazie all’impegno di Associazioni che operano a favore del
presepe, organizzando eventi, mostre, presepi viventi che, a
partire da quello di San Francesco a Greccio, vengono proposti
in numerose località, ma grazie anche all’attività degli
artigiani, in particolare napoletani e siciliani, eredi di una
scuola gloriosa, che mantengono viva la presenza e la passione
per il presepe.
A noi milanesi resta solo il
piacere di ammirarne di bellissimi nelle varie Basiliche e
chiese della città e nell’abituale mostra allestita in Piazza
Duomo.
Giorgio
Cozzi (dal cessato sito Anpecomit Milano) |