Raffaele Mattioli ed Enrico Cuccia
Non certo per vanagloria, ma per essere inquadrato e considerato in uno
spazio temporale abbastanza in là con gli anni, dico di aver cominciato a
lavorare in Comit quando Raffaele Mattioli ne era il Presidente, mentre
Enrico Cuccia era a capo di Mediobanca.
Personaggi che ho avuto occasione di conoscere entrambi, il primo durante
un’ ascensione in…ascensore di Via Manzoni, l’altro dopo averlo scambiato
per un povero pensionato che sembrava tirare la cosiddetta carretta,
seriosamente curvo al punto da pensare che fosse acciaccato…ma poi,
scusandomi del fatale qui pro quo, sono stato colto da un grande stupore
quando mi hanno detto chi era.
Ricordo che fu una salita, quella in ascensore con Raffaele Mattioli,
piuttosto lunga, in quanto il tempo non passava mai per una comprensibile
emozione, ma anche perché ero fuori posto tanto da essere stato invitato
qualche minuto prima dai commessi di togliermi di mezzo, invito peraltro
subito…revocato dal Presidente che mi fece salire con lui. Insomma, a 20
anni circa, mi sembrava già di aver fatto…carriera salendo in ascensore con
Mattioli, facendo sfigurare i commessi….che magari avranno pensato che fossi
un suo pupillo..
Quelli della mia età ricorderanno la prassi che seguivano i commessi quando
arrivava Raffaele Mattioli, al quale toglievano il cappotto, il cappello,
tenendo “occupato” detto ascensore in attesa dell’arrivo del Presidente..
cosa che ho già raccontato, con una certa dovizia di particolari, su Piazza
Scala, nel maggio del 2011
Perché questo preambolo ? Semplicemente per dire che i tempi sono
spaventosamente cambiati. Non dico se in meglio o in peggio, ma certamente
da allora ad oggi, pare che la banca abbia subito una tale metamorfosi da
mettere in difficoltà gli stessi direttori di allora, i quali, e lo sento
dire spesso in giro, non sono più in grado di fare autonomamente nemmeno un
semplice bonifico od un assegno circolare, posto che si facciano ancora…
Forse sto un po’ esagerando, ma non siamo lontani da questo.
Oggi infatti è tutto automatizzato: la risposta ad un eventuale quesito non
ti è data dal funzionario addetto ai lavori, ma dalla macchina, la quale
decide l’ammontare dei costi, delle commissioni, delle valute senza che il
direttore possa interferire: insomma, il rapporto, più che interpersonale
diventa presettato Ricordo che allora, in autonomia, oppure sentendo la
Direzione Centrale, era possibile decidere qualcosa nell’interesse del
cliente, oggi non più, almeno secondo quanto mi è dato di sapere.
Ma c’è anche un altro aspetto da registrare. La banca oggi ha cambiato anche
il suo look-interno, tant’è che, quando si entra, si ha la sensazione di
entrare in un supermarket, ove, sempre meno impiegati, ricevono il cliente
munito di bollino con tanto di numero. Insomma quell’ambiente dal sapore
quasi sacrale di una volta si è trasformato in una specie di call center o,
per essere più realisti, in una sorta di supermercato, ove si vende di
tutto...
I primi accenni di questa trasformazione risalgono ai tempi immediatamente
precedenti all’anno del mio pensionamento, anni 80-90, periodo durante il
quale ho cominciato veramente a soffrire perché, a mio avviso, non si faceva
più banca. Da allora si è cominciato a vendere prodotti di ogni genere,
tranne che…denaro, in continuazione assillati dal budget che ci obbligava a
vendere questo prodotto o quest’altro, anche se non eravamo affatto convinti
di quanto stessimo offrendo al cliente. Ma il budget lo imponeva, anche a
fini di…carriera.
Ora, ovviamente, non ho più questi problemi, ma sono assolutamente convinto
che, se non fosse per l’età più giovane di una volta, non mi piacerebbe
certo riprendere questo tipo di lavoro, diventato di una freddezza assoluta
nelle sue varie articolazioni, ma anche perché, il più delle volte, ti senti
un assistente delle varie macchine, e non già quel funzionario di allora che
sapeva, in qualche modo, dare un certo calore al rapporto di lavoro, realtà
che aveva anche un effetto moltiplicatore nell’ambito degli affari. Oggi, il
calore della pregressa professione, lo avverto solo attraverso i tanti amici
di Piazza Scala, i quali, chi più chi meno, sanno ancora esprimere
genuinamente i sentimenti di allora.
Sarà meglio, sarà peggio rispetto al passato ? Non saprei rispondere, salvo
dire che, di certo, la banca non è più banca.
ARNALDO DE PORTI - Feltre
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Piazza Scala News - marzo 2013