Stamani rassettando la mia biblioteca mi sono trovato fra le mani il libro,
donatomi tanti anni fa dal mio professore di lettere. È un libro di poesie
scritte da lui. Ogni volta che mi accade provo sempre la stessa emozione.
Vedo la sua persona. Calvo, tondeggiante ed un modo di camminare tutto
particolare che gli era valso il soprannome di "callifugo" non per derisione
semmai con simpatia. Il soprannome lo avevamo dato a tutti i nostri
insegnanti. Era di moda. Ma non sempre anche con rispetto. Callifugo con il
suo modo di fare, con la pappagorgia e la voce dal tono particolare incuteva
rispetto anche se la sua espressione era sempre bonaria. Col tempo al
rispetto si era associato l'affetto. Come non ricordare certe lezioni con le
quali trasmetteva con affascinante efficacia il pensiero di poeti e
scrittori. Straordinarie le letture dei canti della Divina Commedia
accompagnati da commenti fatti alle volte con accenti commossi.
Mai, come da lui, ebbi soddisfazioni per l'apprezzamento dei miei scritti.
Certo egli contribuì molto alla mia autostima. Forse da me si aspettava un
avvenire da letterato... Se così è stato, dall'alto dei cieli, con la sua
bonomia, sono certo, mi perdonerà di averlo deluso. Sono troppo severo con
me stesso? È stato uno dei suoi insegnamenti. Forse qualche romanzo che ho
scritto gli piacerebbe. Quanto sarebbe bello vedergli inforcare gli occhiali
dalla grossa montatura e vederlo leggere e sentire i suoi commenti. Certe
pagine forse lo indurrebbero a dire... "a me lo puoi dire figliolo questa
donna di cui parli l'hai conosciuta bene... Non ti facevo così
intraprendente". "Sette più"
"Adesso dimmi che lavoro fai?"
"Professore sono in pensione"
Lo vedo guardarmi con espressione incredula "non dire scemenze ti sei appena
iscritto all'Università"
"Professore oh mio professore per lei il tempo... si è fermato a quel punto
della mia vita"
"Provo commozione mio professore a parlare con lei dopo tanti decenni" mi
perdoni l'ardire. Stasera per congedarmi avrò bisogno di qualcosa di
speciale. Lo farò con l'ausilio di alcuni versi di una sua poesia. La
sentirò più vicino". Capita di aver bisogno del proprio vecchio professore
anche nell'età matura.
"Le stelle passeggiavano nel cielo, silenziosamente, piano piano. Per non
farsi sentire lieve velo spargevano di nubi e fili d'oro nell'aria.
Una sola di esse, la più lucente, silenziosamente s'apri un varco tra le
nubi, per guardarmi..."
Giovanni Noera
Da. EMOZIONI racconti
DELTA 3 EDIZIONI (2008)
Piazza Scala News - giugno 2011