Storia della pittura attraverso i francobolli - di Fernando Mazzotta   

 

 

Come tutti i nostri lettori sanno, il collega Fernando Mazzotta è un filatelico di spicco. Utilizzando il materiale in suo possesso è in grado di presentare eccezionali monografie (ricorderete sicuramente la rassegna Millennium  pubblicata a puntate sulle News).
Fernando sta ora portando a termine la "Storia della pittura attraverso i francobolli" inserita nel suo sito www.fermaz.it:  nei giorni scorsi ha caratterizzato un gigante dell'impressionismo, Oscar Claude Monet. Per darvi un assaggio di quanto troverete nel sito di Fernando vi presentiamo il Tintoretto (Venezia 1518 - 1594) raccontato dai Francobolli di Fernando.
Buona lettura.
Piazza Scala News - maggio 2012

 

Il Rinascimento in Italia
Il Cinquecento e il Manierismo
Tintoretto (Venezia 1518 - 1594)

 

Autoritratti

 

Pseudonimo di Jacopo Robusti, pittore manierista italiano, uno dei principali artisti del secondo Cinquecento. La sua opera ispirò lo sviluppo dell’arte barocca. Era soprannominato Tintoretto in allusione alla professione del padre, tintore di panni di seta. Studiò per un breve periodo con Tiziano, che presto però lo allontanò dalla sua bottega poiché tra i due artisti si era creata un’ostilità tale che durò per tutta la vita. A differenza di Tiziano, Tintoretto visse e lavorò esclusivamente a Venezia. Le opere della sua straordinaria produzione furono commissionate quasi esclusivamente da confraternite religiose, dalla Repubblica di Venezia e dai suoi notabili. Dopo un decennio (1538 - 1548) di studi dei dipinti manieristi fiorentini e dell’opera di Michelangelo, la scultura e i bassorilievi di Jacopo Sansovino e la tecnica sull’uso del colore del pittore dalmata Andrea Schiavone, Tintoretto manifesta la sua piena maturità artistica con il Miracolo di San Marco (1548, Accademia di Venezia), dipinto per la Scuola Grande intitolata al santo: gli scorci audaci, la costruzione illusionistica dello spazio e la luce irreale concorrono a creare un forte effetto teatrale.
Negli anni seguenti lo stile del Tintoretto aumentò d’espressività e intensità imponendosi all’attenzione di un vasto pubblico. Le numerose commissioni resero necessario il ricorso ad assistenti, tra i quali spiccano i figli Marietta e Domenico, la cui mano spesso si distingue a fatica da quella del maestro. Nelle opere della maturità si nota la predilezione per i forti contrasti di luce e i gruppi notevolmente coreografici. L’intervento del sovrannaturale nelle vicende umane é il soggetto delle tre tele dedicate alla vita di San Marco dipinte tra il 1562 e il 1566 per l’omonima Scuola Grande.

 

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Il miracolo dello schiavo


San Marco salva un saraceno

Sogno di San Marco

 

 

Nel 1564 venne chiesto a Tintoretto di decorare la Scuola. Tutte le opere sono sue o dei suoi allievi. Di particolare pregio la Sala dell'Albergo. Il meraviglioso ciclo di grandi tele realizzato nelle tre Sale tra il 1564 e il 1588 per la sua unitarietà rappresenta per Venezia quello che per Roma è la Cappella Sistina.
Le principali opere sono:
Sala Terrena: L’Annunciazione, L’Adorazione dei Magi, La Fuga in Egitto, La Strage degli Innocenti, La Presentazione al Tempio, L’Assunzione di Maria. Vicino alle finestre in fondo alla sala, le due Sante: Santa Maria Egiziaca e Santa Maddalena.
Sala Superiore: Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia; Il miracolo del serpente di bronzo; La caduta della manna, Il Battesimo, La probatica piscina, La Resurrezione e L'Ascensione, L'ultima cena, Moltiplicazione dei pani e dei pesci. Nel soffitto il racconto veterotestamentario di Giuseppe Angeli si svolge in 21 riquadri con Adamo ed Eva, Mosè salvato dalle acque, I tre fanciulli nella fornace, L'Eterno appare a Mosè, Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia, La colonna di fuoco, Sansone trae acqua dalla mascella di un asino, Giona esce dal ventre della balena, Samuel e Saul, La visione di Ezechiele, Il miracolo del serpente di bronzo; La scala di Giacobbe, La visione di Geremia, Il sacrificio di Isacco, Elia sul carro di fuoco, Eliseo moltiplica i pani, La caduta della manna, Elia nutrito dall'angelo, Abramo e Melchisedech, La Pasqua degli Ebre, Daniele salvato dall’angelo.
Sala dell'Albergo: San Giovanni Evangelista, San Marco, San Teodoro, Della Carità e della Misericordia Cristo davanti a Pilato, Ecce homo, La salita al Calvario, La crocifissione.
I temi biblici sono esplorati anche nell’Ultima Cena (1594, San Giorgio Maggiore, Venezia). ll ciclo di San Rocco rappresenta la più grande impresa pittorica del Tintoretto e una delle meraviglie della pittura rinascimentale. Quasi altrettanto ricca è la serie di dipinti realizzati per Palazzo Ducale, culminate nell'immensa tela del Paradiso (1588 - 1590), dove tuttavia la felice ispirazione del maestro cede il passo agli interventi degli allievi.

 

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Sala del Collegio


Sala del Senato

Sala del Consiglio Maggiore

 

 

Diverse tele sono state distrutte dagli incendi avvenuti nel Palazzo Ducale nel 1574 e 1577. Successivamente, Tintoretto ricevette l’incarico di realizzare nuovi dipinti di allegorie, immagini votive ed eventi storici, ma delegò alla sua bottega molti di questi dipinti. Tuttavia, i quattro dipinti allegorici: Le Tre Grazie e Mercurio, Minerva manda via Marte da Pace e Prosperità, Arianna con Venere e Bacco, La fucina di Vulcano sono da attribuire con certezza a Tintoretto. La sua opera influenzò i pionieri dello stile barocco quali il pittore fiammingo Rubens e i bolognesi Carracci.

 

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Francobolli di tutto il mondo  e i dipinti del Tintoretto che li hanno ispirati



Fernando Mazzotta

 

 

Il passaggio tra il XV ed il XVI secolo con la scoperta dell'America avvenuta nel 1492 segna l'esperienza storica finalmente definibile "moderna". Gli avvenimenti portano tracce di una forte divaricazione: da un lato eventi politici tumultuosi che determinano la fine delle autonomie italiane, le corti di Milano, Napoli e Firenze che vacillano incalzate dalle pretese imperiali francesi prima e asburgiche poi, l'insorgere della Riforma protestante e l'apertura a nuovi mondi; dall'altro una straordinaria floridezza culturale, forte di ingegni e di mezzi quali difficilmente si possono riscontrare in un così circoscritto numero di anni.

In quest'ambiente, Roma offrì ospitalità alla diaspora d'artisti seguita alla caduta dei principali centri della penisola e con l'ascesa al soglio pontificio di Giulio II e Leone X divenne il più importante centro dell'arte e dell'architettura rinascimentali.

In questi anni l'artista più attivo è il Bramante autore di un progetto per la nuova Basilica di San Pietro. Questi fa giungere a Roma il concittadino Raffaello, allievo di Perugino e collaboratore di Pinturicchio. Nato ad Urbino, Raffaello giunse a Roma nel 1508 lo stesso anno in cui Michelangelo - di personalità diversa tutt'altro che olimpica - iniziava gli affreschi della Cappella Sistina.

Architetto e pittore, Raffaello fu incaricato di realizzare le decorazioni delle stanze di Giulio II, nei Palazzi Vaticani. Conosciuti in tutto il mondo sono i suoi affreschi per la Stanza della Segnatura, La Disputa del Sacramento, ricca di riferimenti teologici sul sacramento dell'Eucarestia e La Scuola di Atene, caratterizzata da una calibratissima composizione che si sviluppa attorno alle due figure di Platone ed Aristotele.

Lontano dalla Capitale continuava, intanto, la grande tradizione della pittura veneta. Dalla lezione di Giorgione, maestro del colore dal tratto gentile e delicato, prese avvio l'arte di Tiziano. La pennellata fluida, l'armonia della composizione e la classica serenità delle figure (ad esempio in L'Amore sacro e l'Amor profano del 1515 ca. - Galleria Borghese a Roma) sono i segni distintivi della sua pittura. Tiziano eseguì anche molti ritratti che divennero presto modelli indiscussi del genere per tutto il secolo e per buona parte del successivo. 

La tradizione veneziana proseguì poi per tutto il Cinquecento con altri grandi artisti come Lorenzo Lotto, Veronese e Tintoretto. A Parma fiorì il genio di Correggio, il cui nome è legato agli splendidi cicli d'affreschi della cosiddetta Camera della Badessa (1519 - Refettorio del Convento di San Paolo). Pittore capace di grande efficacia espressiva, rivelò un'approfondita conoscenza della pittura romana che rielaborò in uno stile molto originale. La ricchezza di temi e soggetti delle sue opere, generalmente attinti alla mitologia classica, i mossi giochi di luce, gli scorci prospettici impostati su sorprendenti punti di fuga, preludono al rifiuto dell'equilibrio dei canoni della classicità e aprono la strada ai linguaggi più lirici e decorativi tipici del manierismo.

Un viaggiatore europeo che fosse sceso in Italia verso il 1520 per ammirare la vittoria sugli antichi conseguita da Raffaello e Michelangelo, avrebbe provato sconcerto vedendo, prima di arrivare a Roma, l'ardito sperimentalismo del primo Correggio a Parma e degli esordi fiorentini di Pontorno e di Rosso Fiorentino.

Nel 1520 Raffaello muore e sette anni dopo Roma è saccheggiata: è un decennio dalle tinte catastrofiche e il primo effetto storico artistico è quello della dispersione degli artisti, soprattutto quelli cresciuti alla scuola di Raffaello. La maniera moderna, dunque si diffonde, ma nello stesso tempo è interpretata e per certi aspetti contraddetta. E' il percorso del manierismo sulla cui identificazione e cronologia è da sempre aperto uno dei più accesi dibattiti storico-critici. Occorre specificare, però, che il manierismo non si sviluppò come reazione e rifiuto totale ai canoni del Rinascimento, piuttosto fiorì dal suo interno, esasperando alcuni elementi già presenti nell'opera di maestri come Raffaello e Michelangelo. Il Giudizio Universale presenta, ad esempio, elementi e stilemi figurativi addirittura più estremi di quelli di molti manieristi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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