Piazza Scala News giugno 2012

 

 

Il gioco degli scacchi visto attraverso l’arte e la filatelia
Fernando Mazzotta


E' difficile riassumere in breve spazio la storia e l'evoluzione del “Nobil Giuoco” così come viene definito il gioco plurimillenario degli scacchi sulla cui origine non vi è certezza e le prime notizie risalgono a oltre 2000 anni addietro dalla Cina dove il gioco si chiamava Siang-Ki e dall’India dove era chiamato Chaturanga. Nei secoli successivi il gioco venne appreso dai Persiani e poi dagli Arabi che lo introdussero in Occidente intorno all’anno 1000, anche se alcuni ritrovamenti archeologici fanno pensare a precedenti contatti con il mondo dell’antica Roma. Durante il Medioevo il gioco si diffuse in tutte le corti e nei più famosi castelli, divenendo in breve tempo da gioco dei re a re dei giochi. Nel Cinquecento e nel Seicento divenne popolare anche attraverso il comparire dei primi forti giocatori che si organizzavano in veri e propri tornei, fino agli inizi del Novecento quando il gioco conosce un’enorme diffusione soprattutto nei Paesi dell’Est e dell’Unione Sovietica.
L’arte è sempre stata attratta dalla cruenta battaglia che si svolge sulle 64 caselle della scacchiera: esistono testimonianze antiche come mosaici pavimentali, affreschi (soffitto della cappella Palatina a Palermo realizzato nel 1143) e codici miniati.
Esistono poi una serie di dipinti eseguiti da artisti anche assai famosi che illustrano il gioco degli scacchi: sono tele quasi sempre contrassegnate da un errore nella disposizione della scacchiera con il nero e non il bianco alla destra del contendente o con un numero inesatto di caselle come vedremo. Naturalmente, anche la filatelia ha subito la contaminazione “scacchistica” anche se un con un po’ di ritardo rispetto alla nascita del francobollo che risale al 6 maggio del 1840 (il mitico Penny Black) di cui ho avuto già modo di parlarvi in uno dei miei precedenti articoli. Circa un secolo dopo gli Scacchi hanno avuto l’onore di figurare tra le vignette postali.
Alla Bulgaria il merito della prima emissione filatelica riguardante il Gioco degli Scacchi. In occasione del Torneo Internazionale “II Coppa Balcanica”, organizzato dalla Federazione Scacchistica Bulgara a Sofia, dal 2 al 6 novembre 1947, emetteva una serie di 5 francobolli di carattere sportivo, di cui il “9 Leva” raffigurante un cavallo bianco su sfondo marrone chiaro.
Nel vasto campo del collezionismo una parte importante è anche la filatelia che non è il solo piacere di raccogliere e collezionare francobolli, ma anche quello di “personalizzare” la propria raccolta. Una delle tematiche più seguite è il gioco degli scacchi: nell'ultimo decennio numerosi Stati hanno emesso, in occasione di importanti avvenimenti scacchistici (come Olimpiadi, Tornei Internazionali, ecc.), francobolli singoli o serie complete a soggetto scacchistico e uno dei più celebrati è, senza dubbio, il Campione del mondo degli Scacchi, in altre parole, il miglior giocatore. Ma quello che interessa nel nostro specifico è la presentazione solo di alcuni francobolli (per ovvi motivi di spazio) di incisioni, miniature e dipinti famosi che illustrano il gioco degli scacchi e realizzati da artisti celebri nel corso dei secoli.

 

I giocatori di scacchi. Riproduzione di miniatura del XV secolo Le tre età dell’uomo, attribuita a Estienne Porchier. La scena in un salone del Castello di Plessis-les-Tours, residenza di Luigi XI raffigurato nel giocatore a destra.
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William Caxton (1415-1422) che fu il primo a introdurre una macchina per la stampa in Inghilterra nel suo libro Il Gioco degli Scacchi pubblicò una bella incisione.
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Per i dipinti e le incisioni partiamo, dunque, dal più celebre di Girolamo da Cremona, eseguito nel 1475 circa (Metropolitan Museum of Art, NYC), nel quale giovani parrucconi assistono a un incontro fra un gentiluomo e una damigella anche loro con bionde chiome fluenti.
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Nel 1510 Lucas van Leyden esegue una superba tela (Gemäldegalerie di Berlino) nella quale la scacchiera è stata erroneamente delineata con un numero di caselle spropositato, chiara dimostrazione della scarsa attenzione dedicata dai pittori alla realtà ottica della scena rappresentata, mentre i committenti delle opere sono esclusivamente membri della nobiltà o dell’alta borghesia cui preme esclusivamente essere immortalati in pose meditabonde con il loro avversario, spesso un’avvenente fanciulla.

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E’ del 1552 (Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera) un dipinto dai toni severi di Hans Muelich che ritrae Alberto Duca di Baviera che sfida sua moglie Anna d’Austria assistito dai dignitari della sua corte e con l’assistenza dei rispettivi cagnolini.
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Nel 1590, Ludovico Carracci dipinge la splendida tela dei Giocatori di Scacchi (Berlino, Staatliche Museen).
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Jacob van der Heyden (1573-1645) fu un pittore, scultore e incisore fiammingo che ha inciso delle stampe sul Das schach oder könig spiel (Il gioco degli scacchi o del re).
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Un incisore tedesco Karl Loeillot-Hartwig (1798-1850) ci raffigura un Napoleone Bonaparte a Sant’Elena al termine di una partita di scacchi. La vignetta è intitolata Scacco al re.
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Il più grande dei Romantici della pittura francese Eugéne Delacroix in un fantasmagorico gioco di colori ci rappresenta due arabi intenti al gioco in un suggestivo dipinto del 1847 (Galleria Nazionale di Edimburgo).
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Un altro artista francese, Honoré Daumier, egli stesso appassionato giocatori di scacchi, ha immortalato in una tela del 1863 (Musée du Petit Palasi, Parigi) due pensosi scacchisti nel momento cruciale di una partita. Unitamente al pittore norvegese Prahl Hildur Nielsen (Scacco matto in tre mosse, 1885) e al georgiano Bezhan Shvelidze (1929, Time Trouble Chess Play) i dipinti sono riuniti in un unico foglietto emesso dalla Repubblica di Guinea.
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Il pittore inglese Edward Harrison May (1824-1887) ci mostra un pensoso Benjamin Franklin che gioca a scacchi con Lady Howe Checkmating.
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Il pittore tedesco Moritz Daniel Oppenheim (1800-1882) che nel corso della sua vita abbracciò gli ideali della religione ebraica ci ha lasciato uno spaccato di vita familiare Jewish, dove presenzia l’immancabile partita di scacchi, durante la Chanukká o Hannukkah una delle più importanti festività ebraiche.

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Quasi una vignetta umoristica quella dipinta dall’artista anglo-canadese William Cruikshank (1848-1922) esposta alla National Gallery of Canada di Toronto.

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Nel Novecento vi sono artisti importanti che dedicano la loro attenzione alla rappresentazione del gioco degli scacchi da Duchamp a René Magritte sino a Paul Klee figura di spicco dell’astrattismo che giunge a una scomposizione della scacchiera in una sua opera del 1931 conservata nel Kunstmuseum di Zurigo.
Concludiamo questa breve rassegna con un’opera del 1968 del pittore ungherese Victor Vasarely (1906-1997) intitolata Vega-Sakk.


 

 

 

 

 

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