Il gioco degli scacchi visto
attraverso l’arte e la filatelia
Fernando Mazzotta
E' difficile riassumere in breve spazio la storia e
l'evoluzione del “Nobil Giuoco” così come viene definito il
gioco plurimillenario degli scacchi sulla cui origine non vi
è certezza e le prime notizie risalgono a oltre 2000 anni
addietro dalla Cina dove il gioco si chiamava Siang-Ki e
dall’India dove era chiamato Chaturanga. Nei secoli
successivi il gioco venne appreso dai Persiani e poi dagli
Arabi che lo introdussero in Occidente intorno all’anno
1000, anche se alcuni ritrovamenti archeologici fanno
pensare a precedenti contatti con il mondo dell’antica Roma.
Durante il Medioevo il gioco si diffuse in tutte le corti e
nei più famosi castelli, divenendo in breve tempo da gioco
dei re a re dei giochi. Nel Cinquecento e nel Seicento
divenne popolare anche attraverso il comparire dei primi
forti giocatori che si organizzavano in veri e propri
tornei, fino agli inizi del Novecento quando il gioco
conosce un’enorme diffusione soprattutto nei Paesi dell’Est
e dell’Unione Sovietica.
L’arte è sempre stata attratta dalla cruenta battaglia che
si svolge sulle 64 caselle della scacchiera: esistono
testimonianze antiche come mosaici pavimentali, affreschi
(soffitto della cappella Palatina a Palermo realizzato nel
1143) e codici miniati.
Esistono poi una serie di dipinti eseguiti da artisti anche
assai famosi che illustrano il gioco degli scacchi: sono
tele quasi sempre contrassegnate da un errore nella
disposizione della scacchiera con il nero e non il bianco
alla destra del contendente o con un numero inesatto di
caselle come vedremo. Naturalmente, anche la filatelia ha
subito la contaminazione “scacchistica” anche se un con un
po’ di ritardo rispetto alla nascita del francobollo che
risale al 6 maggio del 1840 (il mitico Penny Black) di cui
ho avuto già modo di parlarvi in uno dei miei precedenti
articoli. Circa un secolo dopo gli Scacchi hanno avuto
l’onore di figurare tra le vignette postali.
Alla Bulgaria il merito della prima emissione filatelica
riguardante il Gioco degli Scacchi. In occasione del Torneo
Internazionale “II Coppa Balcanica”, organizzato dalla
Federazione Scacchistica Bulgara a Sofia, dal 2 al 6
novembre 1947, emetteva una serie di 5 francobolli di
carattere sportivo, di cui il “9 Leva” raffigurante un
cavallo bianco su sfondo marrone chiaro.
Nel vasto campo del collezionismo una parte importante è
anche la filatelia che non è il solo piacere di raccogliere
e collezionare francobolli, ma anche quello di
“personalizzare” la propria raccolta. Una delle tematiche
più seguite è il gioco degli scacchi: nell'ultimo decennio
numerosi Stati hanno emesso, in occasione di importanti
avvenimenti scacchistici (come Olimpiadi, Tornei
Internazionali, ecc.), francobolli singoli o serie complete
a soggetto scacchistico e uno dei più celebrati è, senza
dubbio, il Campione del mondo degli Scacchi, in altre
parole, il miglior giocatore. Ma quello che interessa nel
nostro specifico è la presentazione solo di alcuni
francobolli (per ovvi motivi di spazio) di incisioni,
miniature e dipinti famosi che illustrano il gioco degli
scacchi e realizzati da artisti celebri nel corso dei
secoli.
I giocatori di scacchi. Riproduzione di miniatura del XV
secolo Le tre età dell’uomo, attribuita a Estienne Porchier.
La scena in un salone del Castello di Plessis-les-Tours,
residenza di Luigi XI raffigurato nel giocatore a destra.
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William Caxton (1415-1422)
che fu il primo a introdurre una macchina per la stampa in
Inghilterra nel suo libro Il Gioco degli Scacchi pubblicò
una bella incisione.
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Per i dipinti e le incisioni
partiamo, dunque, dal più celebre di Girolamo da Cremona,
eseguito nel 1475 circa (Metropolitan Museum of Art, NYC),
nel quale giovani parrucconi assistono a un incontro fra un
gentiluomo e una damigella anche loro con bionde chiome
fluenti.
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Nel 1510 Lucas van Leyden
esegue una superba tela (Gemäldegalerie di Berlino) nella
quale la scacchiera è stata erroneamente delineata con un
numero di caselle spropositato, chiara dimostrazione della
scarsa attenzione dedicata dai pittori alla realtà ottica
della scena rappresentata, mentre i committenti delle opere
sono esclusivamente membri della nobiltà o dell’alta
borghesia cui preme esclusivamente essere immortalati in
pose meditabonde con il loro avversario, spesso un’avvenente
fanciulla.
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E’ del 1552 (Bayerische
Staatsbibliothek di Monaco di Baviera) un dipinto dai toni
severi di Hans Muelich che ritrae Alberto Duca di Baviera
che sfida sua moglie Anna d’Austria assistito dai dignitari
della sua corte e con l’assistenza dei rispettivi cagnolini.
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Nel 1590, Ludovico Carracci
dipinge la splendida tela dei Giocatori di Scacchi (Berlino,
Staatliche Museen).
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Jacob van der Heyden
(1573-1645) fu un pittore, scultore e incisore fiammingo che
ha inciso delle stampe sul Das schach oder könig spiel (Il
gioco degli scacchi o del re).
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Un incisore tedesco Karl
Loeillot-Hartwig (1798-1850) ci raffigura un Napoleone
Bonaparte a Sant’Elena al termine di una partita di scacchi.
La vignetta è intitolata Scacco al re.
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Il più grande dei Romantici
della pittura francese Eugéne Delacroix in un fantasmagorico
gioco di colori ci rappresenta due arabi intenti al gioco in
un suggestivo dipinto del 1847 (Galleria Nazionale di
Edimburgo).
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Un altro artista francese, Honoré Daumier, egli stesso
appassionato giocatori di scacchi, ha immortalato in una
tela del 1863 (Musée du Petit Palasi, Parigi) due pensosi
scacchisti nel momento cruciale di una partita. Unitamente
al pittore norvegese Prahl Hildur Nielsen (Scacco matto in
tre mosse, 1885) e al georgiano Bezhan Shvelidze (1929, Time
Trouble Chess Play) i dipinti sono riuniti in un unico
foglietto emesso dalla Repubblica di Guinea.
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Il pittore inglese Edward Harrison May (1824-1887) ci mostra
un pensoso Benjamin Franklin che gioca a scacchi con Lady
Howe Checkmating.
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Il pittore tedesco Moritz
Daniel Oppenheim (1800-1882) che nel corso della sua vita
abbracciò gli ideali della religione ebraica ci ha lasciato
uno spaccato di vita familiare Jewish, dove presenzia
l’immancabile partita di scacchi, durante la Chanukká o
Hannukkah una delle più importanti festività ebraiche.
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Quasi una vignetta umoristica quella dipinta dall’artista
anglo-canadese William Cruikshank (1848-1922) esposta alla
National Gallery of Canada di Toronto.
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Nel Novecento vi sono artisti
importanti che dedicano la loro attenzione alla
rappresentazione del gioco degli scacchi da Duchamp a René
Magritte sino a Paul Klee figura di spicco dell’astrattismo
che giunge a una scomposizione della scacchiera in una sua
opera del 1931 conservata nel Kunstmuseum di Zurigo.
Concludiamo questa breve rassegna con un’opera del 1968 del
pittore ungherese Victor Vasarely (1906-1997) intitolata
Vega-Sakk.