la filatelia vista da un esperto, Fernando Mazzotta  

 

 

 

Parliamo di UPO


Tutti sappiamo che UFO è l’acronimo di Undefined Flying Object (Oggetto volante non identificato), invece in filatelia quando ci troviamo di fronte a dei francobolli “misteriosi” di difficile identificazione, noi appassionati li classifichiamo UPO così come li denominò per primo il collezionista americano Richard Scott “Unidentified Philatelic Object”.
Anche questo è un aspetto delle tante “curiosità” che avvolgono il mondo filatelico e mi piacerebbe, nel corso di questo 2012, potervi intrattenere su una serie di queste interessanti varietà o specificità.
Intanto, come affrontare il problema dell’identificazione di questo rettangolino di carta che magari qualcuno di noi, anche non collezionista, si è per caso ritrovato fra le mani?
Chi di noi non ha sognato, con un brivido di piacere, di aver trovato il mitico “pezzo raro” tanto costoso fra vetuste lettere abbandonate in solaio in una vecchia cassapanca della nonna?
Raramente succede, in genere però il “pezzo” una volta identificato si rivela invece essere un fiscale, un’etichetta chiudi lettera, un poster stamp, un adesivo di propaganda o altro; beninteso, tutte queste varietà della filatelia hanno comunque i loro collezionisti specializzati e un loro mercato.
Come risolvere il problema dell’identificazione? Con degli ottimi cataloghi come lo Scott (americano), Michel (tedesco), Yvert & Tellier (francese). Sono una miniera di informazioni le sezioni dedicate ai “back of the book” i così detti “francobolli di servizio” che possono aiutarci nella catalogazione. Diversamente, possono essere di aiuto pubblicazioni specializzate, ma qui entreremmo nel campo del collezionismo avanzato.
In questa sede mi limiterò a darvi un’informativa generale partendo dagli interrogativi che si pone un collezionista quando si trova fra le mani un UPO.
E’ un francobollo?
E’ stato emesso per il pre-pagamento di un servizio?
Se è un francobollo da chi è stato emesso e quanto può valere?
Se non è un francobollo, cos’è?
Occorre sapere che le norme dell’UPU Unione Postale Universale stabiliscono che il francobollo (adhesive postage stamp) per uso postale deve presentare dei requisiti essenziali come il “valore facciale” o “la valuta” e il “nome della nazione emittente”. Per questo ultimo aspetto, in un mio vecchio precedente servizio ebbi a precisare che per il Regno Unito esiste la deroga a questo requisito in quanto “inventori” del servizio postale a mezzo affrancatura: il primo francobollo emesso al mondo è il mitico Penny Black, per cui le regie poste britanniche si avvalgono del diritto di ….primogenitura….noblesse oblige……
Dunque, la mancanza del valore facciale nel 99% dei casi ci indica che “non” siamo in presenza di un francobollo soprattutto se manca la parola Posta – Postage – Postes – Correos – ecc.

 


• I chiudilettera pubblicitari

Francobollo pubblicitario (chiudilettera) emesso dalla città di New York in occasione della Mostra Filatelica del 1936.
 

 



• Tax, taxe, taxse, porto, franco, revenue, marka, indicano che si tratta di un segnatasse o di un fiscale.

Francobollo dell’Egitto in uso nel 1939-1949 per il pagamento dell’Imposta Generale sull’Entrate.

Francobollo fiscale della Spagna utilizzato negli anni ’50.

Marca da bollo della Repubblica Popolare Cinese (Taiwan 1930-1940). Mai usato come francobollo.

 



• Bienfaisance, beneficos indicano i cosi detti “charity” cioè gli adesivi chiudilettera emessi per sostenere una campagna sociale.

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Emissione di un foglietto “charity” da parte di Haiti a seguito del sisma del gennaio 2010.

 



• La croce di Lorena rossa con due braccia trasversali usata per le campagne antitubercolari (charity TB seal).

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Charity emesso nel 1953 da Ceylon pro-tubercolosi.

 



• Soggetto militare, religioso, ospedaliero usato per propaganda militare, per le campagne di raccolta fondi a favore di rifugiati, orfani, feriti, ecc.

Francobollo emesso clandestinamente nel 1941 dal Comitato di Liberazione in esilio in Italia.

Invasione anglo-francese durante la Prima Guerra mondiale 1915-1918

 



• Il nome di una città o di un corriere invece che di una nazione ci fa capire che verosimilmente si tratta di un francobollo di posta locale. i “locals” rappresentano un’interessante aspetto del collezionismo filatelico specializzato.

Località nei monti Sudeti in Germania. Emesso a cavallo delle due Guerre Mondiali e venduto dai bambini delle scuole a sostegno delle organizzazioni che avevano sostenuto le scuole tedesche nei Sudeti.



• I falsi veri e propri.

Russia Bianca o Bielorussia. Un falso così classificato nel catalogo Michel nel capitolo Russia – Posta nei territori durante la guerra civile 1918-1923.
 

 



• Se, invece, abbiamo identificato la nazione potremmo essere in presenza di interi postali o aerogrammi “cut out” cioè il ritaglio del francobollo che era stampato sulla cartolina postale o sul biglietto di posta aerea. La sovrastampa “specimen” ci farà capire che si tratta di saggi o prove di francobolli accettati in via definitiva emessi in modeste quantità e validi a tutti gli effetti come affrancatura postale. Oppure i “railway letter” i francobolli ferroviari che sono veri francobolli a tutti gli effetti e che hanno avuto nel passato un uso postale ufficialmente riconosciuto.

Francobolli ferroviari emessi dal Belgio negli anni ’40 e non venduti dalle autorità postali, ma validi come affrancatura postale perché applicati sui documenti che accompagnavano di solito la spedizione di un pacco a mezzo ferrovia.

 



Un capitolo a parte meritano i “bogus” o francobolli di fantasia. Sono dei francobolli che apparentemente hanno tutti i crismi dell’“adhesive postage stamp”, riportano nomi di posti geograficamente esistenti come ad esempio Staffa, Gairsay Island, Bernera Islands, Oman, Togo che fanno tutti parte dei cosiddetti “Cinderella Stamp” (francobolli Cenerentola) che ho già trattato separatamente in due puntate sulla rivista “Noicomit”. Il Togo da quando è stato proclamato nel 1960 repubblica indipendente emette esclusivamente francobolli con la denominazione Republique Togolaise, mentre sul mercato esiste una infinità di “bogus” emessi come “Togo” quasi esclusivamente dedicati alla riproduzione di dipinti famosi e da me utilizzati, unitamente a quelli di Oman nella pubblicazione della mia raccolta “Storia dell’arte attraverso i francobolli” che potete visionare sul sito www.fermaz.it . Queste “vignette” (piuttosto che francobolli) non appaiono sui cataloghi mondiali ma solo in quelli specializzati; tuttavia anch’essi – e se ne trovano di veramente splendidi - hanno sviluppato una forma di collezionismo, anche se inizialmente sono stati stampati proprio per frodare collezionisti imprevidenti (bogus con significato dispregiativo significa “patacca”).


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I tre foglietti, con otto valori ciascuno, stampati da Staffa, Gairsay e Bernera, tutte isole della Scozia, che qui vi presento, recano tutti uno pseudo annullo con data 21 maggio 1980…..sono stati acquistati in quell’anno negli Emirati Arabi da un mio amico in viaggio d’affari che ha pensato di farmi cosa gradita…..a proposito di collezionisti o acquirenti imprevidenti!

 

 

 

Fernando Mazzotta - gennaio 2012

 


 

 



 

 

 

 

 

 

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