DALLA NOSTRA POSIZIONE DI PRIVILEGIO - DICIAMOCELO SENZA IMPUDICHE RETICENZE, ANCHE SE MEMORI DEI FORTI SACRIFICI SPESI PER RAGGIUNGERE DETTA POSIZIONE - (NON DIMENTICHIAMO PERO’ CHE ANCHE TANTI ALTRI AVREBBERO SOPPORTATO DETTI SACRIFICI OVE SI FOSSERO TROVATI NELLE CIRCOSTANZE CHE HANNO FAVORITO IL NOSTRO SERIO AVVIO PROFESSIONALE) AUGURIAMO A TUTTI COLORO CHE NON SONO NELLA NOSTRA ATTUALE CONDIZIONE, IN PRIMIS A COLORO CHE NON STANNO BENE IN SALUTE, UN NATALE CHE SIA PORTATORE DI UN MINIMO DI BENESSERE, ALL’INSEGNA DELLA CONCORDIA SOCIALE, OGGI SEMPRE PIU’ TRABALLANTE, E SOPRATTUTTO PERCHE’ SIA FORIERO DI QUELLA ONESTA’ INTELLETTUALE DI CUI L’ITALIA POLITICA, OGGI PIU CHE MAI, E’ IN FORTE DEFICIT….


Quando ero bambino, e sarà successo a tutti coloro della mia…veneranda età, l’attesa del S. Natale era sentita come un evento straordinario che sembrava caratterizzare un appuntamento annuale all’insegna della bontà, del rispetto fra uomini, tanto da indulgere anche nei confronti di chi ci aveva magari usato qualche screzio. Insomma, era un serio evento che, in qualche modo, sapeva alimentare e mettere alla prova le nostre interiori risorse per andare oltre le miserie umane. Sarà che allora risentivamo ancora della barbarie della guerra da poco terminata per cui tutto appariva meglio di prima, o sarà anche che il catechismo che allora frequentavamo ci veniva insegnato con vero spirito cristiano tanto da essere recepito ed iniettato con una certa pregnanza in contrasto all’attuale discussa cultura del modernismo che ci porta invece verso l’indifferenza, l’interesse materiale, la cultura dell’immagine, il populismo mediatico, lo spettacolo e quant’altro facendo sfumare quei sentimenti valoriali che sapevano unire tutti, non soltanto nelle piazze e nelle strade ma anche in quelle tavole non propriamente ricche di cibo in quanto, a fatica, un po’ per volta, i nostri genitori stavano allora gradualmente prodigandosi per costruire un futuro migliore dopo i danni ancora visibili causati dalla guerra, fatto sta che oggi siamo piombati in una sorta di apatia, anche dei sentimenti.

Oggi, infatti, non si può certo dire che il Santo Natale abbia conservato lo spirito di allora, ma, al contrario, questa festa ultimamente sembra essere diventata un’occasione come tutte le altre per staccarsi dal giorno feriale, talvolta anche sopportata con frasi del genere: “non vedo l’ora che finiscano le feste natalizie perché mi fanno tristezza, o peggio, più non le sento”.

Una constatazione questa, da parte di tanta gente, che avrà senz’altro una sua precisa motivazione, forse alimentata non soltanto dalla realtà del modernismo sopra citato, ma anche dal fatto che esiste ormai da anni una conflittualità sociale latente, talvolta anche consolidata, fra tanta gente che oggi sta letteralmente morendo di fame e che - diciamocelo guardandoci bene in faccia - non rispecchia certo il nostro target di funzionari o non di banca che, grazie anche a Mamma Comit non disgiuntamente dal nostro serio e attivo lavoro in seno ad essa, ci permette di vivere ancora bene, senza renderci conto abbastanza di quanto sta succedendo appunto attorno a noi. Perché anche di questo è bene parlare in questo periodo che si richiama alla bontà, senza peraltro che ci sia la voglia di manifestare un pensiero anche verso gli altri. Sviluppiamo e riflettiamo a fondo su questo pensiero: “ Se io sono diventato così, è perché c’è stato l’altro…”, è scritto in un’enciclica papale sul lavoro.

Non voglio dare colpe alla politica perché siamo a Natale ed anche perché mi sono ripromesso di andare oltre alle miserie umane con cui ho iniziato questa riflessione, ma credo che tutti noi che ci troviamo senz’altro in una migliore condizione rispetto a tanta gente, dovremmo riflettere ed insieme dare una mano a questa povera Italia che non sa più risollevarsi proprio perché ha perso il senso del Santo Natale che, per i credenti, ma anche per coloro che non credono, significa coerenza all’insegnamento della parola di Dio, o se volete (per gli scettici) verso un’entità astratta che si richiama al bene assoluto. Si eviti, specie in questa occasione, di mettere in piazza i soliti, retorici e facili sentimentalismi di circostanza e si bandiscano quelle coreografie che snaturano in toto il vero significato della Natività. Facciamo in modo, almeno per questo periodo, di dimenticare tutti i falsi insegnamenti del “modernismo” che, con supina ignoranza, vengono istillati nei cuori degli uomini, piccoli e grandi. E mi fermo qui perché altrimenti non rispetterei la promessa fatta nelle righe precedenti, volta a non toccare il tasto della politica.

Per una volta, si ritorni invece alla dialettica cristiana, tutta da scoprire anche per molti di noi che ci riteniamo abbastanza acculturati, e ricordiamoci che la ricorrenza del Natale non deve essere solo un'occasione per gingillarsi, come fa la bambina con le sue bambole, e neppure per ridimensionare la figura del bambino nato nella grotta di Nazareth riducendolo ad un neonato inerme che si lascia trastullare come fosse un balocco, ma un momento di aggregazione sociale attorno ad un unico riferimento offerto dalla nostra Famiglia che, messa insieme idealmente a tutte le altre, in un clima di rinnovato amore, come viene raffigurato da questo straordinario evento del Natale, schiuda un nuovo orizzonte di cui c’è immenso bisogno.

Questa festa, lo voglio dire da cristiano che frequenta la Chiesa più per…suonare l’Organo che per vera convinzione, pure io maledettamente schiavo del modernismo, non deve dare motivo per imitare il mondo paganeggiante nelle sue deviazioni e sovrastrutture, come stiamo facendo ogni anno, puntualmente, solo a vantaggio delle attività…commerciali, ma deve farci riflettere sulla necessità di dare un giusto e corretto assetto al modo con cui ci rapportiamo al nostro prossimo dal quale stiamo invece sempre più allontanandoci. Se non si fa questa riflessione sarebbe come se fossimo nati tutti morti. E questa esigenza, andando avanti con gli anni, in vista del traguardo finale contemplato dal disegno divino, diverrà un’esigenza imprescindibile per affrontare il rovescio della medaglia che oggi ha nel “dritto” la raffigurazione della Natività, in attesa (speriamo più… lontana possibile) del rovescio della stessa.

In un’omelia natalizia, ho sentito queste parole: “Non fermiamoci, amici, alla mangiatoia, ma percorriamo con la nostra mente tutta la vita del Creatore. Contempliamolo nell' atto supremo del suo sacrificio sulla croce; ricordiamo la tomba vuota, quando Egli risuscitò trionfante vincitore sulla morte, ed ora adoriamolo assiso alla destra del Padre mentre intercede per noi”.

Da laico, non sono solito argomentare in questi termini, ma mi viene spontaneo ricordare a me stesso e quindi anche agli altri che questa festività non deve essere una festa di routine, ma un momento di pausa per riflettere sulle problematiche esistenziali che partono dalla simbologia della Natività a quella, meno allettante del rovescio della medaglia, pur sempre e purtroppo di routine anche questo rovescio.

Riflessioni tutte, invero raramente concilianti col nostro ex-mondo bancario, spesso arido in chiave umanista, sempre immerso negli affari, nel denaro, nei contenziosi, nelle contrattazioni di borsa, riflessioni tutte anche dialetticamente poco “invoglianti” per chi, come noi, da una posizione di raggiunto benessere finanziario, forse non vede o fa finta di non vedere, talvolta impotente, coloro che effettivamente soffrono con dignità ed orgoglio, in assoluto silenzio.

E di questi ce ne sono tanti, catapultati in condizioni precarie non sempre per loro colpa; ed infine, facciamo uno sforzo di memoria ritornando umilmente anche al nostro passato professionale che, al di la dei sacrifici personali di ciascuno di noi, con trasferimenti dal sud a nord dell’Italia ed anche nell’ambito dell’intero pianeta in aggiunta alla nostra profusione di impegno professionale intenso ed ad alto livello, potrebbe anche essere stato lambito, sfiorato o addirittura favorito da una fortunosa o fortunata circostanza, in assenza della quale forse non saremmo arrivati dove siamo arrivati.

Buon Natale di cuore a tutti i Colleghi, ai quali auguro, di privilegiare sentimenti di amore verso le loro famiglie, ma anche verso questa nostra società che oggi sta soffrendo davvero, in mancanza di un preciso e necessario riferimento valoriale. Altrimenti, anche la Grotta della Natività di Nazareth potrebbe finire per trasformarsi subito in un sepolcro, senza la successiva scopertura.

Vi prego di gradire i miei sinceri auguri di Natale, ricordando che tutti noi, per molti anni, abbiamo vissuto invece nella… Grotta di Mamma Comit, spesso dorata ma talvolta anche ispida, alla quale, in entrambi i casi, va attribuito il nostro profondo senso di gratitudine per ciò che ci ha dato. Ed anche insegnato.

Di nuovo, BUON NATALE !


Arnaldo De Porti


Natale, 2010

 

 

 

 

 

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Piazza Scala News - Natale 2010