Littizzetto, regina della satira -
"Politici, spetta a noi far ridere"
ROMA - Dopo una settimana di
polemiche, ospiti di destra/ospiti di sinistra, domenica Luciana
la peste ha deciso di pareggiare i conti a modo suo. Foglio in
mano con una trentina di definizioni lusinghiere del premier
Berlusconi: "Sire, Grand marnier, gran visir, gran moka da 12,
pezzo mancante delle sorprese Kinder...". Uno sberleffo ci
seppellirà: Luciana Littizzetto scala le classifiche dei libri
(l'ultimo è La Jolanda furiosa, Mondadori), travolge Fazio a Che
tempo che fa e accompagnando al piano Bocelli svela la trama gay
di Musica proibita di Gastaldon. "Il garzone del testo non vi fa
venire qualche sospetto?".
Luciana, cominciamo dalla tv.
"Spero che ci lascino lavorare, non ci sono complotti da
nessuna parte. Il più delle volte se uno di sinistra va a
parlare in tv porta voti alla destra, e chi è di destra porta
voti alla sinistra: si danneggiano da soli. Pazzesco: inviti un
Nobel e nessuno se ne accorge, arriva il sottosegretario alla
sottominchia e giù polemiche".
Si può parlare di qualsiasi argomento?
"Non ho soluzioni e non pretendo di averne, vorrei
sottolineare l'inversione di ruoli: comici che fanno i politici
e politici che usano il linguaggio dei comici, cosa molto
pericolosa. I politici devono essere persone a cui prestiamo
attenzione perché sono autorevoli".
Lei davanti a cosa si ferma?
"Non si può ironizzare sulla cronaca. È la vita delle
persone, diventi cinico e non è la mia cifra, non ho la
cattiveria nel Dna".
Però non le manda a dire.
"Mi viene lo sberleffo, è vero, ma l'aggressione no".
Da un po' si occupa molto di cacca.
"Di cosa posso parlare? La politica è campo minato, la chiesa
non ne parliamo. Per far ridere la cacca non fa male a nessuno,
non a caso i bambini appena la nomini si sbellicano. Inquieta i
puristi, che immagino non la facciano mai. Sa cosa diceva mia
nonna? Al è al tun ca fa la müsica, è il tono che fa la musica.
Benigni ne è la prova".
Si riferisce al famoso duetto con la Carrà?
"Certo: elencava tutti i sinonimi della passera, ma quando
pensi a una cosa volgare non pensi mai a quello. Chapeau, dalla
sua bocca può uscire tutto, e quando deve essere alto, è alto".
A proposito, lei ha ribattezzato l'organo femminile Jolanda,
quello maschile Walter. Ha più incontrato Walter Veltroni?
"Non l'ho incontrato... Abito a Torino e incontro
Chiamparino, che si chiama Sergio, però ci sono alcune Jolande e
alcuni Walter che mi fermano: "Abbi pietà di noi, ci prendono in
giro tutti".
Scrive nel libro: "Piuttosto che fare l'amore col proprio uomo
certe donne preferirebbero scalare il Monviso con le infradito".
"È così. La verità è che non ci manca il desiderio del walter,
quello che non desideriamo più è il portawalter. Ora hanno
inventato la pillola che riaccende il desiderio. Sa cosa devono
fare per riaccendere il desiderio? Inventare una pastiglia che
ci renda orbe. Così non vediamo più gli uomini mentre fanno
boiate. Il desiderio ci va via, non è una roba fisiologica ma
mentale. Ma ha letto di Berlusconi?".
Che ha detto?
"Berlusconi vuole farci arrivare a 120 anni. Bene: la prima
comunione a 40 anni, il primo bacio a 50, mi sento già rovinata
così, ma lui ci arriverà. Piega le corna delle mucche a mani
nude".
Cosa risponde a chi l'accusa di fare "satira da massaia"?
"È un grande complimento, è la lettura delle cose che fanno
le persone normali e comuni. "Normale" e "comune" sono
bellissimi aggettivi. Non vuole dire essere persone stupide, ma
persone che si fanno domande e cercano di darsi risposte. Senza
essere Marzullo. Non è tutto bianco o nero. Il beige e il grigio
non sono sempre segno di mestizia, ma segno che siamo diventate
più sagge".
A Che tempo che fa, Fazio fa il saggio, lei la
spericolata.
"Il comico ha bisogno di una spalla e Fabio è perfetto. Sta
al gioco quando improvviso, più si preoccupa e si dispera, più
aumenta l'effetto comico. Ma, comici a parte, da noi puoi vedere
persone che non si vedono mai: io ho capito il senso e la
violenza della guerra solo da Mario Rigoni Stern, ho capito la
potenza del male dai suoi occhi che ancora non si erano
rassegnati, la guerra te la porti dentro".
Poi ci sono i divi.
"Clooney l'ho mancato, lo scrivo nel libro, sapevo che
sarebbe venuto e per sessanta giorni ho fatto i piegamenti sui
seni per fortificarli. Fabio i figaccioni li mette al sabato.
Mickey Rourke è un gatto del Colosseo, pazzesco, disperato, mi è
proprio piaciuto ".
La tv lascia il segno?
"La televisione non ti cambia mai, ti rilassa, ti fa passare
il tempo, ma è difficile che ti cambi, invece il cinema sì. Ti
cambia".
C'è una frase che apre "La Jolanda furiosa": "Devi sapere cosa
vuoi altrimenti devi prendere cosa viene".
"Vado al ristorante cinese a Torino, era scritta nel menù.
Una folgorazione. È così per tutto: eutanasia, testamento
biologico... Uno diventa ministro, ha ancora il flûte in mano e
con la Bic firma la riforma. Ma fatti spiegare da quelli che ne
sanno di più, no?".
(16 dicembre 2008)
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