Sulle
tracce di Erik il Rosso - All'origine della vita
Appunti di viaggio - settima puntata
Ancora match nullo, però ci
costringono a togliere dal tavolo i nostri amati beveraggi, li avevamo messi
in bella mostra per dare allegria al tavolo; i commenti si intrecciano, ma
ora sembrano più ciacole in attesa di passare al dolce. Invasione, la
delegazione è aumentata ancora di numero, sembra quasi che tutta la giunta
del villaggio sia stata convocata per il caso, chiappona come al solito
spara caz…., spalleggiata stavolta anche da un danish, stile dottor sottile,
con occhialetti dorati se possibile ancora più arrogante e stro… che se ne
esce con battute tipo ve ne dovete uscire e ringraziate che in Groenlandia
non ci sono prigioni! Sic! Si fa veramente fatica per non saltargli addosso,
solo qualche parola vola in inglese o in italiano, i poveri inuit sono
stravolti, se ne stanno timidi e silenziosi ad ascoltare, il danish si
percepisce che li intimorisce, il suo comportamento è da padrone, quasi un
farmer della peggior specie. Ma i nostri c… restano incollati alle sedie e
se schiodano é solo per andare a fumare, ricompare la chiappona, che
gentilmente chiede se siamo disposti a dare loro i nostri materassini,
rispondiamo gentilmente che non c’è problema, pare che la situazione possa
sbloccarsi, gli inuit, che hanno fatto senza dubbio un po' di casino,
cercano di porre rimedio in qualche modo e sembrano voler sistemare il
gruppo dei danesi in una scuola, soluzione eccellente che ci fa uscire
dall’impasse e che ci fa finalmente mangiare il dolce, una deliziosa mousse
al cioccolato con panna, bravo Andrea, ti sei veramente superato. Stiamo per
passare ai cicchetti quando ritorna chiappona, dovete uscire, tuona
perentoria, poi quasi lacrimevole ci accusa di offendere il polo inuit con
il nostro atteggiamento, da notare che noi stiamo difendendo solo un nostro
buon diritto contro pretese arroganti, a questo punto le pentole di fagioli,
già da troppo compresse, esplodono sia pure solo verbalmente, o al massimo
testualmente, qualche và “pensiero” vola nell’aere, qualche dito medio si
drizza nel pugno chiuso, i locali della scuola non devono essere sembrati
troppo adeguati per le loro reali chiappe. Atmosfera quasi incandescente,
stavolta chiappona, oltre che dalla solita folta delegazione inuit, è
accompagnata anche dalla polizia (!!!!), rivolta nel mondo femminile con
Emilia vera pasionaria scalmanata, è scandaloso il comportamento di queste
m…., dicono che hanno avuto paura di noi, forti della sudditanza degli inuit
continuano a dire cose senza senso; si intrecciano telefonate con Tassilaq,
con chissà quale autorità, coinvolgono anche Andrea, che alla fine ci invita
a trasferirci, deve in qualche modo essere stato minacciato e poiché il
problema potrebbe diventare pesante, visto che qui lui ci lavora, il gruppo
con espressioni molto colorite accetta suo malgrado di trasferirsi nella
scuola, la green house, un edificio proprio dietro la guesthouse vicino alla
chiesetta. Con molta calma però, bisogna radunare le nostre cose sparse,
dobbiamo trasferire i bagagli, o meglio dobbiamo far trasferire i bagagli, e
Grazia è particolarmente esigente su questo punto, eccellendo poi con Emilia
in lentezza ai limiti dell’ostruzionismo, a memoria non ricordo di aver mai
visto magliette e camicie così ben piegate (tanto noi siamo con la pancia
già piena). Siamo quasi a ridosso della mezzanotte, quando prendiamo
possesso della green house, i pirla danish dormiranno solo qualche ora,se
pure dormiranno, perché l’indomani ripartono molto presto e poi sono pure a
digiuno,tanto casino solo per il gusto di sentirsi i più forti. Ma siamo poi
sicuri che riusciranno a dormire, visto che le tende di Caterina e Riccardo
sono proprio sotto le loro finestre? Loro due avevano già optato per questa
soluzione in tempo non sospetto, e, seppur fuori del problema, promettono
sostegno concreto alla “battaglia” contro il sonno dei danesi, qualcosa ci
si inventerà per fare casino, ma con garbo. Alla fine abbiamo perso, ma
perderne di questa battaglie, la scuola non è assolutamente messa male, solo
qualche mosca qua e là che giace a terra morta, i servizi sono addirittura
più decenti e non c’è assolutamente cattivo odore,d’altro canto a scuole
chiuse da tempo non vengono usati, abbiamo la cucina, stanze private, anche
per i singles, e di più fa un caldo della madonna, e di più di più siamo
ospiti, cioè non pagheremo nulla e risparmiare Dkr 800 (sono circa 100 euro)
a coppia, non è poi cosa di poco conto, compreremo qualche souvenir in
aggiunta e sicuramente non made in Denmark. Da un negativo passiamo quindi
ad un positivo, resta solo la gestione delle giaculatorie di Emilia alle
prese con i mosconi, che affollano il suo pavimento, meglio darle una mano a
raccoglierli, cercando di accelerare al massimo la sua consegna nelle
braccia di Morfeo, schizzata com’è potrebbe pure proporsi un assalto con
gavettoni ai danesi o altro ancora, le relazioni tra i due stati sono già
abbondantemente compromesse, anzi la guerra è dichiarata per Emilia, e
semmai un danese dovesse capitare dalle parti di Siena…poi la tensione si
attenua, il sonno scende e lascia spazio ai sogni …perché domani è di nuovo
un altro giorno.
Il sole comincia a filtrare presto dalla piccola finestra della “green
house” e ci induce a riaprire gli occhi, anche se, forse, più che la vivida
luce o magari più dell’orologio biologico, poté il gran caldo, che ci spinge
ad uscire dai sacchi a pelo; non sono ancora le 6 di questa che si
preannuncia come un’altra bellissima giornata. Mi butto fuori per trovare un
pò di fresco ed è inutile dire che lo trovo, l’aria è frizzante, pulita
tanto che provo quasi un senso di colpa nell’accendere la prima sigaretta.
La gente del villaggio ancora dorme, faccio quattro passi verso l’eliporto
lungo il “corridoio del museo” che espone le nuove grandi opere che il
movimento della marea nella notte ha prodotto, su qualche grosso iceberg ci
sono segni di spaccature abbastanza evidenti e profonde e ciò. rende con
l’attesa del crollo, ancora più affascinante questo primo mattino. Mi fermo
ad osservare il correre veloce sull’acqua dei piccoli pezzi di ghiaccio
trascinati da una corrente molto forte, sembra quasi che anche per loro ci
sia lo stiracchiamento del primo mattino al risveglio. Arriva anche Sergio e
proprio sotto i nostri occhi un iceberg compie la giravolta, portando in
superficie la parte prima sommersa con i suoi colori quasi fosforescenti, la
corrente lo spinge via facendolo ulteriormente ruotare con effetti cromatici
ancora più brillanti. Riprendiamo la passeggiata dopo lo spettacolo gratuito
e ce ne torniamo verso il “centro città” per poi proseguire verso l’altro
capo del paese, verso la cala grande, quella che funge da porticciolo, che
con questa luce rinnova il suo effetto cartolina. Il nostro sguardo viene
però all’improvviso distolto da un ululato, quasi un grido disperato, cui
subito se ne aggiungono altri e altri ancora fino a formare un concerto per
sole voci canine che si diffonde nell’aere, insomma una vera cagnara! Sono
le 7 precise e mi viene da pensare che qui, forse, in mancanza di galli, ci
siano i cani a dare la sveglia al paese per avvisare che il sole è già alto,
il loro orologio biologico segna l’ora della fame. Anche per noi è ora di
tornare per la colazione, il nostro stomaco magari non brontola, ma la
voglia di un caffé è incontenibile, quindi a svegliare Caterina con
l’augurale Happy Birthday proprio sotto le finestre degli odiati danesi
(dubbio: abbiamo voluto fare una cosa carina per Caterina o solo rompere le
scatole ai danesi?), poi bisogna caricarsi di energie con gli zuccheri,
perchè anche stamani ci aspetta la “passeggiata” con la solita ascesa di un
monte, nome roboante per un’altura di poco superiore ai 600 metri, ma che
tra nevai, ghiacciai, crepacci e quanto di più si preannuncia già al
briefing di Andrea abbastanza tosta e non solo per Gambacorta. Nella parte
iniziale il cammino è quasi piacevole, la salita è molto dolce, avanziamo
lungo un sentiero che costeggia il Sermiliq ed è uno spettacolo sempre bello
con addirittura un coup de théatre eccezionale, quando un altro iceberg si
capovolge portando in superficie ghiaccio con colori mozzafiato tra il verde
smeraldo, il verde menta e l’azzurro elettrico. Condividiamo questo
spettacolare evento con una coppia di 2 giovani, che hanno piantato quassù
la loro tenda con lungimiranza ed aspettativa e ora la loro colazione ha
avuto quasi un sapore aggiunto.
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Piazza Scala News - febbraio 2011