Sulle tracce di Erik il Rosso - All'origine della vita

Appunti di viaggio - settima puntata

 

   Testo e fotografie di Filippo Furia   
 

 

 

Ancora match nullo, però ci costringono a togliere dal tavolo i nostri amati beveraggi, li avevamo messi in bella mostra per dare allegria al tavolo; i commenti si intrecciano, ma ora sembrano più ciacole in attesa di passare al dolce. Invasione, la delegazione è aumentata ancora di numero, sembra quasi che tutta la giunta del villaggio sia stata convocata per il caso, chiappona come al solito spara caz…., spalleggiata stavolta anche da un danish, stile dottor sottile, con occhialetti dorati se possibile ancora più arrogante e stro… che se ne esce con battute tipo ve ne dovete uscire e ringraziate che in Groenlandia non ci sono prigioni! Sic! Si fa veramente fatica per non saltargli addosso, solo qualche parola vola in inglese o in italiano, i poveri inuit sono stravolti, se ne stanno timidi e silenziosi ad ascoltare, il danish si percepisce che li intimorisce, il suo comportamento è da padrone, quasi un farmer della peggior specie. Ma i nostri c… restano incollati alle sedie e se schiodano é solo per andare a fumare, ricompare la chiappona, che gentilmente chiede se siamo disposti a dare loro i nostri materassini, rispondiamo gentilmente che non c’è problema, pare che la situazione possa sbloccarsi, gli inuit, che hanno fatto senza dubbio un po' di casino, cercano di porre rimedio in qualche modo e sembrano voler sistemare il gruppo dei danesi in una scuola, soluzione eccellente che ci fa uscire dall’impasse e che ci fa finalmente mangiare il dolce, una deliziosa mousse al cioccolato con panna, bravo Andrea, ti sei veramente superato. Stiamo per passare ai cicchetti quando ritorna chiappona, dovete uscire, tuona perentoria, poi quasi lacrimevole ci accusa di offendere il polo inuit con il nostro atteggiamento, da notare che noi stiamo difendendo solo un nostro buon diritto contro pretese arroganti, a questo punto le pentole di fagioli, già da troppo compresse, esplodono sia pure solo verbalmente, o al massimo testualmente, qualche và “pensiero” vola nell’aere, qualche dito medio si drizza nel pugno chiuso, i locali della scuola non devono essere sembrati troppo adeguati per le loro reali chiappe. Atmosfera quasi incandescente, stavolta chiappona, oltre che dalla solita folta delegazione inuit, è accompagnata anche dalla polizia (!!!!), rivolta nel mondo femminile con Emilia vera pasionaria scalmanata, è scandaloso il comportamento di queste m…., dicono che hanno avuto paura di noi, forti della sudditanza degli inuit continuano a dire cose senza senso; si intrecciano telefonate con Tassilaq, con chissà quale autorità, coinvolgono anche Andrea, che alla fine ci invita a trasferirci, deve in qualche modo essere stato minacciato e poiché il problema potrebbe diventare pesante, visto che qui lui ci lavora, il gruppo con espressioni molto colorite accetta suo malgrado di trasferirsi nella scuola, la green house, un edificio proprio dietro la guesthouse vicino alla chiesetta. Con molta calma però, bisogna radunare le nostre cose sparse, dobbiamo trasferire i bagagli, o meglio dobbiamo far trasferire i bagagli, e Grazia è particolarmente esigente su questo punto, eccellendo poi con Emilia in lentezza ai limiti dell’ostruzionismo, a memoria non ricordo di aver mai visto magliette e camicie così ben piegate (tanto noi siamo con la pancia già piena). Siamo quasi a ridosso della mezzanotte, quando prendiamo possesso della green house, i pirla danish dormiranno solo qualche ora,se pure dormiranno, perché l’indomani ripartono molto presto e poi sono pure a digiuno,tanto casino solo per il gusto di sentirsi i più forti. Ma siamo poi sicuri che riusciranno a dormire, visto che le tende di Caterina e Riccardo sono proprio sotto le loro finestre? Loro due avevano già optato per questa soluzione in tempo non sospetto, e, seppur fuori del problema, promettono sostegno concreto alla “battaglia” contro il sonno dei danesi, qualcosa ci si inventerà per fare casino, ma con garbo. Alla fine abbiamo perso, ma perderne di questa battaglie, la scuola non è assolutamente messa male, solo qualche mosca qua e là che giace a terra morta, i servizi sono addirittura più decenti e non c’è assolutamente cattivo odore,d’altro canto a scuole chiuse da tempo non vengono usati, abbiamo la cucina, stanze private, anche per i singles, e di più fa un caldo della madonna, e di più di più siamo ospiti, cioè non pagheremo nulla e risparmiare Dkr 800 (sono circa 100 euro) a coppia, non è poi cosa di poco conto, compreremo qualche souvenir in aggiunta e sicuramente non made in Denmark. Da un negativo passiamo quindi ad un positivo, resta solo la gestione delle giaculatorie di Emilia alle prese con i mosconi, che affollano il suo pavimento, meglio darle una mano a raccoglierli, cercando di accelerare al massimo la sua consegna nelle braccia di Morfeo, schizzata com’è potrebbe pure proporsi un assalto con gavettoni ai danesi o altro ancora, le relazioni tra i due stati sono già abbondantemente compromesse, anzi la guerra è dichiarata per Emilia, e semmai un danese dovesse capitare dalle parti di Siena…poi la tensione si attenua, il sonno scende e lascia spazio ai sogni …perché domani è di nuovo un altro giorno.
Il sole comincia a filtrare presto dalla piccola finestra della “green house” e ci induce a riaprire gli occhi, anche se, forse, più che la vivida luce o magari più dell’orologio biologico, poté il gran caldo, che ci spinge ad uscire dai sacchi a pelo; non sono ancora le 6 di questa che si preannuncia come un’altra bellissima giornata. Mi butto fuori per trovare un pò di fresco ed è inutile dire che lo trovo, l’aria è frizzante, pulita tanto che provo quasi un senso di colpa nell’accendere la prima sigaretta. La gente del villaggio ancora dorme, faccio quattro passi verso l’eliporto lungo il “corridoio del museo” che espone le nuove grandi opere che il movimento della marea nella notte ha prodotto, su qualche grosso iceberg ci sono segni di spaccature abbastanza evidenti e profonde e ciò. rende con l’attesa del crollo, ancora più affascinante questo primo mattino. Mi fermo ad osservare il correre veloce sull’acqua dei piccoli pezzi di ghiaccio trascinati da una corrente molto forte, sembra quasi che anche per loro ci sia lo stiracchiamento del primo mattino al risveglio. Arriva anche Sergio e proprio sotto i nostri occhi un iceberg compie la giravolta, portando in superficie la parte prima sommersa con i suoi colori quasi fosforescenti, la corrente lo spinge via facendolo ulteriormente ruotare con effetti cromatici ancora più brillanti. Riprendiamo la passeggiata dopo lo spettacolo gratuito e ce ne torniamo verso il “centro città” per poi proseguire verso l’altro capo del paese, verso la cala grande, quella che funge da porticciolo, che con questa luce rinnova il suo effetto cartolina. Il nostro sguardo viene però all’improvviso distolto da un ululato, quasi un grido disperato, cui subito se ne aggiungono altri e altri ancora fino a formare un concerto per sole voci canine che si diffonde nell’aere, insomma una vera cagnara! Sono le 7 precise e mi viene da pensare che qui, forse, in mancanza di galli, ci siano i cani a dare la sveglia al paese per avvisare che il sole è già alto, il loro orologio biologico segna l’ora della fame. Anche per noi è ora di tornare per la colazione, il nostro stomaco magari non brontola, ma la voglia di un caffé è incontenibile, quindi a svegliare Caterina con l’augurale Happy Birthday proprio sotto le finestre degli odiati danesi (dubbio: abbiamo voluto fare una cosa carina per Caterina o solo rompere le scatole ai danesi?), poi bisogna caricarsi di energie con gli zuccheri, perchè anche stamani ci aspetta la “passeggiata” con la solita ascesa di un monte, nome roboante per un’altura di poco superiore ai 600 metri, ma che tra nevai, ghiacciai, crepacci e quanto di più si preannuncia già al briefing di Andrea abbastanza tosta e non solo per Gambacorta. Nella parte iniziale il cammino è quasi piacevole, la salita è molto dolce, avanziamo lungo un sentiero che costeggia il Sermiliq ed è uno spettacolo sempre bello con addirittura un coup de théatre eccezionale, quando un altro iceberg si capovolge portando in superficie ghiaccio con colori mozzafiato tra il verde smeraldo, il verde menta e l’azzurro elettrico. Condividiamo questo spettacolare evento con una coppia di 2 giovani, che hanno piantato quassù la loro tenda con lungimiranza ed aspettativa e ora la loro colazione ha avuto quasi un sapore aggiunto.

Continua

 

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Piazza Scala News - febbraio 2011