DAL SESSO  ORMAI  “GLOBALIZZATO”  QUALE UMANITA’ NE POTRA’ DERIVARE ?

 

 

Prima di avventurarmi nel discorso scottante che segue, ho chiesto conforto a delle persone anziane (il che è tutto dire se penso… alla mia età non più giovane), le quali, senza alcuna remora,  si sono integralmente riconosciute nel mio pensiero. 

 

Non credo pertanto di essere razzista quando mi chiedo se è accettabile  un rapporto sessuale fra un bianco ed un nero, atteso che esistono parametri psico-fisici, fisiologici,  confessionali, abitudinari, climatici  che sono in netto contrasto con la natura stessa di ciascun essere umano.  Si fa presto a dire che siamo tutti creature di Dio, di quel Dio di Abramo che ha detto  “crescete e moltiplicatevi” ma, a mio modo di vedere e sentire dopo aver osservato alcune unioni fra persone di diverso colore, mi sento di dover dire che, se la globalizzazione può essere accettata dal mercato,   non può dirsi altrettanto per l’uomo che,  per natura,  mi pare più stanziale che migrante; infatti, l’emigrazione trae input essenzialmente da necessità economiche mentre rimane, quasi sempre, la voglia di tornare nel proprio habitat appena queste necessità sono state soddisfatte. Per questo, siamo noi a far del male agli extra-comunitari in quanto li sradichiamo dal loro contesto.   E la mia esperienza, ma anche quella di tanti altri soprattutto della nostra provincia,  fanno certamente  testo.  

 

Dire questo non significa far riaffiorare  delittuosi concetti  legati al razzismo di detestabile memoria hitleriana, ma significa fare un ragionamento, più o meno accettabile, sul come effettivamente stanno le cose in questa nuova era storica.  Infatti, se è ben vero che mal si conciliano i cavoli per merenda,  mi pare che sia altrettanto vero che, esistendo in ogni essere umano dei caratteri ereditari  che si differenziano oggettivamente fra europoidi,  australoidi,  mongoloidi,  neri,  bianchi e gialli  per dirla in breve, e che,  da questa differenza non solo di razza, si dipartono abitudini, religioni, clima, civiltà diverse,    allora le cose si complicano in chiave planetaria.   

 

Immaginiamo, tanto per fare un esempio, un  rapporto sessuale fra un bianco dei paesi scandinavi con un giallo di Hong Kong  od un negro del Congo e chiediamoci che cosa esso alla fine possa determinare sotto l’aspetto fisiologico se non un vero e proprio incrocio.  E cosa vuol dire incrocio ?   

 

Il vocabolario in sintesi  recita  : “ dicesi incrocio l’accoppiamento fra razze animali, vegetali, umane diverse dal cui accoppiamento ne esce un prodotto ibrido, bastardo “.    Esattamente ciò che succede  quando si porta una manza  alla “monta” perché venga fecondata da un maschio di razza, ma con la non trascurabile differenza che, per le bestie,  si cerca un toro di razza perché riproduca un buon esemplare di vitello, mentre per l’uomo può succedere tutto il contrario. Infatti, tanto per fare un altro esempio, se un marocchino piccolo, magari brutto ed ignorante (ma si potrebbe fare anche un caso inverso citando uno di noi), ad un certo momento ha certe esigenze fisiologiche e riesce in qualche modo a soddisfarle magari con una persona per bene, ma anche con una povera disgraziata, o con una prostituta, alla fine che ne uscirà nel caso che ne nasca un  figlio ?   Detta così la cosa, pecca di etica, ma alla fin fine questa è la vera, cruda ed autentica realtà. 

 

Mi chiederete come la penso io. Credo che leggendo quanto sopra si sia già capito il mio pensiero. Non solo, ma vorrei supportare questo mio pensiero con l’esperienza di vita.  Quando ero un giovane  segretario di un istituto internazionale della Svizzera tedesca, il Rosenberg di San Gallo, ove c’erano neri, bianchi, gialli ecc.ecc.,   mi si sono presentate una miriade di occasioni legate  a certe esigenze di vita, ma mai, ripeto mai, mi sono sentito di accettare diversità che non fossero di tipo culturale, di amicizia, di curiosità, ma tutte lungi dalle cose in discorso.  Ancora oggi che sono purtroppo attempato non mi so spiegare quale fosse stata la vera motivazione se non quella di ordine naturale, legata alla mia terra, al mio dna anche stanziale,  pur lasciando “padronissimi”  tutti di pensarla in modo diverso dal mio.   

 

E’ inutile essere bugiardi e nascondersi dietro ad un dito come fanno certi puritani che predicano bene e razzolano male.   A mio avviso, se non sì è delle bestie, (e forse anche quest’ultime ripudierebbero gli “incroci”  se non fossero costrette a farlo dagli allevatori con i tori che vogliono loro) ciò significa che fra una razza e l’altra esiste una certa distonia, circostanza che, al di là dei commerci,  potrebbe trasformare l’umanità in una sorta di globalizzazione ibrida e bastarda !  Non per niente i vecchi dicevano “mogli e buoi dei paesi tuoi…”   Basta osservare cosa sta succedendo negli States americani !

 

Chi non ha il coraggio di affermare pubblicamente queste cose, tace solo per non sentirsi dire razzista e retrogrado, ma bisognerebbe però porre mente al fatto che, in un mondo globalizzato, in cui la gente deve fare di necessità virtù cercando il pane anche in casa altrui come facevamo noi quando andavamo a lavorare all’estero,  sarebbe meglio che la politica internazionale, anziché promuovere le guerre preventive,  si decidesse di fare preventivamente  investimenti produttivi nei paesi poveri, con il risultato che non ci sarebbero né guerre né fame…  e soprattutto non ci sarebbero incontrollabili problemi  connessi con l’emigrazione-immigrazione verosimilmente “contra-naturam” , circostanza quest’ultima che certamente non può escludere a priori altre future gravi patologie rispetto alle quali Aids e polmonite atipica  potrebbero assumere la valenza di un semplice raffreddore. 

                                                                

Io, in questo nuovo ed incontrollabile contesto planetario, penso, con scarsa convinzione, che  madre natura  - come si afferma nella letteratura biologica – non sarà più in grado di privilegiare il gene buono rispetto a  quello cattivo.

 

Insomma, io la penso così.

 

ARNALDO DE PORTI - maggio 2010
 

 

 

 

SUGGERISCI QUESTA PAGINA A UN AMICO!
Inserisci l’indirizzo mail del destinatario:




 

 

Piazza Scala News - giugno 2010